#eCommerce B2C: in Europa Occidentale domina il Regno Unito

Le vendite degli e-commerce B2C continuano ad aumentare in modo significativo in Europa occidentale: è quanto emerge dal nuovo report di Ecommerce Europe che ha riunito i dati della maggior parte dei consorzi del commercio elettronico del vecchio continente. Secondo i calcoli, la crescita si attesta intorno 13,3%, per un fatturato totale di 209. miliardi di euro e per il 2015 si prevede un ulteriore incremento del 12,5%: in sostanza rallenta di poco il tasso di crescita ma l’e-commerce al dettaglio continuerà ad espandersi e, di conseguenza, l’Europa occidentale rimarrà ancora l’area più fertile per gli e-commerce del vecchio continente.

In dettaglio, il Regno Unito è il più grande mercato e-commerce B2C, con un volume d’affari pari a 127.2 miliardi, seguito dalla Francia con  56.8 e i Paesi Bassi con 14 miliardi; Inoltre, gli utenti che abitualmente acquistano sugli e-commerce inglesi tendono a spendere molto più degli altri delle altre regioni con una spesa media di 3.073 euro ad utente nel 2014 (una cifra che porta il Regno Unito anche al primo posto della scala globale in termini di spesa per utente). Immediatamente risultano gli irlandesi, con una spesa media di 2.967 euro, seguiti dai francesi ma ad una certa distanza, con 1.600 euro.

In sintesi, l’Europa Occidentale sta conoscendo un periodo molto florido e di crescita per il mondo degli e-commerce B2B: ma quali sono le prossime mosse da fare? Come affrontare gli ostacoli che si prospettano nel futuro?

L’importanza del digital single market

In Europa l’uso di Internet per effettuare acquisti è ancora disomogenea. Il vecchio continente, infatti, presenta ancora molte divisioni: osservando i dati dei beni di consumo in merito al commercio elettronico, i mercati dei paesi come la Gran Bretagna, Germania, Olanda, Svizzera, Repubblica Ceca e Ucraina possono essere considerati come “avanzati” con quote superiori al 20% di prodotti venduti online; lo stesso non si può dire dei paesi del Mediterraneo, i quali presentano una forte crescita ma si aggirano su una quota che tocca il 10% (e spesso e volentieri si trovano anche al di sotto di quella soglia).

Come risolvere il divario? Secondo Europe Ecommerce, l’Unione Europea  sta andando verso il “Digital Single Market”, ma in realtà secondo un’analisi del gruppo Capgemini si procede a passo troppo lento. Di fatto, un Mercato Unico Digitale ha un potenziale di crescita di 340 miliardi di euro, centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro e una società attiva basata sulla conoscenza, secondo dati UE. Tuttavia un Mercato Unico Digitale non è ancora in vista: solo alcune transazioni online sono possibili quando si fa richiesta di servizi pubblici all’interno degli altri Paesi dell’Unione Europea. L’indicatore di mobilità transfrontaliera non ha ancora raggiunto il punto intermedio, rimanendo a un livello basso (48%). Da segnalare però come quest’ultimo sia cresciuto di 4 punti rispetto all’ultima misurazione. In tutta Europa, in media, l’indicatore di mobilità transfrontaliera per motivi lavorativi sta registrando risultati positivi rispetto alla percentuale di mobilità dei cittadini (58% rispetto al 43%).

Questo è quindi un punto fondamentale su cui lavorare per il futuro dell’e-commerce in Europa.

Il futuro: Mobile, Big Data e lotta contro la frode

Il trend positivo determina anche una serie di sfide per il futuro: Europe Ecommerce ha identificato tre punti importanti per poter proseguire lungo la strada della crescita in Europa Occidentale: Mobile, Big Data e lotta alla frode.

  • Mobile Strategy: nel 2014 il commercio tramite mobile è andato molto bene e si può dire che finalmente è arrivato anche in Europa; l’utilizzo di dispositivi mobile per lo shopping online e, in generale, per i pagamenti sta accelerando; infine, i retailer che hanno adottato per primi una corretta strategia per la vendita su mobile stanno conoscendo tassi di crescita più elevati e chi non si è ancora adeguato dovrà farlo presto per non perdere terreno.
  • Big Data per monitorare i rischi e identificare le opportunità: un’altra tendenza importante che è ulteriormente maturata per tutto il 2014 è l’analisi sistematica dei Big Data; i leader degli e-commerce, come ad esempio Amazon, stanno applicando l’analisi dei big data ormai da anni con l’obiettivo di costruire profili sofisticati dei loro consumatori per poter offrire servizi e offerte altamente personalizzate; anche in questo caso, le aziende che hanno applicato questo metodo stanno osservando una crescita inedita.
  • La lotta contro la frode: la frode, purtroppo, rappresenta un dato di fatto nella vita dei retailer, specialmente per quanto riguarda i retailer internazionali, perché i pagamenti transfrontalieri hanno tassi di frode significativamente più elevati rispetto ai pagamenti che avvengono entro i confini nazionali; tuttavia, piuttosto che accettare la frode come un costo ineludibile del fare business transfrontaliero, i retailer dovrebbero prendere provvedimenti per ridurre al minimo il suo impatto, perché mina fortemente anche la loro reputazione (con ovvie conseguenze su ricavi e fatturato).

Le premesse per un continuo ampliamento del mercato ci sono tutte ma in questo, come in altri fronti ICT, la disomogeneità del passo dei vari Stati rappresenta un freno reale all’innovazione dell’intero sistema. Il discusso e spesso osteggiato Digital Single Market, se e quando vedrà realizzazione, risolverà tutto?

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