Innovazione è contaminazione e apertura: sulle tracce dell’open innovation, Unicredit ha organizzato il 12 aprile a Palazzo De Carolis a Roma #ForumDeiTerritori 2016 del Centro Italia, un momento di confronto proattivo tra management e protagonisti della vita economica del territorio sui temi della produttività aziendale, dell’e-commerce, dell’interazione con la P.A., del turismo e della formazione di competenze.
La giornata – che si è aperta con un intervento di Enrico Giovannini, Professore Ordinario di Statistica Economica Università di Tor Vergata, Presidente del Consiglio di Territorio Centro di UniCredit e Giovanni Forestiero e Responsabile Centro Italia di UniCredit – si è sviluppata con la costituzione di cinque tavoli tematici ai quali hanno preso parte manager, imprenditori e stakeholders del territorio. La sintesi del confronto emerso ai tavoli è stato un ulteriore momento di confronto finale con Gabriele Piccini, Country Chairman Italy Unicredit, e Enrico Giovannini, mentre le conclusioni sono state affidate a Federico Ghizzoni, AD del gruppo.
“La tecnologia consente straordinarie opportunità sia per le imprese che per i singoli – ha affermato Enrico Giovannini – ma bisogna essere in grado di coglierle e per fare questo serve un’opera straordinaria di sensibilizzazione e di formazione. Il Forum ha rappresentato un’ottima occasione per confrontarsi su cosa i diversi agenti economici, comprese le banche, possono fare per trasformare le opportunità in realtà, così da migliorare la competitività delle imprese, la sostenibilità dello sviluppo e la qualità della vita dei cittadini”.
Emersa con chiarezza dall’incontro l’impegno della banca in un processo di innovazione che sta modificando profondamente anche i processi interni, creando alternative al modello tradizionale e soprattutto dell’avvio di un confronto con le aziende che sempre più oggi sono “senza frontiere”. Recuperare lo svantaggio, come ha sottolineato Ghizzoni nella parte introduttiva del Forum, non è più sufficiente perché il digitale non è solo una nuovo canale di comunicazione, ma una nuova lingua con cui ripensare l’economia, il sociale, la vita delle persone. E la ‘digital life’ è una realtà che oggi impone cambiamento e innovazione continui: un percorso ineludibile che però in Italia stenta ancora a decollare.
“La digitalizzazione – ha sottolineato Gabriele Piccini – è un percorso imprescindibile per tutti i soggetti privati o pubblici che siano. Per noi banca vuol dire cambiare pelle, ma anche generare e facilitare questo cambiamento tra le persone. E’ da qui che parte la forte attività di education su tutto il territorio che stiamo facendo sia per le famiglie che per le imprese. Il digitale è il nuovo mezzo per fare le cose in modo diverso: continuare a dare credito, ma in real time, continuare a pagare in un negozio, ma utilizzando solo lo smartphone, continuare ad aiutare le imprese ad essere più competitive, ma con strumenti online di lettura big data. Investimenti, ma soprattutto velocità di azione e reazione, faranno la differenza. La giornata di oggi ha avuto l’obiettivo di fare un punto su dove siamo arrivati come banca, ma anche come Paese, in questo percorso, ma soprattutto di identificare i prossimi passi per accelerare ulteriormente questa evoluzione”.
La vera sfida per la banca è quella di mettere a rischio gli attuali business per crescere, diventare più competitiva ma soprattutto affiancare le imprese, in particolare di piccole e medie dimensioni, nella digital transformation. UniCredit ha annunciato tempo fa l’investimento di 200 milioni di euro in startup, finalizzato non solo ad aiutare la trasformazione di queste realtà in grandi aziende ma anche a cercare realtà con cui poter collaborare per portare “in casa” tecnologie che queste stanno sviluppando. Il Forum è stato anche una buona occasione per ribadire che la banca non può più fare tutto internamente ma deve aprirsi all’esterno e cercare contaminazione.
“La rivoluzione digitale – ha commentato Federico Ghizzoni – sta imponendo a tutti velocità di cambiamento senza precedenti. I business tradizionali subiscono l’attacco di nuovi competitor, che beneficiano di minori costi proprio grazie alle nuove tecnologie e accesso diretto ai clienti in tutto il mondo grazie a internet. Anche le Banche si confrontano con nuovi competitor, anche non bancari: circa 4.000 nuovi operatori si stanno specializzando in aree come i pagamenti (PayPal, ApplePay) o il lending peer-to-peer (Lending Club). Negli ultimi 5 anni sono stati investiti globalmente più di 25 miliardi di dollari in FinTech, più che raddoppiati rispetto al 2014. Va però chiarito che i canali digitali rappresentano innanzitutto una grande opportunità, in quanto moltiplicano le occasioni di contatto con il cliente: chi utilizza esclusivamente la filiale fisica, entra in contatto con noi mediamente 10 volte all’anno, contro le 180 di chi utilizza tutti i canali”.
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