#IoE, cibo e acqua: le tecnologie aiutano a combattere gli sprechi

E se l’Internet of Everything, nella sua rivoluzione a 360°, aiutasse a risparmiare e ottimizzare i beni che più servono alla vita, ovvero acqua e cibo? Cosa potrebbe accadere di diverso e rivoluzionario se pensassimo a due dimensioni precise, quelle delle coltivazioni urbane e della gestione smart delle reti idriche che chiama in causa l’impegno della Pa e dei singoli cittadini in termini di attenzione agli sprechi?

Non c’è una risposta precisa e univoca a questa domanda, quella più onesta è che siamo nel bel mezzo di un cambiamento che si va costruendo un passo alla volta, ma è interessante anche proiettandosi al futuro, ragionare di visioni e azioni possibili.

Cibo tra vertical farm e sensori anti spreco

Facciamo il primo salto: sul fronte delle coltivazioni, se proviamo a intenderle come attività da svolgere non più e non solo in campagna per rispondere alle necessità di approvvigionamento alimentare di una popolazione mondiale che continua a crescere, troviamo le Vertical Farm. Si tratta di centri di autoproduzione di cibo, edifici,  che vogliono ricreare situazioni ambientali adatte alla crescita di varie tipologie di piante e ortaggi. Introducendo intelligenza IoT nelle vertical farm, si avrebbero due realtà tra loro correlate, spiega David Evans, ex Chief Futurist di Cisco, oggi CTO della startup IoT Stringify, si avrebbe un ecosistema connesso sia internamente che esternamente: “Internamente, piccoli sensori nel terreno o connessi a singole piante racconterebbero quanta quantità di luce, acqua, e quali i nutrienti sono necessari per far crescere più sani le colture e in modo più produttivo. I sensori saranno anche in grado di dire agli agricoltori quando le coltivazioni si stanno approssimando alla raccolta per assicurarsi colture fresche. Esternamente, le fattorie verticali saranno collegate ad altre reti e sistemi informativi, comprese le banche dati che tracciano la domanda locale di prodotti agricoli. Ad esempio, i ristoranti locali potrebbero sapere quando avranno a disposizione scorte di cibo fresco. Le fattorie verticali potranno anche collegarsi alla rete elettrica, usando le finestre come pannelli solari per la fornitura del sistema, creando un loop stretto feedback tra l’approvvigionamento di cibo, la rete elettrica, e i consumatori. Questo tipo di sistema degli oggetti sarebbe stata inimmaginabile una generazione fa.”
Una realtà ancora lontana ma forse meno di quanto immaginiamo.

L’altro grande tema legato al cibo è il suo elevatissimo tasso di spreco: come può aiutare l’IoE? In realtà le soluzioni a questo scopo si stanno moltiplicando, sia per uso domestico che per uso più ampio. Il MIT, ad esempio, ha sperimentato un economico sensore portatile in grado di rilevare i gas emessi dalla carne non più fresca, con cui i consumatori possono determinare se la carne nel loro negozio di alimentari o nel loro frigorifero è sicuro da mangiare oppure no.  Il sensore, che si compone di nanotubi di carbonio modificati, potrebbe essere implementato in “packaging intelligenti” che potrebbero offrire informazioni molto più precise sul cibo oltre alla data di scadenza sulla confezione, dice Timothy Swager, John D. MacArthur professore di chimica al MIT. Una soluzione che può agevolmente applicarsi anche ai reparti ortofrutticoli che possono controllare i livelli di etilene emessi dalla frutta non più fresca.

Acqua e cultura del risparmio: il ruolo delle tecnologie nel privato

Tutti possono beneficiare delle tecnologie e tutti possono contribuire a contenere lo spreco dell’acqua per uso domestico, in città come in campagna. L‘IoE e le sue logiche possono favorire un aumento di responsabilità “civica” dei cittadini verso il risparmio idrico in molti modi. 

Ad esempio poter innaffiare giardini o piccoli campi sapendo esattamente, grazie a sensori e sistemi di analisi intelligenti, quale parte del terreno soffra realmente di mancanza di acqua nell’arco della giornata, vuol dire non rinunciare a un diritto, quello di irrigare, ma vuol dire anche costruire al contempo un meccanismo di progressiva responsabilità sociale verso l’uso sostenibile delle risorse naturali. Con un occhio al portafoglio: “se solo l’1% delle case negli Stati Uniti risparmiasse una goccia di acqua al minuto, si arriverebbe a 34,715,984 litri all’anno. In altre parole quello che serve per irrigare 100 acri di campi di mais. Cosa potremmo realizzare se tutti, anche le aziende agricole e le imprese, facessero la loro parte? Collettivamente, avremmo un enorme impatto sulla quantità di acqua utilizzata pur godendo dello stile di vita cui siamo abituati” commenta Evans.

Ovviamente quando parliamo di acqua, però, parliamo anche e sopratutto di un impegno che deve essere guidato e favorito da chi ha l’obbligo e l’impegno di erogare servizi al cittadino, ovvero la pubblica amminstrazione. E quando si parla di risparmio e ottimizzazione della rete idrica non si tocca quasi mai un tasto non dolente. Le città soffrono spesso della mancanza, o della potenziale improvvisa mancanza, di acqua. I comuni, in questo senso, spendono una quantità incredibile di denaro per gestire tali rischi ma le siccità periodiche, vecchie tubazioni e fondi limitati per le nuove attrezzature minacciano l’approvvigionamento idrico sostenibile, tanto da rendere necessaria una seria riflessione su come pianificare la gestione delle acque nelle grandi città. “Una perdita tipica nelle condutture dell’acqua costa quasi 400.000 litri di acqua all’anno sprecati,” ha dichiarato Mike Troiano, vicepresidente di AT & T Industrial IoT Solutions. In pratica una media del 25% di acqua prodotta in Usa non raggiunge mai gli utenti finali a causa di perdite, chiarisce Michael Sullivan, del gruppo IBM Smarter Water Direzione.

In questo senso sono molte le soluzioni possibili, molte già realtà: sensoristica diffusa per il monitoraggio dei livelli delle acque e/o di zone di perdite. Ma oggi quando si parla di risparmio e ottimizzazione idrica, e con la “visione” della smart city se ne dovrà parlare sempre di più, si fa riferimento a qualcosa di più vasto, strategico e politico. Si parla, cioè, di smart water magement, ovvero non solo di ICT applicato al monitoraggio delle acque nelle condotte pubbliche ma di una vera e propria strategia complessiva grazie alla quale la città, cittadini, imprese, potranno davvero guardare al risparmio e all’efficientamento. L’IoE, in questo senso, diventa sia strumento di innovazione ma anche innovazione essa stessa nel momento in cui viene integrata come “logica” e come approccio, alla gestione della cosa pubblica.

Water2
Tratto dal:ITU-T Focus Group on Smart Sustainable Cities: Smart water management in cities, Fonte: Hauser (2012).

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