#RassegnaDelSabato: le news più importanti della settimana compreso #InternetDay

Quali sono le notizie più importanti della settimana? Quali sono stati gli eventi di maggior rilievo in Italia e all’estero? Anche in questa settimana la “Rassegna del Sabato” riunisce gli approfondimenti e le notizie più rilevanti, a partire dall’Italia che ha catalizzato (quasi) tutta l’attenzione sull’Internet Day. Il 30 aprile 1986, infatti, il nostro Paese si è collegato per la prima volta in assoluto ad Internet, partendo dal Centro universitario per il calcolo elettronico (CNUCE) di Pisa, arrivando fino in Pennsylvania alla stazione di Roaring Creek. Le reazioni sono state diverse: c’è chi ha voluto festeggiare effettivamente l’arrivo di Internet e chi invece ha preferito sfruttare la ricorrenza per qualche riflessione di carattere critico. Ma in questa settimana si è parlato anche di molto altro.

#InternetDay: cosa è emerso dalla rete? Critiche, entusiasmi e necessità di maggior consapevolezza

Stefano Epifani, direttore di TechEconomy e professore di Internet Studies all’Università “La Sapienza” di Roma, ha scritto un editoriale immaginandosi nel 2036, criticando fortemente la situazione attuale: sono “Trent’anni in cui la miopia della classe dirigente e l’incompetenza della politica avevano portato il Paese a perdere il treno dell’innovazione e sprofondare nel baratro dell’irrilevanza, tra agende digitali inutili e continui ritardi nelle opere infrastrutturali che sarebbero state indispensabili per metterlo nelle condizioni di competere sullo scenario internazionale. Opere come la banda larga che, aspettando Godot o il salvatore della patria di turno, non riuscivano mai a partire”. Dello stesso avviso anche Giovanni Boccia Artieri, professore all’Università degli Studi di Urbino, che sostiene che la festa sia effettivamente un momento di rottura della routine, ma che in realtà dovremmo “festeggiare ogni giorno le possibilità di Internet, senza celebrazioni”.

Ancora più critico (se possibile) è Fabio Chiusi, collaboratore de La Repubblica e autore di diversi libri tra cui “Critica alla democrazia digitale”, che scrive: “Visto che arriva un *utilissimo* e *totalmente privo di propaganda* (sarcasm) “Internet Day”, mi premeva ricordare che il 13 febbraio abbiamo dimenticato di celebrare la Giornata Mondiale della Radio, il 25 invece di discutere di partigiani potevamo accodarci alla Giornata Nazionale del Telefono, e in ogni caso il 16 maggio tutti pronti per la Giornata Mondiale delle Telecomunicazioni. Mi raccomando, è estremamente utile”. Chiusi vede quindi nell’Internet Day un ulteriore tassello della propaganda renziana, ponendosi in modo evidentemente critico.

Dal lato dei divulgatori che in qualche modo festeggiano troviamo invece Arturo Di Corinto che, per l’occasione, su Wired chiarisce qual è la storia di questi 30 anni, rivelandone i dettagli: “Ma perché l’evento centrale si tiene a Pisa? Perché il primo segnale Internet dall’Italia è partito dalla cittadina toscana ed è arrivato a Roaring Creek in Pennsylvania spedito sulla rete Internet grazie ai satelliti del Telespazio in Abruzzo. Un evento per niente scontato per due motivi: Internet era ancora una rete giovane che collegava pochi centri di supercomputing tra vari stati americani e — secondo — in Italia c’erano altre reti di computer che collegavano aziende e università”. Una vittoria, quindi, raccontata anche da uno dei suoi protagonisti, Luciano Lenzini, su CheFuturo!: “Anche se il nodo Italiano diventò operativo il 30 aprile del 1986, per me la partita era già stata vinta quando il Butterfly (un gateway della BBN che compendeva 256 processori disposti a forma di farfalla, necessario per la connessione, ndr) era arrivato in Italia. Convincere la dogana a far passare quel computer finanziato da DARPA non fu per niente facile. Ma ancora una volta ci riuscimmo, naturalmente. Mettere su il primo nodo Internet in Italia è stata una impresa titanica, oggi posso dirlo. Ma ci eravamo prefissi come scopo il fatto che l’Italia facesse parte di Internet. Questo contava e ce l’abbiamo fatta!” Ed effettivamente l’obiettivo fu raggiunto.

