Performance management nel 2020: cosa cambierà e come adattarsi

La comunità dei cosiddetti manager “tradizionalisti” della performance (cioè gli esperti di LoadRunner, SilkPerformer, ecc.) è evidentemente preoccupata per gli inesorabili cambiamenti che attualmente stanno emergendo: è ormai chiaro che il buon vecchio “centro di eccellenza delle performance” sta scomparendo. E alcuni di questi ingegneri hanno paura di rimanere indietro perché non riescono a stare al passo con DevOps. Molte persone si stanno chiedendo come far evolvere la propria carriera, quali tecnologie aggiornare e quali competenze sviluppare.

Ecco alcuni suggerimenti per comprendere i recenti sviluppi del monitoraggio delle performance:

# 1 Impara un nuovo linguaggio di scripting

Sia in Python, Ruby, Go o in qualsiasi altro linguaggio di scripting, è una scommessa vinta che tu esegua, ancora oggi, determinate attività manualmente. Scegli un linguaggio che non conosci veramente e trova un modo per automatizzare attività noiose, lunghe e senza valore aggiunto.

# 2 Non sottovalutare la potenza dell’APM

C’è oggi un generale consenso intorno all’Application Performance Management, secondo cui il monitoraggio delle prestazioni non può più fare a meno degli strumenti di APM.

In effetti, tutto ora riguarda servizi, API, applicazioni e utenti finali. Tanti componenti su cui le moderne soluzioni APM offrono una visibilità totale.

Ma non devi pensare che queste soluzioni siano complesse da installare e configurare, e che bisogna sapere gestire le proprie applicazioni. Questo potrebbe essere stato vero in passato, ma oggi non è più così.

#3 Shift-Left: includi il monitoraggio delle performance nei processi di integrazione e di delivering continui

Probabilmente hai sentito la frase “Shift-Left” senza sapere veramente cosa significasse. Ecco una spiegazione interessante: si tratta di fornire ai propri sviluppatori feedback rapidi, frequenti e concreti sulle prestazioni in modo che possano immediatamente integrarli nella riga di codice che stanno scrivendo. Solo allora potremo davvero parlare di performance engineering, non solo di test alla fine di un ciclo di sviluppo.

#4 Shift-Right: approfitta del monitoraggio già in produzione

“Shift-Right”: questo comporta la definizione, l’implementazione e l’utilizzo del monitoraggio in produzione. Spetta ai manager delle performance offrire la propria esperienza per definire, testare e convalidare ciò che deve essere monitorato, i cruscotti da usare e gli avvisi da mettere in atto nella produzione.

Inoltre, i dati del monitoraggio in produzione consentono di definire scenari di test molto più realistici in fase di pre-produzione. Ad esempio: le transazioni più eseguite, il percorso di navigazione più utilizzato, il tipo di browser, i dispositivi e la larghezza di banda degli utenti, ecc.

Il monitoraggio delle prestazioni nell’ambiente di produzione ha quindi due aspetti:

  • Invece di creare un ambiente di test separato, è sull’apparecchiatura di produzione che verranno eseguiti i test, ad esempio al di fuori delle ore di punta o in ambienti temporanei che duplicano la stessa infrastruttura di produzione.

  • Un numero sempre maggiore di architetture applicative consente di testare le prestazioni con traffico reale, esponendo una nuova funzionalità a una parte di utenti reali. Laddove possibile, i tecnici delle performance possono ottimizzare l’implementazione e la configurazione o analizzare i problemi di prestazioni una volta che il nuovo codice è stato distribuito direttamente nella produzione. Test a grandezza naturale, con utenti reali!

In ogni caso, è essenziale avere un monitoraggio in tempo reale, stack completo e tenendo conto dell’utente finale. Nel caso di un problema di prestazioni, un processo di ottimizzazione deve essere messo in produzione. E molti passaggi di questo processo possono ora essere automatizzati. Questo è il caso, per esempio di auto-mitigazione, auto-ottimizzazione o auto-riparazione del sistema.

# 5 Familiarizzare con le più recenti tecnologie cloud e container

Se non hai ancora portato un server nel cloud o non hai implementato un ambiente di container, aggiungilo ora all’elenco delle cose da fare! Ad esempio, inizia con un tutorial su AWS per imparare come iscriversi gratuitamente a un account AWS, avviare le prime istanze EC2 e collegarsi in remoto a macchine Linux.

#6 Usa l’intelligenza artificiale a tuo vantaggio

L’intelligenza artificiale è una, se non LA tendenza dell’anno! Molti vendor si vantano di sfruttare l’intelligenza artificiale, o addirittura di offrire l’unica vera soluzione di AI sul mercato.

Non importa se si chiama Artificial Intelligence, Machine Learning o semplicemente “la capacità di analizzare rapidamente e automaticamente molti dati, accessibili tramite REST”. Ciò che conta è che il monitoraggio delle prestazioni possa trarre vantaggio dagli ultimi progressi nel settore. L’analisi dei dati delle prestazioni è sempre stata estremamente dispendiosa in termini di tempo per gli esperti. E il volume dei dati continua ad aumentare, oggi e ancor di più negli anni a venire. L’unico modo per sopravvivere a questi dati, per trovare schemi e anomalie, è usare un motore di intelligenza artificiale.

Chiedi al tuo fornitore come si posiziona nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Assicurati che fornisca non solo un modo di analizzare più dati, ma anche di capirne le dipendenze e le interrelazioni.

# 7 Non considerare il NoOps come parola chiave

NoOps è senza dubbio la prossima grande rivoluzione, dopo il delivering e l’operation continui.

NoOps è interamente dedicato all’automazione intelligente delle operation tradizionali, tra cui: provisioning delle risorse, modifiche alla configurazione, riavvii, gestione degli errori e altro ancora.

Il cambiamento sembra inesorabile e i performance manager devono comprenderlo, e soprattutto prendere le giuste iniziative e negoziare la svolta migliore per la propria carriera.

di Gilles Portier, Senior consultant APM Dynatrace

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