I tempi sono maturi: i 4 motivi che spiegano l’età d’oro dell’#IoT

I tempi sono decisamente maturi per l’esplosione dell’IoT, il numero di “cose” connesse nel mondo è aumentato vertiginosamente passando da circa un milione di unità nei primi anni novanta ai 13 miliardi di oggi e non si tratta di un punto di arrivo: secondo Cisco, ci saranno 50 miliardi di dispositivi connessi entro il 2020 e questo perché la tecnologia che collega tutti questi device è finalmente diventata accessibile e facile da integrare. Tutto qua? Non proprio: secondo Maciej Kranz, Vice Presidente Corporate Strategic Innovation Group di Cisco, non si tratta dell’unico motivo dell’esplosione in atto e ne identifica altri 4 che sono in realtà centrali e che testimoniano come fenomeni complessi arrivano necessariamente a maturazione per effetto di fattori convergenti.

  • Dinamiche di business: i dirigenti delle organizzazioni, in particolare quelle di grandi dimensioni, si sono resi conto che le soluzioni tecnologiche in grado di fornire risultati di business sono elementi critici per il loro successo commerciale, specialmente se tocca temi legati alla produzione, alla ottimizzazione della operatività da parte dei dipendenti e all’abbattimento dei costi. L’aumento della consapevolezza nel business è confermata da recenti dati provenienti da un sondaggio tra le aziende condotto da IDC, il quali attesta che il maggior incremento sta avvenendo nei settori retail e nella produzione con il 56% e il 53% degli intervistati che rispettivamente mostrano un’elevata conoscenza dell’IoT; inoltre, circa il 58% considera la IoT un’iniziativa strategica essenziale, con un ulteriore 24% che la considera un elemento ‘disruptive’; il settore in cima alla classifica, però, è quello sanitario, con il 72% degli intervistati che identificano l’IoT come elemento strategico, seguita dal settore dei trasporti e di produzione che si attestano rispettivamente sul 67% e sul 66%.
  • La convergenza tra l’information technology (IT) e la traditional operation technology (OT): le vecchie funzioni a cui era relegata la OT stanno sempre più convergendo verso soluzioni che includono architetture proprie del mondo IT: IT e OT stanno camminando su binari oramai paralleli perché, ad esempio, qualunque area del business aziendale richiede la lettura e la comprensione di dati che potrebbero essere archiviati in cloud. Per comprendere meglio, Maciej Kranz cita l’esempio di Harley-Davidson, la mitica casa motociclistica americana che stava affrontando molte sfide complesse, tra cui la riorganizzazione degli asset di produzione: all’interno dell’azienda in quel periodo erano sparsi dati ovunque assolutamente non interoperabili e con i quali era impossibile interagire per trarre valore; dopo aver messo insieme un team IT, la società è riuscita a mettere tutti le informazioni insieme, cominciando così a consolidare isole di dati interoperabili e utilizzabili. I risultati di questa operazione includono l’aumento della produttività, l’efficienza dei dipendenti, la flessibilità lavorativa e la resa delle macchine; infine, i processi di decision making sono aumentati in termini di velocità dell’80% e ora l’introduzione sul mercato di nuovi prodotti è passato da 18 mesi a meno di due settimane. Un risultato impressionante.
  • Diffusione di standard aperti: con la maturazione dell’industry legata all’IoT, si stanno diffondendo anche standardizzazioni che riescono a mettere in comunicazione device connessi prodotti da realtà diverse, agendo sull’interoperabilità dei dati. Un esempio su tutti è lo sforzo che si sta compiendo in Europa per la definizione degli standard per le connected car in Europa: nel vecchio continente ben due organismi per la standardizzazione, ETSI e CEN, hanno confermato che l’identificazione degli standard di base per la comunicazione delle connected car (richiesta da parte della Commissione Europea) è stata completata. L’identificazione degli standard renderà possibile un ecosistema integrato per la comunicazione tra i veicoli e le infrastrutture stradali aumentando le attuali possibilità della IoT: come recita un comunicato dell’UE in proposito, sarà possibile, ad esempio, che “un messaggio venga proiettato sul parabrezza, il quale segnalerebbe un incidente che è appena accaduto nelle vicinanze”. È evidente che anche da questo punto di vista l’IoT si sta avviando alla piena maturazione.
  • Emersione di casi di studio in tutte le aree del mercato: anche grazie alla diffusione di standard aperti motivistanno emergendo in tutto il mercato mondiale una serie di casi di studio interessanti, che permettono alle aziende di constatare di come l’Internet Of Things sia una realtà essenziale per il proprio business. Un esempio di caso di studio interessante è quello del birrificio italiano Del Papa: come molte altre aziende, il vecchio impianto di Del Papa aveva reti separate per voce, dati, video e sicurezza fisica ma questo implicava spese aggiuntive per l’azienda; per risolvere il problema ha fatto ricorso a un sistema che risolvesse questa frammentazione a vantaggio di un sistema unico in cui la gran parte del lavoro potesse passare su IP e, con Cisco e Zones, ha puntato tutto sull’IoE per trasformare in ottica migliorativa la customer experience, la collaborazione e la sicurezza dell’impianto grazie al digitale; Per Del Papa, l’Internet of Everything ha migliorato la sicurezza, ha ridotto il fabbisogno energetico, ha reso i processi di business più efficienti migliorando di conseguenza il servizio ai clienti e ha reso anche possibile una maggiore capacità di trasporto quotidiano.

In conclusione, questi quattro elementi, combinati con l ‘”effetto rete” che moltiplica il valore dei collegamenti proporzionalmente all’aumentare del loro numero, stanno contribuendo verso il traguardo del “tutto connesso”, dell’Internet of Everything. Non resta che passare alla fase successiva di reale transformation.

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