Manghi, Cisco: su digital transformation e industry 4.0 l’Italia deve fare presto se vuole competere

Gianmatteo Manghi NEW
Gianmatteo Manghi è direttore commerciale di Cisco Italia.

Molti comparti produttivi sono già sulla strada dell’innovazione, la consapevolezza della necessità della trasformazione digitale secondo il paradigma IoE è molto aumentata in questi anni, ma il fattore tempo sta diventando ormai cruciale per la competitività del sistema Paese. E’ questa la principale criticità rilevata, ad oggi in Italia, da Gianmatteo Manghi, direttore commerciale di Cisco Italia, una criticità di fondo, strutturale, che fa da contraltare a una situazione complessiva del Bel Paese che fa ben sperare.

“Che l’applicazione di tecnologie digitali secondo il paradigma IoE stia cambiando profondamente processi aziendali e prodotti/servizi, è un dato di fatto per moltissime industry che hanno adottato logiche innovative e beneficiano degli effetti” spiega. “Ed è altrettanto chiaro che le aziende che non adottano strategie di trasformazione non saranno competitive né a livello nazionale né internazionale.” Paesi come la Germania hanno mostrato una lungimiranza avanzata in questo senso con il “programma industry 4.0 con cui mira a spendere il 3,3% dell’intero valore della produzione manifatturiera per realizzare la trasformazione digitale nell’automazione industriale. Obiettivo? Aumentare la competitività dell’intero Sistema Paese e non della singola azienda.”

Le opportunità offerte dalle tecnologie digitali in ottica IoE sono enormi: pensiamo ai processi. “Manifatturiero, energia, trasporti e settore oil and gas sono le 4 industrie dove oggi il paradigma rivoluzionario dell’IoE è più presente e sta cambiando le regole del gioco. Il manifatturiero, per fare un esempio, sta avendo benefici di produttività grazie a una maggiore digitalizzazione dei piani di produzione, ma anche miglioramenti in termini di efficienza perché cambia in meglio il funzionamento e la resa degli impianti riducendo i classici tempi di fermi impianto e aggiornamenti automatici a livello software.” Stessa positività dicasi per il settore energy con la crescita delle rinnovabili. “Il solare genera la necessità di avere reti di smart grid di ultima generazione che sappiano controllare gli impianti di distribuzione dell’energia per ridurre rischio di guasti e assicurare equilibrio tra domanda e offerta.”

Bene anche i prodotti, sia quando parliamo di salute con tutte le novità che nel mondo stanno ponendo le basi per una rivoluzione completa del modo con cui gestiamo malattie croniche, sia quando parliamo di automotive, il settore in cui la promessa del digitale sta modificando il modo con cui i produttori pensano prodotti e servizi: “La connettività alla rete delle auto sarà obbligatoria in Ue dal 2018 per le chiamate di emergenza, e le case automobilistiche già si pongono la domanda di come sviluppare ulteriori servizi che possano favorire la scelta dei propri prodotti.” Non siamo più alla domanda del “se cambierà” ma “come cambierà” per certo il modello di business dell’intero comparto.

Di certo per gestire la crescente complessità dei sistemi servono strumenti e strategie adeguate che facciano della semplificazione e integrazione infrastrutturale, dell’interoperabilità, dell’automazione e della sicurezza, i loro punti di forza. “E’ quello che in Cisco chiamiamo il FastIT, un modello di costruzione gestione e manutenzione dei servizi IT nell’azienda basato su un’architettura che si fonda proprio su queste caratteristiche.”
Il settore energy è molto attivo sul tale modello tanto che il “livello di digitalizzazione delle reti di distribuzione è elevato in Italia e la strada intrapresa dà ottimi risultati.”

Non va così bene al mondo manifatturiero e non è cosa da poco visto che l’Italia è il secondo paese manifatturiero d’Europa dopo la Germania.  Qui i nodi vengono al pettine: a fronte di una crescente consapevolezza della necessità di digitale, non vi è ancora un’adeguata strategia complessiva che guidi, sul modello dell’industria 4.0 tedesca, le politiche del paese e quindi delle singole industrie. Rapidità che è richiesta prima di tutto alla PA: Crescita digitale, SPID Italia Login e anche il piano per la banda ultralarga sono buone basi per un’evoluzione digitale del sistema, ma sono iniziative che mostrano ancora il fianco a lentezze che non colgono le opportunità che già oggi è possibile sfruttare. Pensiamo alle smart city: “Di esempi nel mondo ce ne sono molti, ormai, ma in Italia ci sono delle realizzazioni isolate che non corrispondono però a un piano integrato per le aree metropolitane. Se il problema è di mancanza di fondi, i PON METRO potrebbero dare ossigeno alla PA ma serve, anche qui, linea politica. Per ora manca un progetto integrato in cui la PA realizzi un’infrastruttura sicura e di grande capacità e su cui vadano a connettersi servizi a valore aggiunto per cittadini e imprese.”

Aziende come Cisco possono supportare l’intero processo puntando su diverse dinamiche: “siamo a disposizione con le competenze ed esperienze per aiutare le aziende e PA a usare le tecnologie in modo efficace ma puntando sui processi: capire come possono essere trasformati, come, e quali benefici possono portare.” E poi la formazione: “abbiamo in Italia circa 300 Networking Academy, un investimento importante con cui abbiamo formato circa 20.000 studenti sulle tecnologie digitali.”

Fare presto: oggi la chiave per sfruttare le tecnologie digitali in ottica di ecosistema IoE è solo questa.

 

 

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