Smartwatch tra previsioni di crescita e prudenze dei consumatori: quale scenario?

Il mercato dei wearable è dato in crescita da molte società di analisi: per Gartner nel 2016 ne saranno venduti in tutto il mondo circa 274,6 milioni di unità, cifra in netto aumento (+ 18,4%) rispetto alle 230 milioni di unità vendute nel corso del 2015. In generale, durante il nuovo anno, le vendite dei wearable produrranno un fatturato stimato di circa 28,7 miliardi di dollari: di questi, ed è la nota più significativa, 11,5 miliardi arriveranno esclusivamente dagli smartwatch.

Dello stesso avviso anche IDC secondo cui il futuro dei wearable device, soprattutto con l’avvento di seconde e terze generazioni degli attuali dispositivi, è sempre più roseo:  il mercato mondiale dei wearable raggiungerà un totale di 111,1 milioni di unità vendute nel 2016, +44% rispetto agli 80 milioni di spedizioni previste per il 2015; ed entro il 2019 le spedizioni saliranno addirittura a 214 milioni, con una crescita annua composita del 28%.  A giocare un ruolo di primo piano saranno i device di seconda e terza generazione che andranno a colmare lacune e problematiche che, ad oggi, impensieriscono gli utenti.

In effetti la nota di IDC identifica una criticità non da poco: benchè i numeri e le proiezioni siano favorevoli agli orologi intelligenti, quello di Apple in primis, al momento l’atteggiamento degli utenti verso tali device è ancora molto prudente secondo quanto emerge da un’analisi di Kentico, riportata da eMarketer. Secondo gli studiosi ci sono ancora molti fattori che freanano l’acquisto: al primo posto il costo di tali device: per il 69% del campione globale preso in esame si tratta del fattore principale seguito, a significativa distanza, dal fatto di non avere un motivo abbastanza valido per usarlo. In sostanza per mandare email e rispondere al telefono c’è già un device dedicato e consolidato nelle abitudini: lo smartphone. Va tenuto presente, però, che “gli smartwatch che abbiamo oggi non sono come li vedremo in futuro. Connettività cellulare, sensori per la salute, per non parlare del mercato delle applicazioni di terze parti, cambieranno le regole del gioco e consentiranno di aumentarne il fascino e valore di mercato” ha osservato Ramon Llamas sempre di IDC. 

Per molti anche la “stazza” degli smartpone rappresenta un ostacolo così come il loro stile mentre un altro 14% lamenta la scarsa durata della battaeira e un 8% il fatto di non avere abbastanza app e quindi si dichiara “in attesa” che la tecnologia maturi.

Le premesse di mercato ci sono tutte: la palla passa ai produttori affinche identifichino al più presto quel fattore “disruptive” che renderà gli smartwatch dei game changer come lo sono stati gli smartphone.

 

 

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