GDPR: il 70% delle aziende non risponde alla richiesta di dati degli utenti

Circa il 70% delle aziende di tutto il mondo non è riuscito a rispondere alle richieste da parte degli utenti di ottenere una copia dei propri dati personali entro un mese così come stabilito dai regolamenti del GDPR. Lo rivela una nuova ricerca di Talend , leader globale nelle soluzioni cloud di integrazione dati.

La ricerca si basa sulle richieste di dati personali rivolte a 103 aziende con sede o operanti in Europa in vari settori, tra cui retail, media, tecnologia, settore pubblico, finance e viaggi. La ricerca è stata condotta tra il 1 giugno e il 3 settembre 2018, Talend ha considerato le risposte all’articolo 15 del GDPR (“Diritto di accesso da parte dell’interessato”) e le richieste dell’articolo 20 (“Diritto alla portabilità dei dati”), esaminando anche il rispetto del GDPR per quanto riguarda le politiche sulla privacy, la velocità e la completezza delle risposte.

“GDPR richiede analisi sui dati aziendali e sulla governance”, ha affermato Penny Jones, Research Director di 451 Research. “Ricerche recenti, compresa quella condotta da Talend e altre ricerche condotte 451 Research, hanno messo in evidenza che mentre molte aziende comprendono l’importanza del GDPR, molte altre non stanno ancora mettendo in atto le soluzioni necessarie per gestire correttamente i propri dati in termini di tecnologie e processi. Di conseguenza, molte aziende non assolvono gli obblighi dettati dal GDPR. Come risultato, non sono in linea con i requisiti del regolamento per quanto riguarda i metodi di archivio, gestione e recupero dei dati”.

“GDPR rappresenta un’opportunità per fidelizzare i clienti. Nell’era digitale, è strategico per le aziende avere una visione a 360 gradi dei propri clienti “, ha dichiarato Jean-Michel Franco, Senior Director Data Governance Products di Talend. “Le aziende devono garantire che i dati siano consolidati e archiviati in modo trasparente e condivisibile. Inoltre, il limite di un mese stabilito dal GDPR dovrebbe essere considerato come una scadenza assoluta inderogabile piuttosto che un traguardo da raggiungere. Dalla nostra ricerca emerge che per alcuni brand è possibile soddisfare le richieste entro un giorno, suggerendo quindi che le aziende ben comprendono che i tempi di risposta rapidi aumentano la fiducia dei propri clienti”. 

La conformità al GDPR è più elevata al di fuori dell’Europa

Solo il 35% delle aziende europee intervistate ha fornito dati. Tra queste, imprese con sede nel Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Svezia e Italia. Tuttavia, al 50%, il tasso di conformità è risultato di poco superiore per le imprese non europee, il che suggerisce che le imprese al di fuori dell’Europa stiano adottando un approccio leggermente più proattivo al GDPR.

I risultati peggiori per le imprese del settore retail

Un preoccupante 76% delle aziende del settore retail intervistate non ha risposto, mentre il settore con le migliori prestazioni, quello dei servizi finanziari, ha registrato un tasso di successo pari solo al 50%. Analizzando i risultati, la ricerca suggerisce che le aziende che hanno iniziato offline, e quelle che sono ostacolate dai sistemi legacy, potrebbero trovare il percorso alla conformità con il GDPR più impegnativo.

Tempi di risposta significativamente diversi da un settore all’altro

La grande maggioranza (65%) delle aziende conformi al GDPR ha impiegato più di dieci giorni per rispondere e il tempo medio complessivo di risposta è stato di 21 giorni. Per alcune, tuttavia, la risposta è stata molto più rapida. Di coloro che hanno risposto entro il limite di tempo (il 22% delle aziende) – principalmente servizi di streaming, mobile banking e aziende tecnologiche – hanno risposto in un solo giorno, suggerendo che le aziende che offrono servizi digitali sono più agili quando si tratta di conformità al GDPR.

Qui è possibile trovare alcuni approfondimenti che possono aiutare a gestire tecnologie e processi per essere conformi al GDPR.

 

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