I datacenter sono sempre più al centro della digital transformation e saranno attori di primo piano in quell’Internet of Everything che promette di vedere, tra soli 5 anni, 50 miliardi di device connessi con tutto il volume di dati prodotti e di storage annessi.
“E’ chiaro che il tema della sostenibilità e dell’efficientamento energetico diventa centrale in questo contesto” ci spiega Antonella Trono, Vertical colocator sales manager di Schneider Electric, intervistata in occasione dell’IoE Talks di Roma, promosso da Cisco Italia, di cui l’azienda è stata sponsor. “Pensiamo a un dato: il New York Times già nel 2012 stimava un consumo globale di elettricità pari a 30 miliardi di watt, l’equivalente di 30 centrali nucleari. Se è vero che dal 2012 si stima una crescita del 20% anno su anno, è del tutto evidente che la problematica datacenter ed energia diventa un problema molto serio da affrontare.”
E le aziende lo hanno compreso, molte, e lo stanno comprendendo, tutte le altre. Soprattutto si stanno rendendo conto di come il tema dell’efficientamento energetico non sia più solo un problema di potenza ma sempre di più un problema di sistemi informativi, di device e sensori. In sintesi, di IoE.
“Oggi sta avvenendo un cambio di paradigma” chiarisce Roberto Esquinazi, Vertical finance sales manager di Schneider Electric. “Assistiamo alla convergenza tra tecnologie operative con le tecnologie informatiche. In altre parole il tradizionale facility management si integra con l’IT, il che vuol dire che la gestione energetica degli edifici si sta integrando sempre di più con le logiche l’IoT”.
Le aziende già da tempo stanno puntando sul tema dell’efficientamento energetico rendendolo parte integrante delle loro strategie: secondo l’ICF le imprese che hanno iniziato a puntare su questo hanno iniziato a superare la concorrenza con valore azionario, quindi fatturato, in crescita. “Il che dimostra come sia veramente strumento per traguardare obiettivi di business, per accedere a nuovi mercati ed essere più profittevoli” continua Esquinazi.
La convergenza tra facility management e IT non farà altro che ampliare queste prospettive, aprendo a nuove frontiere di gestione ed efficientamento energetico.
E’ chiaro che si tratta di un percorso di innovazione che chiama in causa tutti i comparti, a partire dai mercati più energivori come il building ad uso residenziale o terziario, quello dei data center e dell’industria. Ma è anche chiaro che questa trasformazione al digitale non si realizza dall’oggi al domani ed è importante che attori come SE assicurino ai loro clienti soluzioni che garantiscano integrazione tra i sistemi. “IoT vuol dire poter comunicare in tempo reale con numero potenzialmente illimitato di dispositivi. Per un facility manager avere molti dati da analizzare e dover verificare l’operatività e lo stato funzionale degli impianti, è cruciale. Ma senza capacità di integrazione tra piattaforme, semplicemente tutto questo non potrà essere efficace. Quello che conta è offrire sistemi intelligenti basati su un approccio open source rispetto ai vari protocolli esistenti sul mercato” spiega Esquinazi.
Sfide e opportunità dell’IoE
Come si comportano le imprese di due settori altamente energivori come quello della colocation e delle finance/banking? Di certo l’attenzione è alta e le richieste delle imprese sono molto chiare: “Nel settore della colocation e dei web giants” spiega Antonella Trono “ai grandi progetti di datacenter sono sempre associate problematiche relative a gestione dei consumi energetici e quello che vediamo è la domanda continua di soluzioni che siano attente alle problematiche di riduzione degli impatti”.
Vengono richieste soluzioni scalabili e ridondate affinché i sistemi possano crescere in base alle esigenze del mercato, e vengono chieste a piattaforme di controllo software che “realizzino capacity planning in modo da scalare alla bisogna. Oggi la richiesta è di avere una gestione del consumo energetico sì del datacenter, ma anche delle componenti che possono essere collegate” conclude Trono.
“Nel settore del banking le esigenze non sono poi così diverse”, aggiunge Esquinazi. “La banca è una azienda altamente energivora perché ha una forte presenza fisica e un significativo parco edifici sul territorio: uffici, sportelli, datacenter etc…”
Il settore vede due direttrici di innovazione legate alle soluzioni di efficientamento energetico. La prima chiama in causa proprio la gestione e ottimizzazione del parco immobiliare: “I principali gruppi italiani hanno intrapreso la strada consolidato il parco in ottica evolutiva degli edifici ma anche in ottica di migliorare la customer experience per cui l’efficientamento energico si somma all’abbattimento barriere fisiche con i correntisti.”
La seconda vede il mercato finanziario alle prese con la Digital Transformation e la volontà di erogare servizi digitali. Il che sta trasformando la natura delle filiali e delle comunicazioni con i clienti. Qui l’IOT gioca un ruolo fondamentale perché tali servizi devono essere erogati via mobile e proposte online in ottica multidevice e multipiattaforma. “Il novero di applicazioni che sta determinando questo cambiamento esercitano chiaramente una pressione sui sistemi informativi” rimarca Esquinazi. Di qui la richiesta sempre più pressante di sistemi che garantiscano forte resilienza ma anche la capacità di essere interfacciabili con tutti elementi in campo e diventare flessibili.
Ecco perché è sempre più strategico, per imprese come Schneider Electric, puntare ad offrire soluzioni che supportino l’integrazione tra la quota parte della building automation e i sistemi informativi. Anche a partire da piattaforme software che non solo aiutino in tempo reale a monitorare consumi ma servano sempre più a ragionare in termini predittivi per arrivare a pianificare strategie continue di sostenibilità.
Le logiche dell’IoE, quindi, diventano causa e insieme strumento per le industry che sempre più guardano all’efficientamento energetico come strategia di sviluppo guidata dalle tecnologie.
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