Antonia Colasante, salernitana trapiantata a Roma da più di 20 anni, fa parte del CdA di Agenfap. “Sono consulente e formatore – afferma Antonia – per attività di Corporate Storytelling online. Gestisco inoltre la narrazione web di un progetto di Italia Lavoro Spa che si occupa di lean organization, welfare e conciliazione dei tempi”.
Dopo la laurea in psicologia, ha lavorato molti anni come project manager proprio mentre cresceva la passione per il mondo della tecnologia e della comunicazione online. “Il computer è entrato in casa mia nel ’97 – racconta Antonia Colasante – per la tesi e oggi, anche per il tipo di lavoro che svolgo, ho bisogno di connettività h24 e devo quindi fare grande attenzione a non cadere nella trappola dell’always connected e della FOMO (Fear Of Missing Out)”.
Antonia Colasante è anche esperta di Lego Serious Play di cui è facilitatrice certificata e che ha raccontato a TEDxAssisi nel novembre scorso.
Quale la diffusione e l’utilizzo del metodo Lego Serious Play in Italia? E nel resto del mondo?
Il metodo Lego© Serious Play®, nasce negli anni Novanta in Danimarca, quartier generale della LEGO®, per favorire l’innovazione del business interno. Comprovata la validità dello strumento, oggi LSP è sempre più utilizzato anche al di fuori dell’azienda che l’ha ideato. Da qualche anno sentivo parlare di LSP e mi incuriosiva molto, così ho deciso di leggere online per saperne di più e nel 2014 ho partecipato ad un workshop a Roma. Da quel momento ho deciso che sarei diventata facilitatrice certificata e così ho fatto con un training a Barcellona l’anno scorso sono.
LSP è un metodo che consente di condurre i partecipanti a “costruire con le proprie mani” un modello tridimensionale del proprio “problema”, sia esso di carattere strategico, operativo o relazionale. Attraverso la condivisione delle “storie organizzative” attribuite al modello, viene costruito un panorama collettivo. Attraverso LSP si innesca un processo collaborativo a prescindere dal ruolo e dalle competenze dei partecipanti favorendo l’emergere di idee innovative, connessioni inedite e stimolando la creatività.
I workshop LSP possono essere applicati ad una grande eterogeneità di processi che dipendono dalle caratteristiche del consulente e dalla “domanda” del committente. Si tratta, infatti, di un metodo “senza contenuto” e la declinazione del workshop, con le finalità che saranno raggiunte, sono frutto dell’accordo ex ante. A titolo, quindi, meramente esemplificativo sintetizzo alcuni dei processi a cui è possibile applicare LSP :
- Evoluzione e condivisione dell’identità e della vision aziendale
- Sviluppo di modelli di business
- Esplorazione di scenari aziendali futuri
- Costruzione dei team di lavoro
- Gestione del cambiamento
Ad oggi, a livello mondiale, il numero di facilitatori certificati è di circa 1700. Il gruppo maggiore in Messico dove la metodologia viene utilizzata nel dialogo sociale. A seguire ci sono la Danimarca, patria natia del metodo, e poi la Germania. In Italia possiamo contare circa 70 facilitatori certificati.
LSP è stato utilizzato nel mondo da molte società, enti, istituzioni, tra le quali Daimler Chrysler, Roche Pharmaceutical, SABMiller, Tupperware, Nokia e Orange.
Quale il legame tra gioco e apprendimento?
Giocare significa riempire lo spazio tra sé e l’ambiente con i prodotti della propria immaginazione e con l’uso dei simboli. Il gioco non ha età, come diceva Winnicott (pediatra e psicoanalista) perché la creatività è uno stato comune ad ogni essere umano, sia esso bambino o adulto. La storia ci insegna che il gioco è sempre stato una delle modalità di apprendimento maggiormente esplorate e riconosciute per la sua efficacia. I Serious Games, che si basano sull’apprendimento esperienziale e sul learning by doing, vengono impiegati da diversi anni nella formazione aziendale, così come nel marketing e nella comunicazione. Come avviene anche con la Gamification si tenta di far evolvere l’apprendimento verso forme a forte engagement per gli utenti, rendendo la simulazione molto vicina alla realtà e riducendo la paura del nuovo.
Cosa pensi del social learning?
Lavorando a stretto contatto con aziende e manager, il tema del social learning attraversa sia i miei contesti formativi che consulenziali. Sia come Agenfap che con il progetto di Italia Lavoro, mi trovo a stimolare le aziende verso l’innovazione. Insegniamo ad utilizzare strumenti di collaborazione interni, puntiamo a favorire una trasformazione in ottica lean, contribuiamo a costruire contesti organizzativi flessibili caratterizzati dal “collavorare”. Le dinamiche e i paradigmi propri del mondo social in chiave strategica possono produrre interessanti impatti su efficienza ed efficacia organizzativa.
3 consigli per aiutare gli adulti ad apprendere?
Natalie Portman una volta ha detto: “I don’t like studying, I like learning”. Credo che questo sia particolarmente vero da adulti quando possiamo scegliere di:
- Metterci in gioco. Siamo abituati da troppo tempo a conoscenze solo razionali. Ogni strumento, tecnologia o gioco che aiuta ad implementare il modo di affrontare l’incertezza è un gioco “serio”. È sempre interessante trovare una modalità, come può essere LSP, di usare in contemporanea entrambe le parti del tuo cervello: quella razionale e quella emozionale.
- Porci in modo attivo ed esperienziale nei confronti dell’apprendimento. Affrontare il rischio di lasciare la propria comfort zone per accedere a conoscenze nuove, lasciandoci guidare dalla curiosità
- Utilizzare appieno tutti i sensi. Grazie all’utilizzo dei mattoncini, per esempio, oggi siamo più consapevoli di quanto apprendimento possa arrivare dalla propriocezione. Think with your hands!
Credo che il metodo Lego© Serious Play® possa rappresentare una grande opportunità per le aziende e i manager per ri-narrare se stessi e le loro identità aziendali. Dalle esperienze realizzate finora ho ricevuto diversi feedback interessanti che riguardano le potenzialità di introspezione a vantaggio del business e quanto possa essere forte la connessione fra LSP e storytelling.
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