Se Windows 10 si rompe, Microsoft paga. Parte: 2

The box said: «’Requires Windows 8 or better».
So I installed LINUX.

La migliore esperienza Windows di sempre”. È lo slogan con cui Microsoft sta promuovendo Windows 10, spingendo i suoi attuali clienti-utenti ad aggiornare alla nuova versione del sistema operativo i propri computer. Di quanto Microsoft “spinga” abbiamo già parlato. Dell’aggiornamento gratuito (che scade il 29 luglio, dopodiché sarà a pagamento) hanno già usufruito – più o meno volontariamente – circa 300 mila dispositivi. Microsoft non sembra ancora molto soddisfatta di questo risultato: l’obiettivo del miliardo di utenti di Windows 10 entro il 2018 appare ancora molto lontano, soprattutto dopo la scadenza della promozione. La pressione psicologica esercitata sugli utenti di Windows 7 e 8 dall’onnipresente notifica di di “aggiornamento disponibile” appollaiata nella system tray non ha certo aiutato a migliorare la reputazione della casa di Redmond, così come non hanno aiutato le piccole o grandi disavventure capitate a più di un utente durante l’aggiornamento del sistema operativo, né le preoccupazioni legate alla privacy, tra le quali quelle recentemente espresse con fermezza dalle autorità francesi che si occupano di tutela dei dati personali, e che potrebbero portare alla richiesta di sanzioni.

Nasce probabilmente dal bisogno di riconquistare la fiducia di utenti più o meno delusi, o più o meno danneggiati da un fallito o impossibile aggiornamento, la trovata promozionale messa in campo negli Stati Uniti: fino al 29 luglio, infatti, chiunque si rechi in un qualunque Microsoft Store dell’Unione (ma anche del Canada o di Porto Rico) con il proprio computer da aggiornare a Windows 10, non ne uscirà comunque senza. Se il pc è vecchio e/o non soddisfa i requisiti hardware richiesti per l’aggiornamento, riceverà un bonus di 150 dollari per l’acquisto di un computer nuovo; se invece il pc risulta conforme alle specifiche ma per qualche ragione il personale del centro Microsoft non riuscirà a completare l’aggiornamento entro la giornata lavorativa in corso, Microsoft rimedierà regalando un nuovo computer, precisamente un Dell Inspiron 15.

windows-10-upgrade-challenge

Se state già pensando di volare negli States con una valigia di “scassoni” da rifilare a Microsoft, lasciate perdere: le “clausole in piccolo” sono ovviamente tante e tali da restringere l’offerta ai pochi casi effettivamente sfortunati tipo quello della californiana Teri Goldstein di cui abbiamo già detto. I computer devono essere in buono stato, completi di tutte le periferiche di base (hard disk, batteria, caricabatteria…) e funzionanti con regolare licenza di Windows 8 o successivo (che poi sarebbe Windows 8.1, se non abbiamo fatto male i conti). Considerando poi che generalmente nei Microsoft retail store, dove sareste vincolati a spendere il bonus di 150 dollari, i computer sono mediamente più cari che altrove, l’offerta finisce presto per perdere gran parte dell’appeal generato dalla comunicazione, tanto più che, ovviamente, se non avete fatto prima un backup sarà dura consolarsi per la perdita dei propri dati con un buono sconto o un notebook nuovo.

Bisogna riconoscere che la pagina web dell’offerta “soddisfatti o rimborsati”, dove troviamo anche “risparmia 20$ nell’acquisto (della licenza d’uso, n.d.T.) di Office365 Home quando aggiorni a Windows 10” e le informazioni su come vincere una Xbox One, fa un po’ tenerezza, a metà strada tra quel cartello esposto in certi autogrill, dove dicono che se il caffè non ti è piaciuto te lo rifanno gratis, e quelle televendite di materassi dove ti regalano reti, cuscini, coperte, sottocoperte e una mountan bike con cambio Shimano, ché quella ci sta sempre bene, anche se tu in realtà volevi solo un materasso.

Nel dubbio, tenetevi il vostro bel computer che va benissimo, fate un bel backup dei vostri dati, e installate un sistema operativo Linux, magari provandolo prima nella modalità “live” pensata apposta per provare senza toccare l’hard disk. Potreste avere delle piacevoli sorprese.

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