Team Trasformazione Digitale, ovvero una storia al contrario

Questa è la storia, fin qui, del Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale Diego Piacentini e del suo Team, il Team per la Trasformazione Digitale. Come spesso accade in Italia, è una storia al contrario.

Siccome in Italia l’amministrazione dello Stato funziona poco e male, la scorsa primavera l’ex premier Renzi ha deciso di cercare ispirazione in una multinazionale americana.

Trattandosi di mettere mano a problemi procedurali e di diritto, Renzi ha optato per una multinazionale che ha fatto successo grazie alla propria logistica.

Cercando chi potesse mettere mano alla stagnante burocrazia italica, Renzi ne ha scelto il direttore delle vendite. È Diego Piacentini, italiano, il che credo debba essere interpretato come una garanzia, anche se non so di cosa.

Siccome la cultura USA del business prende sul serio il conflitto di interessi, Piacentini da Amazon (primo fornitore di servizi in cloud per il governo USA) si è messo in aspettativa, non licenziato. E siccome fa tesoro della cultura del suo Paese d’origine dove “ccà nisciuno è fesso”, non ha nemmeno venduto le proprie stock options.

Siccome in Italia c’è un’Agenzia Governativa la cui sola ragione d’essere è modernizzare digitalmente la PA, l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), Renzi ha nominato Diego Piacentini Commissario Straordinario del Governo per l’attuazione dell’Agenda Digitale, senza chiarire se e come la sua azione modernizzatrice debba integrarsi con quella di AgID.

Siccome in Italia il problema è da sempre una molteplicità di referenti che porta a una latitanza della responsabilità, AgID e il Commissario Straordinario sono di fatto concorrenti.

Già l’inizio dovrebbe bastare a suggerire che non conviene aspettarsi miracoli.

Il Commissario Straordinario ha dato immediatamente mostra di senso della missione e dello Stato aprendo un blog su Medium per sé e il suo “Team per l’Innovazione Digitale”.

Siccome in Italia i lavori vanno sempre agli amici degli amici, per fugare ogni dubbio il Commissario ha “indetto un bando” tramite un post sul proprio blog.

Siccome la trasparenza è un valore, nel post non si faceva menzione di procedure né di criteri di valutazione, in compenso si diceva candidamente che alcune delle posizioni erano già coperte al momento dell’uscita del bando.

Siccome il Commissario voleva per sé i migliori talenti sul mercato, il “bando” offriva stipendi allineati al mercato internazionale. Incidentalmente, sono arrivati solo italiani.

Siccome il “bando” era aperto, tutti i prescelti che non conoscevano direttamente Piacentini da prima che fosse Commissario, sono arrivati al Team presentati da qualcuno.

Siccome il Team deve rimettere mano a decenni di intricate procedure, nel team non c’è una sola persona che provenga da o abbia esperienza di Pubblica Amministrazione, o di design di processi.

Siccome in Italia le leggi si accavallano e si contraddicono da decenni, nel Team c’è un solo avvocato.

Nella mia esperienza IT, alcuni dei migliori tecnici che ho incontrato erano in corpi femminili. E quindi nel Team per la Trasformazione Digitale ci sono addirittura due donne. Una alla comunicazione, l’altra ai rapporti internazionali. Ma è sicuramente un problema mio.

Siccome in Italia siamo bravi solo a fare annunci, il manager venuto dagli USA per prima cosa ha pubblicato un Manifesto; o, come diremmo in Italia, una dichiarazione d’intenti. E siccome fra gli intenti dichiarati c’è quello di “valorizzare gli asset esistenti”, nessuno dei componenti del Team proviene dalla PA.

Poi negli ultimi giorni (sempre sul blog) annuncia un “Programma ancora in evoluzione” in cui elenca dodici argomenti dodici (di cui non è chiara la relazione con i 10 del Manifesto), addirittura tre dei quali riguardano “progetti in corso”. Andate a leggerli, se volete. E ditemi se il “nuovo sistema operativo del Paese” che descrive non è soltanto storytelling.

Siccome in Italia ci prendiamo troppo sul serio, in quest’ultimo post il Commissario chiede ironicamente “sentito mai parlare di project management”? Ah, il sense of humor anglosassone! Ah, la tauromachia!

Siccome in Italia, quando scendiamo dall’albero di banane, qualcuno invece ha sentito parlare di project management, notiamo che a sei mesi dall’insediamento il Commissario non ha ancora dato alla luce né uno straccio di piano di lavoro, né una mission degna di questo nome, né un elenco di obiettivi misurabili, proprio come un qualsiasi dirigente italiano.

Non è ancora tutto.

Siccome la digitalizzazione della PA è un progetto intrinsecamente politico, ossia direttamente dipendente dal modello di relazione fra cittadino e Stato che si desidera, il Commissario dichiara:

la trasformazione digitale e la semplificazione della Pubblica Amministrazione non devono avere colore politico e non devono dipendere da chi è al Governo

E siccome, come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato ma non si sbaglia mai, il Commissario commenta così la presenza di un ex dipendente di Google nel suo Team (enfasi mie):

mi aspetto delle critiche per l’ingresso di un’altra azienda nel Governo.

Quindi abbiamo un Commissario Straordinario che si considera parte del Governo e si vede come emissario di un’azienda. Non male, considerando che l’azienda di cui fa ancora parte è potenzialmente un fornitore dello Stato proprio per quei servizi in cloud che il Commissario ha indicato come una delle ovvie vie da percorrere. Non male, considerando che per la sua posizione il Commissario ha facoltà di indirizzo sulle scelte di altre Amministrazioni pubbliche.

Sono sicuro che il venditore venuto dall’America per risolvere problemi che non conosce farà un grande lavoro. Purtroppo, temo, il proprio. I segnali ci sono già tutti. Buone feste.

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