L’Unione Europea sostiene la digitalizzazione dell’industria

La Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure per sostenere e collegare le iniziative nazionali per la digitalizzazione dell’industria e dei servizi connessi in tutti i settori e per stimolare gli investimenti attraverso reti e partenariati strategici, che dovrebbero mobilitare più di 50 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati a sostegno della digitalizzazione dell’industria.

La rivoluzione industriale dei nostri giorni – afferma Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione e Commissario responsabile per il Mercato unico digitale – è digitale. È necessario sviluppare a un livello adeguato tecnologie come il cloud computing, la scienza basata sui dati (data-driven) e l’internet delle cose affinché possano realizzare appieno il loro potenziale. Dato che le imprese mirano a espandersi nel mercato unico, anche i servizi pubblici online dovrebbero rispondere alle esigenze odierne ed essere quindi digitali, aperti e transfrontalieri fin dalla progettazione“.

Molti comparti economici hanno adottato rapidamente le tecnologie e i processi digitali, ma l’industria europea deve sfruttare appieno le opportunità digitali in tutti i settori e indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa per essere competitiva a livello mondiale. I settori tradizionali (come l’edilizia, il settore agro-alimentare, il comparto tessile e la siderurgia) e le PMI sono particolarmente indietro per quanto riguarda la trasformazione digitale. Recenti studi indicano che la digitalizzazione dei prodotti e dei servizi incrementerà le entrate annuali delle imprese di oltre 110 miliardi di euro in Europa nei prossimi cinque anni. Diversi Stati membri dell’UE hanno già varato strategie per sostenere la digitalizzazione dell’industria, ma è necessario un approccio globale a livello europeo per evitare la frammentazione dei mercati e beneficiare delle evoluzioni del digitale come l’internet delle cose.

La Commissione provvederà a:

  • contribuire a coordinare le iniziative nazionali e regionali in materia di digitalizzazione dell’industria mantenendo un dialogo continuo a livello europeo con tutte le parti coinvolte. Un quadro di governance sarà istituito dagli Stati membri e dall’industria
  • concentrare gli investimenti nei partenariati pubblico-privato dell’UE e incoraggiare fortemente ricorso alle opportunità offerte dal piano di investimenti dell’UE e dai Fondi strutturali e di investimento europei
  • investire 500 milioni di euro in una rete paneuropea di poli di innovazione digitale (centri di eccellenza nelle tecnologie) in cui le imprese potranno ricevere consigli e sperimentare le innovazioni digitali
  • definire progetti pilota su larga scala per potenziare l’internet delle cose, i processi produttivi avanzati e le tecnologie in ambiti quali città intelligenti, domotica, automobili connesse o sanità mobile
  • adottare una normativa adeguata alle esigenze future che faciliti il libero flusso dei dati e chiarisca i diritti di proprietà dei dati generati da sensori e dispositivi intelligenti. La Commissione intende inoltre riesaminare le norme sulla sicurezza e l’affidabilità dei sistemi autonomi
  • presentare un’agenda europea per le competenze che contribuisca a dotare i cittadini delle competenze necessarie per i posti di lavoro nell’era digitale.

L’economia digitale – ha affermato Elżbieta Bieńkowska, Commissaria responsabile per il Mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le PMI – si fonde con l’economia reale. Abbiamo bisogno di leadership e di investimenti nelle tecnologie digitali in settori quali i processi produttivi avanzati, l’energia intelligente, la guida automatica o la sanità elettronica.

Nel mercato unico digitale miliardi di dispositivi connessi — compresi i telefoni, i computer e i sensori — dovrebbero poter comunicare in modo sicuro e senza problemi, indipendentemente dal fabbricante, dai dettagli tecnici o dal paese d’origine. Per questo hanno bisogno di una lingua comune costituita da norme tecniche per le quali la Commissione propone di:

  • concentrarsi su cinque settori prioritari, nel momento in cui si chiede all’industria e agli organismi di normazione di stabilire le norme: 5G, cloud computing, internet delle cose, tecnologie dei dati e cybersicurezza;
  • cofinanziare prove e sperimentazioni di tecnologie per accelerare l’elaborazione delle norme tecniche, anche attraverso partenariati pubblico-privato, per garantire la definizione tempestiva di norme tecniche allo scopo di stimolare l’innovazione e la crescita delle imprese.

In riferimento ai servizi pubblici digitali, la UE evidenzia che i cittadini e le imprese non traggono ancora pienamente vantaggio da questi che dovrebbero essere facilmente disponibili ovunque. La Commissione propone 20 misure da varare entro la fine del 2017, ed in particolare:

  • istituire uno sportello digitale unico che permetta agli utenti di ottenere tutte le informazioni, l’assistenza e i servizi di risoluzione dei problemi necessari a operare in modo efficiente a livello transfrontaliero
  • connettere tra di loro tutti i registri delle imprese e i registri fallimentari e collegarli al portale della giustizia elettronica, che diverrà uno sportello unico
  • definire un progetto pilota con le amministrazioni per applicare il principio di “una tantum” per le imprese a livello transfrontaliero; ciò significa che le imprese dovranno fornire la documentazione alle autorità pubbliche in un solo paese dell’Unione, anche se opereranno in altri Stati membri dell’UE
  • aiutare gli Stati membri a sviluppare servizi di sanità elettronica transfrontalieri come le prescrizioni e le cartelle cliniche elettroniche
  • accelerare la transizione verso gli appalti elettronici, le firme elettroniche e l’attuazione del principio “una tantum” negli appalti pubblici.

E questo rappresenta solo il primo pacchetto di politica industriale nel quadro della strategia per il mercato unico digitale.

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