di Marco Fanizzi, VP EMEA, Commvault
L’istituto statunitense Pew Research Center ha condotto un’interessante ricerca sulla parità di genere a livello internazionale. Nei 34 Paesi presi in esame, il 94% degli intervistati definisce “importante” che le donne abbiano gli stessi diritti degli uomini. E una volta tanto anche l’Italia, con il 95%, è allineata sulla stessa convinzione. Siamo sulla buona strada verrebbe da dire. E sicuramente negli ultimi anni sono stati fatti passi importanti nella giusta direzione di uguaglianza.
Ma altri ne restano da intraprendere, se consideriamo altri dati provenienti dalla stessa ricerca: oltre la metà degli intervistati (in Italia il 63%) pensa che le donne siano sfavorite quando si tratta di occupare posizioni lavorative con stipendi alti. E non c’è solo questo: un’altra ricerca, firmata Bizzabo, ha messo in luce come a livello globale il 70% dei relatori agli eventi business sia maschio, indipendentemente dal mercato e dalla geografia.
Istituzioni globali e nazionali da tempo puntano l’occhio su questa situazione di disequilibrio, tanto che alla parità di genere è dedicato un obiettivo specifico delle Nazioni Unite. Anche le organizzazioni pubbliche e private devono fare la loro parte, per superare gli ultimi ostacoli rimasti al raggiungimento di questo obiettivo.
Devono parlare i fatti. Le possibilità di accesso e di carriera devono essere uguali per tutti, senza distinzione di genere – né di altro tipo. Il genio e le capacità sono in ognuno di noi, limitare il contributo che le persone possono dare a causa di uno stereotipo o di una abitudine consolidata non è solo sbagliato come approccio, è anche prova di cattivo management.
La parità di genere deve essere un obiettivo da perseguire a ogni livello, a cominciare dalla formazione in azienda. Fa parte del bagaglio del vero leader la capacità di individuare il talento e farlo emergere, con i modi e gli strumenti adeguati. E non c’è dubbio che la diversità rappresenti un punto di forza per ogni organizzazione, perché la rende più flessibile e aperta, a rispecchiare un mondo esterno che è sempre più vario, lo stesso mondo a cui ognuno di noi si rivolge per offrire prodotti e servizi.
In questo senso, la parità di genere, come ogni forma di inclusione, non è solo un obiettivo di uguaglianza sociale, ma è anche un obiettivo di business, e come tale va perseguito dall’intera organizzazione aziendale, a cominciare dal top management.
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