Anna Masera su La Stampa, invece, approfitta dell’occasione per ribadire (giustamente) l’importanza di un uso consapevole di Internet e scrive che “è necessario che i cittadini acquisiscano consapevolezza dei loro diritti online: dopotutto l’aspirazione alla libertà è stata una ragion d’essere per gli inventori del cyberspazio.” La consapevolezza è anche il tema toccato da Marco Giorgetti, nostro visionist, che su queste pagine scrive: “Oggi su Internet troviamo una grande quantità di servizi e applicazioni, commerciali e non che sono concepiti per essere utili e semplici da usare, per semplificare la vita a chi li utilizza. Ma dietro l’apparente semplicità o dietro la promessa di gratuità, non bisogna dimenticare che possono essere strumenti molto potenti con una diffusione mondiale e che possono essere usati anche in modi inappropriati e diventare in alcune circostanze anche pericolosi.

Nel dibattito in rete, fortunatamente, non è mancata nemmeno l’ironia:

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Le news in Italia e all’estero: dall’aumento del gioco online al ritorno dei Google Glass

In questi giorni però il dibattito ha toccato anche altri temi e altri argomenti importanti. In questa settimana è stato pubblicato il nuovo resoconto di ComScore in cui si può riscontrare una sostanziale crescita dell’utilizzo di Internet nella nostra penisola: nel gennaio 2016 gli utenti online sono cresciuti del +9%, passando da 34,4 milioni, nel gennaio 2015, ad un 37,5 milioni nel gennaio 2016. L’aspetto più interessante è che la fruizione avviene attraverso sempre più dispositivi: gli utenti che hanno effettuato l’accesso alla rete con utilizzo contestuale da dispositivi mobili e da PC risultano in crescita del +18%. A cedere il passo è, invece, la navigazione esclusiva da PC che, pur confermandosi come il metodo di accesso al Web per oltre 12 milioni di utenti unici, ha subito un calo dell’11% in un anno. In questo contesto, la navigazione tramite mobile risulta essere uno dei driver fondamentali della crescita.

Di pari passo con la crescita dell’utilizzo di Internet, cresce anche il gioco online: secondo i dati dell’Osservatorio Gioco Online del Politecnico di Milano, promosso congiuntamente con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – Area Monopoli e Sogei, la spesa dei giocatori online italiani nel 2015 cresce del 13%, raggiungendo gli 821 milioni di euro e attestandosi a una penetrazione del 4,8% circa sulla spesa totale del gioco.

Sul piano internazionale, invece:

  1. Google, Uber, Ford ed altre aziende automotive e tecnologiche si sono unite in una partnership per accelerare lo sviluppo delle self-driving car. E’ quanto riporta CNET citando fonti di Reuters, specificando anche che l’obiettivo della coalizione sarebbe quello di sollecitare l’azione del Governo USA per uniformare le leggi sugli standard di sicurezza, che attualmente differiscono pesantemente da stato a stato. “Il percorso migliore per portare avanti questa innovazione è quello di avere una serie ben definita di norme federali“, ha dichiarato l’ex responsabile della US National Highway Traffic Safety Administration David Strickland in una dichiarazione. In sintesi, senza norme standardizzate, la possibilità di diffusione delle self-driving car potrebbe essere estremamente difficoltosa.
  2. Twitter ha deluso gli investitori ancora una volta con i suoi risultati finanziari del primo trimestre, che hanno mostrato una stagnante crescita del fatturato nonostante i diversi sforzi di rendere la piattaforma più appetibile per utenti e inserzionisti. Le azioni di Twitter sono scese del 13,6% a 15,34 dollari nel mercato after hour, dopo le dichiarazioni dei guadagni che hanno deluso le aspettative degli analisti. Secondo Reuters, la base di utenti di Twitter è cresciuta di poco, passando dai 305 milioni del quarto trimestre del 2015 a 310 milioni di questo trimestre appena concluso: una crescita giudicata evidentemente troppo bassa.
  3. Apple si è fermata, registrando il primo calo di fatturato dal 2003. Nonostante si tratti comunque di risultati importanti, il colosso di Cupertino ha guadagnato meno di quanto si attendevano gli analisti per questo trimestre relativo a gennaio-marzo 2016: in dettaglio, come riporta Wired, il fatturato è stato di 50,6 miliardi con un utile netto di 10,5 miliardi, mentre gli analisti si aspettavano un fatturato di 51,2 miliardi di dollari.
  4. I Google Glass sono morti? Nonostante il mancato boom, sembra proprio di no: come ha segnalato Reuters, Augmedix, una startup che sfrutta gli occhiali di Google per fornire servizi di documentazione per medici e operatori sanitari, ha dichiarato di aver chiuso un giro di finanziamenti che ha raccolto ben 17 milioni di dollari. Un segnale importante, che lascia intendere che per il mercato B2B i Google Glass potrebbero essere vivi e vegeti, mentre per il mercato B2C probabilmente si dovrà ancora attendere.

Il nuovo appuntamento per restare aggiornati sui temi della comunicazione, della tecnologia e del business è per la prossima settimana, sempre con la rassegna del sabato.

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