I numeri dell’#IoT: dieci cose da sapere per sapere cosa ci aspetta in futuro

Previsioni, numeri e tassi di crescita dell’internet of everything che si sono succeduti in questi anni rischiano di far perdere, presi singolarmente, lo sguardo complessivo a un fenomeno ricco e complesso che sta inesorabilmente cambiando il modo di vivere, e di lavorare, delle persone. Una rivoluzione industriale, quella determinata dall’arrivo di internet nelle cose, nei processi, nei dati e addosso alle persone, che apre scenari dai numeri impressionanti fatti di prospettive di business, di lavoro, di innovazione e di trasformazione della società intera.

Ma quali sono le principali previsioni in materia? Ecco i 10 fatti che bisognerebbe conoscere per avere un’idea di ciò che ci aspetta.

  1. Nei prossimi anni assisteremo alla connessione in rete di miliardi di device: Cisco parla di 50 miliardi entro il 2020 mentre Gartner si ferma, si fa per dire, a “soli” 25 miliardi di oggetti intelligenti entro la stessa data.
  2. Entro il 2020 ci saranno circa 250 milioni di automobili connesse il che determinerà maggiore diffusione di servizi a bordo, compresi quelli che integrano la capacità della guida automatizzata. Non è un caso che Google stia sperimentando un modello di automobile che si autoguida e molte case automobilistiche seguano in scia.
  3. Negli Stati Uniti il 35% di tutte le nuove auto sono già dotate di unità di connettività al loro interno e per il 2020 la proiezione è di salire all’80% negli Stati Uniti, al 50% in Europa e al 30% nel resto del mondo.
  4. Anche le case connesse saranno sempre più centrali nell’IoT: entro il 2022 le case intelligenti includeranno più di 500 dispositivi connessi e continueranno ad essere apprezzate, e richieste, da utenti e potenziali clienti: l’81% di chi già oggi  usa tecnologie di smart home sarebbe maggiormente disposto a comprare una casa che fosse già dotata di servizi come illuminazione intelligente, termostati smart e sistemi di sicurezza da remoto. E, anche in questo caso, le big non stanno a guardare: Google ha comprato il produttore di termostati intelligenti Nest Labs, per 3.2 miliardi, e Samsung ha puntato sull’azienda specializzata in case intelligenti SmartThings per 200 milioni di dollari.
  5. Il fronte caldo dei wearable device promette cifre da capogiro: nel solo 2015  il mercato è cresciuto del 225%, con le vendite di Fitbit a guidare il comparto con più di 4 milioni di device venduti, tallonati dagli Apple Watch che, in pochi mesi dal lancio ufficiale, hanno venduto 3.6 milioni di pezzi. Ed entro il 2017 il 30% dei wearable saranno sempre più “invisibili“, talmente integrati da non essere riconoscibili nè individuabili ad occhio nudo. Ne sono un esempio le lenti a contatto intelligenti, device legati alla prevenzione e alla salute, ma anche abiti e tessuti smart.
  6. Tra il 2014 e il 2019 il traffico IP annuale triplicherà, raggiungendo la cifra record di 2 zettabyte. In altre parole nel 2019 il traffico che passerà sulle reti IP globali raggiungerà il valore di tutti gli “anni Internet” precedenti nel loro insieme (dal 1984 fino alla fine del 2013).
  7. Oggi, il mercato dei tag RFID, usati per strasmettere dati per identificare e tracciare oggetti, è valutato in 11.1 miliardi di dollari. Ma si salirà a 21,9 miliardi nel 2020
  8. Le connessioni Machine to Machine aumenteranno da 5 miliardi all’inizio del 2015 a 27 miliardi nel 2024 con la Cina a detenere il primato col 21% prima dell’America al 20%.
  9. Il valore di mercato dell’IoT sarà “esplosivo”: Cisco stima un mercato potenziale di 4.6mila milardi di dollari per il solo settore pubblico, e ben 14.4mila miliardi nel settore privato; secondo il McKinsey Global Institute, l’IoT avrà un impatto economico totale di più di 11 mila miliardi di dollari entro il 2025.
  10. Eppure… la maggioranza delle persone, l’87%, non ha mai sentito parlare di IoT e quando si parla del futuro, ad esempio, delle connected car sono molti i consumatori che non vi trovano grande utilità.

L’IoE, ovviamente, non è solo dati e previsioni che pure servono per dimensionarne i confini. IoE vuol dire anche cultura dell’innovazione, quella che serve per far si che IoT sia sinonimo di futuro e di lavoro per la maggior parte delle persone; è, quindi, formazione all’IT, all’ICT, alla security e a molto altro. E’, infine, collaborazione e unione di professionalità e saperi differenti nell’ottica della digital transformation che verrà.

 

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