Alphabet tenta di rendere più “responsabili” le sue controllate: pronto un nuovo piano interno

Nel mese di agosto Google ha annunciato un enorme cambiamento strategico con la nascita di Alphabet: si tratta di una holding a cui fanno capo tutte le divisioni del gruppo, inclusa Google che ne è, di fatto, una controllata. Finanziariamente, le azioni di Google sono state convertite in azioni di Alphabet alla pari senza perdere alcun valore; in sostanza, Alphabet opera come contenitore di un gran numero di aziende più piccole.

Secondo il Wall Street Journal, Alphabet si starebbe organizzando per richiedere una fee alle sue controllate che intendono utilizzare le infrastrutture di base di Google (anche, tra le altre, quelle relative al marketing e al reclutamento delle risorse): questo cambiamento starebbe a significare che società Alphabet come Nest o Google X sono libere di realizzare una propria infrastruttura tecnica se si sentono in grado di farlo, ma se vogliono utilizzare i servizi forniti da Google (e che rimangono parte di Google in seguito alla ristrutturazione) dovranno pagare.

La riorganizzazione ha due obiettivi: l’Ad di Alphabet Larry Page vuole aumentare gli investimenti per le nuove tecnologie che porteranno l’azienda in settori come quello dei trasporti (basta pensare alle auto senza conducente in sviluppo), delle telecomunicazioni e dell’assistenza sanitaria. Allo stesso tempo Page e gli altri dirigenti vogliono rassicurare le borse sul fatto che gli investimenti siano dettati da condizioni responsabili e ragionevoli. “Dopo un periodo di grandi investimenti, c’è stato un assestamento e ora abbiamo bisogno di gestire le ricadute delle spese“, ha detto il Chief Financial Officer Ruth Porat ad ottobre.

Come sottolinea Business Insider, il prezzo per l’utilizzo delle infrastrutture avverrà “sulla base di una stima di quello che avrebbero pagato per acquistare il servizio altrove”. La logica sottostante in realtà sembra abbastanza chiara: si tratta di un sistema per assicurarsi che i progetti siano completamente “autosufficienti”, attraverso un approccio che obbligherà le controllate a fare attenzione ai propri bilanci.

Le aziende che operano come società di Alphabet includono il fondo di investimento Google Ventures, Nest, Google X, Google Life Science e molte altre società che, nel tempo, sono diventate prima parte dell’ecosistema di Google e poi, in seguito, di Alphabet.

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