#IoT in fabbrica rivoluzione necessaria: intervista al direttore generale Intel Italia Carmine Stragapede

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Carmine Stragapede, direttore generale Intel Italia

L’IoT porterà una trasformazione da qui a 15 anni di gran lunga superiore a quella che ha visto l’introduzione di Internet”. Carmine Stragapede, direttore generale Intel Italia, fa capire in questo modo la necessità per le aziende non solo di “guardare” ai processi di trasformazione digitale ma di vigilare su un processo che le rivoluzionerà profondamente. “La trasformazione digitale – afferma Stragapede – deve permeare le aziende che intendono restare sul mercato”. Un mercato dove nuovi modelli di business stanno emergendo o si sono già affermati. “L’economia – continua – si sta spostando dal bisogno di possedere un bene all’interesse nell’utilizzarlo, ovvero, oggi più che pensare all’avere un oggetto siamo attenti alla possibilità di godere di un servizio”. Ne sono esempi Liquidspace, Airb&b e Uber che testimoniano come il passo dall’era del possesso a quella dello sharing sia già avvenuta.

Non si può parlare di digital transformation senza affrontare il discorso IoT e fabbrica, dove è possibile impiegare sensoristica con costi che si sono dimezzati nell’ultimo quinquennio e che danno a tutti la possibilità di mettere a bordo delle macchine di produzione dispositivi in grado di connetterle direttamente alla rete e al cloud collezionando così dati preziosi. “Il modello di automazione industriale – continua Stragapede – è completamente diverso rispetto a quello del passato. L’approccio deve essere di tipo end-to-end e ci deve essere integrazione completa dalla componente più piccola ai grandi calcolatori”.

Industry 4.0 deve essere principalmente un modo di concepire in maniera differente i processi manifatturieri e industriali grazie a IoT, cloud e dati una volta compreso, da parte delle aziende, il vantaggio che si può trarre dal connettere anche oggetti di scarso valore.

L’Italia – afferma Stragapede – ha una grande risorsa rappresentata dalle aziende manifatturiere. Delle vere e proprie eccellenze riconosciute in tutto il mondo nei settori agroalimentare, moda, arredamento e auto di lusso. Segmenti che possono beneficiare della digital transformation per mantenere la loro posizione dominante”. Aziende manifatturiere per lo più rappresentate da piccole e medie imprese e non da grandi gruppi. PMI che hanno a maggior ragione l’esigenza impellente di guardare al digitale come un alleato. “Il nostro tessuto industriale e artigianale ha bisogno di essere supportato – afferma Stragapede – visto che la nostra cultura non ci aiuta a fare sistema”. Ed è anche con l’obiettivo di far crescere culturalmente le aziende che Intel, insieme a Cisco, è impegnata nell’organizzazione di momenti come quello di IoETalk.

Chi è impegnato a fare impresa (e oggi sappiamo bene quanto questo sia davvero difficoltoso) – continua il Direttore Generale di Intel – non ha il tempo materiale di mettere in atto azioni a favore della trasformazione digitale della propria azienda. Deve pertanto avere l’opportunità di un maggiore confronto e quindi di crescita”. Cultura e condivisione ma soprattutto cultura della condivisione indispensabili ma non certo sufficienti purtroppo. L’intervento e il sostegno del Governo è infatti un fattore imprescindibile, visto il grande ritardo con cui il nostro Paese si sta muovendo rispetto ad altre realtà, come per esempio quella tedesca. “Il Governo si sta già prodigando, ma sono necessari programmi più incisivi e incentivi concreti per aiutare le aziende a fare bene. Se per esempio, dessimo la possibilità agli imprenditori di detrarre in modo semplice gli investimenti fatti a favore della digitalizzazione, avremmo buoni risultati. Sgravi fiscali artificiosi, per il cui conseguimento si rendono necessari complicati adempimenti burocratici diventano controproducenti”.

Ma quali gli ambiti sui quali Intel sta lavorando? “La prima area è quella delle tecnologie “periferiche” della fabbrica – sistemi di movimentazione, robot, piattaforme resi intelligenti da nuovi chip come Intel Quark – che deve essere supportata dalla seconda area in cui siamo impegnati, ovvero, quella dell’acquisizione dei segnali che arrivano dai diversi sensori, con Intel IoT Gateway che li raccoglie e porta nel cloud. La terza area è quella che storicamente più contraddistingue il nostro mercato, ovvero data center e cloud data center con la nostra tecnologia di processore Intel Xeon”. L’integrazione di queste tre aree porta alla nuova fabbrica digitale. Ricette semplici non esistono ma gli ingredienti necessari per ripensare le aziende sono già stati individuati con chiarezza: connettività e comunicazione, uso di dati e capacità di trasferire intelligenza sulla rete e sicurezza.

L’IoT è un qualcosa che dobbiamo imparare a leggere, così come fece un gruppo di innovatori trent’anni fa con Internet. Grazie al confronto e al dialogo si possono aiutare le aziende a leggere e interpretare l’IoT affinché diventi opportunità concreta”.

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