Acqua: dall’irrigazione data driven ai satelliti, la tecnologia che aiuta a non sprecare la risorsa più preziosa

Acqua fonte di vita, un concetto che non è cambiato nei millenni e oggi una preoccupante siccità causata principalmente da temperature elevate e da scarsità di precipitazioni, sta mettendo a dura prova non solo luoghi “abituati”, ma anche zone come il nostro continente europeo

Immagine distribuita da Pixnio con licenza CCO

Nell’antico regno di Saba, l’odierno Yemen, a partire dal 750 a.C. era stata edificata un’imponente diga, che dopo il 500 a.C. aveva raggiunto un’altezza di 14 metri e una lunghezza di 800. Il manufatto aveva permesso di incanalare le acque che scendevano dalle montagne ed irrigare con successo circa 10.000 ettari di territorio, altrimenti improduttivo. Trascuratezza nella manutenzione fu la causa più probabile del suo progressivo incrinarsi, fino al crollo, che – reazione a catena – provocò l’inaridimento dei campi, la crisi per il popolo ed il suo massiccio spostamento verso l’interno del Paese, in cerca di miglior fortuna. In realtà, da stanziali, questi esuli divennero nomadi, non trovando altro che deserto. “Arabi” significa proprio vagabondi del deserto.

Acqua fonte di vita: il concetto non è cambiato nei millenni e oggi una preoccupante siccità sta mettendo a dura prova non solo luoghi “abituati”, ma anche zone come il nostro continente europeo. Un recente approfondimento di Ramona Magno, direttrice dell’Osservatorio siccità dell’Istituto per la bioeconomia del Cnr, motiva le temperature elevate e la scarsità di precipitazioni: «Alcuni fattori si sono sommati: la riduzione delle piogge (fino a 2/3 in meno nel nordovest), temperature sopra la media, con un periodo natalizio e un febbraio particolarmente miti, le scarse precipitazioni nevose (oltre il 50% di neve in meno caduta rispetto alla stagione precedente) e frequenti fenomeni di föhn sulle regioni nord-occidentali, che hanno favorito l’evaporazione e il disseccamento del terreno. Tutto a causa di un’anomala persistenza dell’anticiclone, che ha stazionato sull’Europa mediterranea centro-occidentale impedendo l’ingesso di perturbazioni significative. La primavera non ha risolto la situazione. Le agognate piogge in grado di risanare, almeno in parte, il deficit accumulato non sono state sufficienti, anzi, l’anomalia meteo-climatica è proseguita e da maggio a luglio abbiamo avuto una rincorsa continua al record».

Secondo le analisi dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr, dopo sette mesi questo 2022 risulta essere l’anno più caldo e secco dal 1800. «Abbiamo la conoscenza, le tecnologie e anche gli strumenti legislativi per poter identificare, monitorare, prevedere e affrontare un problema che diventa ogni giorno più pressante. Ma forse manca una visione integrata e la volontà di agire non pensando di poter raggiungere sempre lo scopo nell’immediato o che i frutti di lungo periodo siano più costosi. In realtà, i costi delle soluzioni reattive sono maggiori rispetto alle soluzioni proattive. Bisogna agire ‘quando piove’, senza aspettare una siccità».

Le tecnologie digitali applicate all’agricoltura offrono concreti ausilî: in questo caso, parliamo di irrigazione data-driven, su cui ha rivolto l’attenzione l’edizione 2022 dell’Environmental Award della Città di Norimberga, assegnando all’azienda tedesca Paessler il riconoscimento per l’impegno continuo nella protezione dell’ambiente e sviluppo sostenibile. Attiva dal 1997, lavora per soluzioni di monitoraggio in tutti i settori e per tutte le dimensioni, dalle PMI alle grandi imprese, nell’ottica di ridurre il consumo di risorse dell’umanità, migliorare le infrastrutture IT, OT e IoT e ridurre il consumo energetico e le emissioni Paessler.

Il team New Product Innovation di Passler ha sviluppato una modalità di irrigazione intelligente che possa aiutare a contrastare la siccità e favorire le coltivazioni idroponiche, in cui le piante crescono non in terra ma in acqua arricchita con ossigeno e minerali. Evidenti i vantaggi: una maggiore resa grazie all’ottimizzazione dell’uso, riduzione di costi  e, last but not least, abbassamento livelli di nitrati nell’acqua di falda (ovvero meno fertilizzanti).

Entrando nello specifico tecnico, le nuove soluzioni Paessler prevedono connessioni LPWAN a risparmio energetico (i sensori inviano i dati a una console di monitoraggio centrale attraverso una connessione LPWAN a basso consumo di energia,  Low Power Wide Area Network), raccolta di dati dal suolo e atmosferici, possibilità di programmare sessioni di irrigazione (in alternativa a quella secondo i dati forniti dai sensori), manutenzione predittiva e individuazione delle possibili perdite.

Non dimentichiamo che un saggio contributo alla limitazione degli sprechi può arrivare anche da buone pratiche quotidiane, come non lasciare scorrere l’acqua del rubinetto mentre ci si lava i denti. Il digitale è pur sempre invenzione umana e a monte delle tecnologie c’è sempre la persona.

A tal proposito, altre informazioni preziose legate alla risorsa acqua arriveranno da una imminente missione dedicata a approfondirne la distribuzione e il ciclo: il satellite SWOTSurface Water and Ocean Topography andrà in orbita a dicembre, progettato per studiare la topografia oceanica e le acque di superficie sui continenti; ne risulteranno modelli più precisi delle interazioni tra oceani e atmosfera, ma non solo: l’occhio di SWOT potrà suggerire applicazioni inerenti la gestione delle acque, la sicurezza e il trasporto marittimo, la realizzazione ottimale di infrastrutture come ponti, bacini, impianti idroelettrici, dighe.

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