Mentre in Occidente Facebook corre ai ripari dopo lo scandalo di Cambridge Analytica dando una rinfrescata alle proprie policy sulla privacy dei dati personali degli utenti, i social network cinesi sono alle prese con un problema molto più prosaico: la sonora protesta degli utenti dopo la “mannaia” della censura.
Nei giorni scorsi Weibo – il corrispettivo cinese di Twitter – ha annunciato una stretta su determinati tipi di contenuti, mettendoli al bando per “ripulire” il social network da materiale ritenuto inadatto dal management della piattaforma. Oggetto del ban, tutti i contenuti – inclusi anime e manga – che promuovono la violenza, la pornografia e l’omosessualità.
Comprensibilmente, la decisione di Weibo ha immediatamente scatenato un’ondata di polemiche: considerare l’omosessualità come qualcosa di censurabile, da non mostrare e da bandire dalle discussioni sui social network attribuendole la stessa valenza negativa della violenza, va oltre una semplice faccenda di policy, anche in un paese dove i censori hanno la mano pesante.
In modo estremamente rapido, la protesta della comunità LGBT ha coinvolto gli utenti di Weibo, che hanno cominciato a invadere il social network con contenuti gay related, facendo confluire le proprie voci negli hashtag #iamgay and #iamgaynotapervert. I hue hashtag hanno valicato i confini della piattaforma cinese per finire su Twitter, dove #我是同性恋 (#SonoGay) ha dato il via alla discussione anche tra il pubblico occidentale.
Dopo aver cercato di arginare l’alluvione di messaggi – cancellandoli in modo piuttosto brutale per qualche giorno – Weibo ha però deciso di fare marcia indietro, rimuovendo il ban sui contenuti a tema omosessuale e addirittura ringraziando gli utenti «per la discussione e i suggerimenti».
Lesson Learned: I social network sono sì aziende nate per fare profitto, ma sono innanzitutto popolati da persone da persone che danno vita innumerevoli community. Prima di prendere qualsiasi decisione in merito alla gestione della tua community, tieni sempre presente che senza le persone che la popolano non ci saresti nemmeno tu.
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