Un passo avanti verso il ricorso collettivo, la nuova proposta di modifica della legislazione comunitaria avanzata dal commissario per la Giustizia, Vera Jourova. “Introdurremo un diritto di ricorso collettivo europeo per i gruppi di consumatori che hanno subito un danno, con adeguate garanzie per evitare gli abusi”.
La proposta viene definita un “new deal” per i consumatori, in direzione di una norma che assicuri la riduzione delle disparità tra imprese e cittadini. E’ da tempo che CODICI attende che in Europa venga stabilita una norma sulla class-action.
La Commissione europea prova a compiere il grande passo con le proposte di modifica delle direttive sui diritti e la tutela del consumatori in senso più ampio per i cittadini Ue. La principale modifica alle regole esistenti che l’esecutivo comunitario chiede agli Stati membri, che dovranno ora esprimersi su queste proposte, è la creazione di un quadro europeo per le azioni collettive.
L’esecutivo comunitario vuole rendere possibile, “per un soggetto riconosciuto” quale ad esempio un’organizzazione dei consumatori o un’associazione senza fini di lucro, presentare ricorso a nome e per conto di un gruppo di consumatori che sono stati lesi da pratiche commerciali illecite. Una pratica che esiste già in alcuni Stati membri, ma non in tutti.
Si vuole quindi europeizzare l’istituto della class-action e CODICI, che da anni si batte a difesa della tutela dei diritti dei consumatori e ha presentato anche in Senato la richiesta di una norma organica in materia, non può che appoggiare questa decisione. La proposta della Commissione europea potrebbe ridelineare i tratti della battaglia a difesa dei consumatori. Arrivare ad avere una class-action europea comporterebbe un radicale cambiamento.
In casi come quello scandaloso del Dieselgate, responsabile della morte di 35 mila persone, le vittime di pratiche commerciali sleali, come la pubblicità ingannevole da parte di costruttori di automobili non conformi al quadro normativo dell’UE per l’omologazione dei veicoli o alla legislazione ambientale, potranno ottenere riparazione collettivamente attraverso un’azione rappresentativa ai sensi della nuova direttiva.
Nello specifico si intende aggiornare la direttiva del Consiglio concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori, la direttiva relativa alla protezione dei consumatori in materia di indicazione dei prezzi dei prodotti offerti ai consumatori, la direttiva relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno e la direttiva sui diritti dei consumatori.
Tra le più importanti novità, c’è l’aggiornamento delle norme del web. Nel settore e-commerce i consumatori dovranno essere informati in modo chiaro se l’acquisto deriva da un professionista o da un privato, in tal modo saranno consapevoli di potersi avvalere dei diritti che li proteggono in caso di problemi.
Oltre a questo, la novità sarà che i diritti di informazione e recesso già previsti in caso di pagamento per servizi on-line, si estenderà ai servizi di archiviazione su cloud, social media o posta elettronica.
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