Come si costruisce un progetto eLearning?

Federica Cerqua, project manager Teleskill

Una delle fasi più importanti nella progettazione eLearning è senza ombra di dubbio l’ascolto del cliente finalizzato a proporre soluzioni cucite su misura”. Inizia così la conversazione con Federica Cerqua, project manager Teleskill, impegnata da anni nella progettazione di soluzioni che trasformino l’esperienza della formazione a distanza in coinvolgimento e quindi crescita professionale.

Nel momento in cui si avvia un progetto eLearning – racconta – ci si confronta per fare un’analisi del business della realtà produttiva che intende organizzare formazione on line. Oltre che capire il mercato al quale l’impresa si riferisce è indispensabile studiare come la formazione viene gestita in azienda oltre che il target dei corsi e le modalità di gestione del processo di comunicazione”.

L’offerta tecnologica non può prescindere da tutti questi elementi e non può pertanto essere “standardizzata” ma necessariamente pensata per esigenze specifiche.

Le attività di analisi – continua Federica – non sono sempre comprese in modo adeguato. Alcuni le considerano una perdita di tempo, ma partire con il piede giusto, conoscendo in modo adeguato obiettivi e contesto per poi scegliere sulla base di questo scenario, porta non solo a risultati migliori, ma spesso anche a risparmi”.

Individuare le esigenze formative specifiche degli utenti, infatti, e soddisfarle attraverso strumenti adeguati non è cosa semplice, ma rappresenta una chiave di successo. Senza analisi preliminare sarebbe impossibile farlo. “L’affiancamento in fase di startup è utile anche per individuare eventuali criticità in tempo utile e raddrizzare il tiro quando necessario” – continua Federica.

Quali gli errori più comuni commessi dalle aziende che si avvicinano all’eLearning?

Sicuramente sottovalutare la necessità iniziale di comprendere i reali bisogni interni, per lasciarsi trasportare dalle mode del momento o peggio ancora per scegliere eLearning pensando solo al vantaggio economico (questo in particolare nel caso della formazione obbligatoria aziendale).

Se si individuano in modo puntuale gli obiettivi da raggiungere, si può dare valore al progetto e garantire a questo una redditività nel tempo, costruendo ambienti riusabili e adattabili ad altre esigenze future.

Il voler comprare una soluzione a scatola chiusa, senza la percezione di poter aprire la scatola per capire come costruirla meglio, in base a quello che vogliamo questa contenga, è un errore grande, a cui difficilmente si pone rimedio.

Quale l’atteggiamento di approccio corretto delle aziende alla formazione a distanza?

Vince sicuramente chi si fa guidare da esperti e si mette a disposizione, interagisce e si apre al fine di percorrere insieme il percorso di progettazione dell’attività formativa. Vince anche chi dedica tempo a capire dove vuole andare, rinunciando a una cosa precotta ma probabilmente non adatta.

Il tutor nell’eLearning è una figura fondamentale. Quanto c’è di vero in questo?

Concordo sul fatto che il tutor ricopra nei progetti eLearning un ruolo davvero importante, che può influire in maniera diretta sul buon esito o meno della formazione. Il tutor è un motivatore, una persona che supporta l’engagement e che può essere individuato internamente, se l’azienda può contare su una persona di esperienza, o esternamente ricorrendo a un esperto. Ricoprire questo ruolo non è un’attività banale: il tutor deve stimolare i contatti moderando quando necessario; deve sollecitare le interazioni senza essere invadente; deve far emergere il meglio delle persone presenti nella comunità di pratica che si forma durante il periodo di formazione.

Quale la tipologia di formazione più efficace da sposare?

Non esiste una tipologia vincente su tutte, ed è per questo che occorre capire in fase di analisi qual è la giusta combinazione tra i diversi strumenti disponibili. Per la mia esperienza so che l’e-learning che funziona meglio è sicuramente quello che prevede anche un’attività frontale in aula, che ricostruisce il rapporto diretto, umano. Funziona molto bene l’aula virtuale, dove le persone hanno la possibilità di interagire con il docente per fare domande e confrontarsi, come risulta ideale la costituzione di comunità di pratica che continuino ad interagire anche a formazione finita e diventino un patrimonio di grande valore per l’azienda.

Non c’è insomma una ricetta universale che si possa adattare a ogni contesto. Il mio lavoro consiste proprio nel rivedere ingredienti e quantità affinché il prodotto finale sia proprio quello che consente di “saziarci”. Di nuove conoscenze e competenze.

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