Spotify sceglie Google Cloud Platform per i dati dedicati allo streaming musicale

Spotify ha annunciato attraverso un post sul suo blog ufficiale che ha scelto Google Cloud Platform come partner per le infrastrutture cloud per il suo servizio di streaming musicale. Fino ad ora, sembra che Spotify avesse gestito il problema dei dati attraverso un proprio sistema di data center supportato da aiuti esterni, tra cui anche Amazon Web Services che inseriva Spotify tra le proprie best practice.

Nella nota si legge che “ciò che veramente ha fatto pendere l’ago della bilancia verso Google è stata la nostra esperienza con la piattaforma e gli strumenti di Google. Avere una buona infrastruttura non vuol dire solo mantenere un servizio funzionante, ma anche di rendere tutto il team più efficace ed efficiente e Google rende questo possibile”. Un endorsement importante quello di Spotify, quindi, che aggiunge “siamo piuttosto eccitati del nostro futuro con Google e speriamo che troverete anche voi la cosa interessante”.

Per Business Insider si tratta di un grosso risultato per Google, che riesce a sottrarre uno dei servizi più popolari in assoluto alla concorrenza: come scrive Matt Weinberger, “È un grande e audace obiettivo, visto che attualmente Google Cloud Platform è considerato al di sotto dei suoi principali competitor come Amazon Web Services e Microsoft Azure.” Ed è proprio per questo che si tratta di una buona notizia: Google Cloud Platform si accaparra un cliente da 75 milioni di utenti attivi al mese.

Una nota “divertente”, sottolinea Weinberger, è che in questo modo Google sta in qualche modo aiutando la concorrenza. Con questa collaborazione, Spotify sarà in grado di competere maggiormente con Google Play Music, il servizio di musica in streaming del colosso di Mountain View. Va detto che però è in buona compagnia dato che Netflix, che compete ovviamente con Amazon Prime Video, ha appena concluso la sua migrazione su Amazon Web Services.

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