Inspiring Girl: lotta agli stereotipi di genere

Cosa farò da grande? L’ingegnere, l’informatico, il medico, dicono i ragazzi delle scuole medie. Le insegnanti, le veterinarie, le avvocate, fanno da controcanto le ragazze. Questo dice una ricerca Ipsos presentata di recente e promossa da Valore D dalla quale emerge un triste panorama carico di stereotipi di genere già in fase adolescenziale.

Dove abitano e si alimentano gli stereotipi?

Secondo il rapporto, le scelte in merito al futuro occupazionale e a quello che si vuole fare da grandi è influenzata prevalentemente dalla famiglia, dove la mamma rappresenta il principale role model per le figlie (47%) e il papà per i maschi (44%).

Un genitore su 2 ritiene che i maschi siano più portati per le materie scientifiche, che sia più facile per gli uomini fare carriera e che tocchi alle figlie occuparsi della famiglia (quasi per l’80% degli intervistati). Stereotipi che si riversano e si insinuano sui figli e le figlie tanto che 4 ragazze su 5 pensano che saranno loro a occuparsi maggiormente della famiglia.

A chi si ispirano gli adolescenti?

Secondo Ipsos per le ragazze i modelli di riferimento sono prima di tutto i genitori e la famiglia e poi gli insegnanti (19% contro il 5% per i maschi), mentre i ragazzi guardano con attenzione ai personaggi dello sport. Le ragazze che si ispirano a imprenditrici sono solo il 3%, quelle che guardano a donne di successo in ambito scientifico il 4% (a fronte di un valore doppio dei ragazzi). L’80% di loro ritiene che i ragazzi abbiano maggiori opportunità di carriera.

C’è bisogno di modelli positivi che distruggano gli stereotipi?

Il progetto internazionale InspirinGirls, fondato da Miriam Gonzalez e attivo in 6 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia, mira a proporre ai ragazzi delle scuole medie modelli di donne che svolgono mestieri e ruoli tradizionalmente maschili agli studenti delle scuole medie. Questo perché è proprio tra gli 11 e i 14 anni che si decide il “cosa farò da grande” ed è a questa età che cambia la percezione rispetto alle proprie capacità nelle STEAM: il 31% delle ragazze tra gli 11 e i 14 anni, infatti, giudica la matematica una materia divertente e piacevole, contro il 50% delle ragazze tra i 7 e 10 anni.

In Italia InspiringGirl, realizzato da Valore D in partnership con ENI e Intesa Sanpaolo e con il patrocinio del MIUR, è alla sua seconda edizione, ha visto la partecipazione di oltre 400 role model e 100 scuole collocate in diverse città del Paese.

Questo progetto – afferma Grazia Fimiani, direttore Risorse Umane e Organizzazione di Eni – testimonia e rafforza l’impegno della nostra azienda nell’orientamento scolastico e nella collaborazione con il mondo dell’education, finalizzato a creare sinergie di valore tra mondo aziendale e mercato del valore”. Un impegno che in Eni si materializza attraverso la valorizzazione delle differenze nello sviluppo delle capacità e nell’attività svolta da lavoratori e lavoratrici.

Manager, ingegnere, professioniste, sportive, imprenditrici, grazie a InspiringGirls, diventano modelli di riferimento raccontando nelle scuole le proprie esperienze rispetto alla carriera professionale intrapresa. 100 quelle individuate in Eni, professioniste che lavorano nelle linee tecnico-scientifiche, impegnate a portare la loro esperienza positiva in diverse scuole d’Italia.

La seconda edizione del progetto è stata presentata alla fine di marzo a Roma ed ha visto la partecipazione, tra le altre, di Alexia Giugni, rallysta, esperta di finanza e Managing Director in banche di investimento internazionali e Chiara Petrioli, direttore del Sensor Networks and Embedded Systems Laborator e coordinatrice del Cyber Physical System Lab del centro di Cyber Intelligence e Information Security de La Sapienza di Roma.

 

In collaborazione con Eni

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