#IoE e illuminazione smart: risparmi e personalizzazione per innovare secondo Philips Lighting

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Paolo Recrosio è Vice Presidente e General Manager per l’Italia, Grecia e Israele, di Philips Lighting.

Luce e illuminazione intelligente sono dimensioni cardine dell’Internet of Everything, poichè realizzano immediatamente, negli ambienti in cui vengono declinate, soluzioni ispirate all’ottimizzazione e alla maggiore efficienza. “L’IoE rappresenta un importante abilitatore di innovazione per chi, come Philips e Philips Lighting, si pone l’obiettivo di contribuire a migliorare la vita di tre miliardi di persone entro il 2025. E’ una nuova rivoluzione industriale, quella che connette dati, persone, device e processi, che alimenta un circolo virtuoso in cui gli aspetti legati all’illuminazione smart possono giocare un ruolo centrale.” Ne abbiamo parlato con Paolo Recrosio, Vice Presidente e General Manager per l’Italia, Grecia e Israele, di Philips Lighting, azienda sponsor dell’IoETalks di Roma promosso da Cisco Italia in collaborazione con Intel Italia.

Parlare di Internet of Lighting, infatti, vuol dire entrare in spazi e contesti potenzialmente infiniti che partono dalla dimensione domestica e arrivano fino a quella legata alla pubblica amministrazione.

Già oggi gli ambienti domestici possono essere gestiti in modo intelligente con, ad esempio, la regolazione dell’illuminazione in base a momenti precisi della giornata, in base a variazione dei colori in funzione di un sms in arrivo da parte di una certa persona, ma anche in base alla situazione climatica esterna, e sempre con un obiettivo: “permettere alle persone di vivere in ambienti altamente connessi e personalizzati gestibili via pc ma anche via mobile.”

Negli spazi più prettamente business, invece, l’Internet of Lighting rappresenta lo strumento con cui si realizzano diversi obiettivi, da quelli chiaramente connessi all’ottimizzazione energetica e alla sostenibilità, se si considera che “con tecnologia led collegata a sistemi di gestione intelligente, si possono avere risparmi del 60-70% e ritorni di investimento estremamente rapidi”. Ma si arriva anche al futuro degli spazi di smart working: “luoghi fluidi, in cui i lavoratori si muovono e si spostano anche più volte nell’arco della giornata tanto da necessitare da sistemi di illuminazione smart che siano di supporto al clima di lavoro e alle specifiche necessità dei lavoratori che, in quel momento, occupano spazi con determinate funzioni.”

E ancora, l’Internet of Lighting entra nella dimensione retail, grazie a “sistemi di illuminazione connessi con tecnologie di indoor positioning; offriamo così al cliente una esperienza personalizzata di shopping con l’ausilio di smartphone” e, infine, nella dimensione pubblica e urbana soprattutto per la valorizzazione del patrimonio artistico: “ad esempio – spiega Recrosio – “la piattaforma software Philips City Touch permette di gestire l’illuminazione da remoto andando a cogliere obiettivi di efficienza energetica e risparmio. E’ un tema centrale per noi. A Bolzano, ad esempio, come Philips Lighting abbiamo riqualificato gli impianti di illuminazione con questi due obiettivi in mente: risparmio e valorizzazione degli spazi pubblici. Ed è stato un successo.”
La speranza è che per il futuro esperienze come questa possano uscire dalla dimensione strettamente locale e possano essere trattate non come esperienza del singolo comune ma “con un approccio sistemico e strutturato che permetterà alla Pubblica Amministrazione nella sua interezza di trarne beneficio”.

Anche perché il mercato italiano ha due peculiarità non da poco, che la rendono una piazza centrale per l’IoE applicato all’illuminazione: “prima di tutto il costo dell’energia elettrica che da noi è tra i più alti dei paesi industrializzati. E’ chiaro che il passaggio da sistemi tradizionali a tecnologie LED e alle sue conseguenti logiche di connettività, permetteranno di avere ritorni di investimento molto rapidi.” Il secondo motivo è più storico che economico e chiama di nuovo in causa il territorio: “non dimentichiamo il patrimonio artistico italiano: vastissimo e ricchissimo che potrà sempre più essere valorizzato attraverso illuminazione connessa e dinamica. Questi due fattori rendono l’Italia un paese molto appealing per chi offre servizi e soluzioni di lighting.”

A livello strategico, l’impegno che Philips sta ponendo sull’IoT, si concretizza in azioni integrate di innovazione come l’alleanza strategica globale siglata con Cisco che “ci consente di presentarci sul mercato in modo combinato, per offrire ai clienti le capacità del mondo Philips Lighting, ovvero 120 anni di storia e prodotti e servizi di settore , con l’esperienza di Cisco in tema di reti, networking e IT. Un accordo molto importante che rappresenta in modo fattivo la convergenza tra mondo IT e mondo Lighting, di fatto oggi facce della stessa medaglia” spiega Recrosio.

E per il futuro? Almeno tre le direttrici su cui Philips Lighting, che si presenta al mercato con una propria legal entity a partire dal 1 febbraio, si muoverà in ottica IoE: l’ampliamento della gamma di prodotti, a partire dalle new entry domestiche Hue Go, lampade led che si controllano via wi-fi; nuovi sistemi di illuminazione intelligente personalizzata, sulla falsariga di quanto realizzato per The Edge, la sede di Deloitte ad Amsterdam in cui, in ottica di smart working, i lavoratori possono anche interagire con la propria illuminazione e definire quella più adatta a loro. Infine openess e collaborazione: “L’impegno di Philips Lighting è continuativo ed è basato sulla collaborazione e su sistemi aperti: ecco perché punteremo sempre di più ad aprirci ai contributi che vengono sviluppati da terzi, utenti e consumatori spesso portatori di soluzioni innovative.”

 

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