Yahoo! cerca acquirenti: cosa è successo e quali ipotesi per il futuro?

E’ stata la notizia della settimana, quella che vede Yahoo!, storico colosso della rete, “messo in vendita” comprese e le sue attività core: il colosso tecnologico guidato da Marissa Mayer, infatti, ha deciso di  guardare in faccia la realtà, una realtà fatta di anni di declino cui non si è riuscito a mettere un freno, e accelerare sulla strada della vendita. Secondo indiscrezioni stampa ha già iniziato ad assumere consulenti finanziari e a cercare diversi possibili acquirenti. Come riporta La Stampa, “il processo – secondo indiscrezioni – non si tradurrà in offerte concrete prima di un mese” e “fra i papabili in lista per le attività di Yahoo! ci sono colossi delle telecomunicazioni come Verizon, Comcast e At&t, ma anche società di private equity incluse Bain Capital Partners, KKR e Tpg.”

Come si è arrivati a questo punto?

È ormai da tempo che la società naviga in acque pessime e Yahoo! si è decisa a reclutare nei giorni scorsi Goldman Sachs, JPMorgan e Pjt partners come advisor finanziari, creando anche un comitato di membri indipendenti del consiglio di amministrazione per esplorare le opzioni strategiche.

Dopo i risultati disastrosi in borsa qualcosa doveva succedere: nel quarto trimestre del 2015 il colosso ha chiuso con una perdita di 4,4 miliardi di dollari in seguito alle svalutazioni di Tumblr, social network site di proprietà della società. Un risultato che ha avuto come conseguenza drammatica il taglio del ben 15% della forza lavoro, una riduzione delle spese per 400 milioni di dollari entro la fine del 2016 e la chiusura di numerosi uffici, tra cui quelli di Milano. Ma quali sono gli elementi che hanno portato a tuto questo? Eccone alcuni:

  • Il problema del mobile e della “Media Company”: come scrive il New Yorker, la sfida è stata sempre dura. Nel corso degli anni duemila, Yahoo ha deciso di identificare sé stessa non come una società tradizionale, tech, ma come una media company che creasse contenuti come dati finanziari o statistiche sportive, sperando di poter vendere pubblicità proprio attraverso la diffusione di quei contenuti; Mayer era consapevole, quando ha iniziato, che Yahoo non era riuscita a fare breccia nel mobile con quei contenuti, ma la consapevolezza non è bastata.
  • La scommessa (perduta) di Tumblr: l’acquisto del social network nel 2013, per più di un miliardo di dollari, ha disatteso le aspettative; nonostante il social mettesse in comunicazione milioni di persone, attraverso meccanismi unici di reblogging e di scambio di informazioni, al momento dell’acquisizione Yahoo si è ritrovata in mano uno strumento di publishing che non si è evoluto e ha continuato ad essere rivolto ad una nicchia di utenti.
  • Investimenti troppo alti nelle proprie app: Mayer ha dedicato risorse per ridisegnare le applicazioni più popolari tra cui quelle per la posta elettronica, il meteo, la finanza e “Yahoo sport”, costruendo anche applicazioni native disegnate appositamente per ogni diverso OS.; le app sono andate bene ma la scelta di dedicare così tante risorse, secondo gli analisti, ha fatto si che il colosso tralasciasse una visione di lungo periodo su come gli utenti le avrebbero utilizzate in futuro, rendendole presto obsolete o comunque poco utilizzate.

Naturalmente è riduttivo pensare che solo questi elementi abbiano portato alla vendita di Yahoo, ma di certo hanno profondamente influito sui risultati degli ultimi anni. Inoltre la concorrenza schiacciante ha portato a diverse conseguenze, non ultima anche un accordo proprio con il suo competitor più forte, Google, per l’advertising: in estrema sintesi, la partnership, cercata alla fine del terzo trimestre del 2015 (anch’esso ovviamente disastroso), con Big G fornisce a Yahoo! una maggiore possibilità di scelta nel mostrare la pubblicità nei risultati di ricerca, aumentando così le proprie entrate derivanti dall’advertising.

Gli sforzi però non sono serviti e la società si è vista costretta a vendere.

Qual è dunque il futuro di Yahoo?

Qual è, quindi, il futuro della società di Marissa Mayer? Ora tutto dipende da quante offerte Yahoo! riuscirà ad ottenere e, soprattutto, il loro valore. Le grandi telco hanno già fatto sapere di essere interessate all’acquisizione: tra tutti i nomi spiccano quelli di Verizon, Comcast e At&t e l’acquisizione risponderebbe alle loro logiche di espansione. At&t, secondo rumors riportati da La Stampa, sarebbe pronta a investire quest’anno 10 miliardi di dollari nella divisione che offre servizi alle aziende globali, anche per rafforzarsi su nuovi mercati.

Anche Verizon però non si è fatta pregare: già l’8 febbraio The Verge scriveva che Tim Armstrong, CEO di Verizon, stava pensando di acquisire il vecchio gigante tecnologico, ma Verizon non ha ancora coinvolto consulenti finanziari costruire un’offerta tangibile, eppure, il diretto interessamento di Armstrong lascia pensare che la telco abbia intenzioni molto serie.

Quali offerte riceverà Yahoo? Di quale portata? Nelle prossime settimane, forse, si avranno informazioni più chiare.

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