The Digital Finance Imperative, la nuova ricerca realizzata dal Chartered Global Management Accountant e promossa da Oracle, mostra che i Chief Financial Officer dell’area EMEA hanno bisogno di ripensare gli strumenti per misurare lo stato di salute delle proprie aziende nell’era del digitale. Come evidenziato dallo studio, benché la prevalenza del valore di un’azienda derivi da risorse intangibili quali il “sentiment” del consumatore e il brand, pochi tra i professionisti del settore amministrativo intervistati hanno affermato di avere accesso ai dati necessari a misurare e monitorare questi elementi fondamentali per il business.
Il report sostiene che con il proliferare di modelli di business digitali la misurazione attraverso KPI innovativi del valore di business di tali risorse intangibili assumerà un’importanza sempre crescente a dispetto dei numeri non entusiasmanti registrati dall’analisi: i professionisti della finanza aziendale della regione EMEA faticano ad avere accesso e ad analizzare i dati relativi a tali risorse intangibili: solo il 16% degli intervistati è in grado di raggruppare e analizzare i dati che riguardano il customer sentiment e solo il 16% ha accesso a dati che mostrano l’impatto del brand sul business. E ancora, solo il 29% sostiene di essere in grado di misurare la qualità del proprio processo di business.
“Il settore amministrativo si trova in una posizione privilegiata per diventare il “timone” di un modo moderno di condurre il business, ma per farlo deve essere in grado di estrarre i dati rilevanti dall’intera organizzazione utilizzando sistemi ERP e per il performance management moderni e basati su cloud”, ha affermato Laurent Dechaux, Vice President for ERP Western Europe di Oracle Applications. “Senza questa capacità c’è il rischio che le linee di business digitalmente più esperte aggirino interamente il finance, generando le proprie analisi strategiche per presentarle direttamente al management”.
Quando è stato chiesto fino a che punto i dipartimenti finance sono stati ri-allineati per supportare nuovi preziosi driver, solo il 10% ha dichiarato di essere stato coinvolto a 360° nell’ottica di ‘fornire misurazioni non-finanziarie rispetto agli obiettivi strategici’. Uno scenario persino pericoloso se si considera, spiega Noel Tagoe, FCMA, CGMA, executive director of education al CIMA uno degli autori del report, che: “Dal momento che la digitalizzazione rende più difficile per le aziende differenziarsi e ottenere valore aggiunto, la qualità del processo decisionale è diventata essenziale per il successo di un’impresa, e il dipartimento finance può assumere una posizione trainante nell’assicurare questo risultato. Avendo una visione ampia dell’azienda e le competenze necessarie per interagire con diversi interlocutori, è in grado di garantire che le imprese raggruppino, analizzino e utilizzino i dati al fine di migliorare le proprie performance”.
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