SAS entra a far parte della Fondazione per la Sostenibilità Digitale: intervista a Mirella Cerutti

Intervista a Mirella Cerutti, Regional Vice President di SAS, nuovo membro della Fondazione per la Sostenibilità Digitale

In questo nuovo mondo, in piena trasformazione digitale, le aziende possono contare su di un’enorme quantità di dati. Strumenti che hanno oggi un grande valore economico, tanto che nel 2022, secondo l’Osservatorio Big Data & Business Analytics del Politecnico di Milano, il mercato italiano dei big data si è attestato a quota 2,41 miliardi di euro, in crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Il potenziale reale dei dati, però, non risiede nella quantità, quanto piuttosto nell’uso che ne viene fatto: è infatti soltanto attraverso una loro corretta analisi che le imprese possono pervenire a migliori decisioni, conseguire un efficientamento delle proprie attività, così come intraprendere un migliore approccio nei confronti delle importanti sfide poste dalla sostenibilità, che sia essa ambientale, economica e sociale. Ed è proprio quello di aiutare i propri clienti nell’estrarre valore dai dati l’obiettivo dell’impegno e delle attività di SAS, multinazionale di Analytics e Intelligenza artificiale, che ha di recente fatto il proprio ingresso nel network della Fondazione per la Sostenibilità Digitale.

E con la rete di partner della Fondazione si arricchisce anche il suo Comitato di Indirizzo con l’ingresso di Mirella Cerutti, Regional Vice President di SAS: laureata in Economia presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi, inizia la sua carriera in IBM ed entra in SAS nel 1996, dove ricopre ruoli di crescente responsabilità. Inizia il percorso in azienda come Sales Manager, per poi diventare Country Sales Leader e Managing Director di SAS Italy. Attualmente, ricopre la carica di Regional Vice President Italy, Austria and South East Europe. In questa intervista, abbiamo parlato con lei del perché è importante orientare la trasformazione digitale in atto in un’ottica di sostenibilità, e del ruolo che gli analytics possono ricoprire in questa direzione.

L’importanza di indirizzare il cambiamento

C’è stato un momento, soprattutto a partire dalla pandemia da Covid-19, in cui si è compresa la centralità della tecnologia nella vita quotidiana. Oggi più che mai, infatti, gli strumenti digitali entrano fortemente in quasi tutte le nostre attività, da quelle personali a quelle professionali, trasformandole e modificandone il senso.

Ed è in questo contesto di trasformazione che, secondo Mirella Cerutti, le aziende, e più in generale la società nel suo complesso, hanno tra le mani una grande responsabilità: quella di indirizzare correttamente il cambiamento, affinché possa guidarci verso un futuro migliore. “La trasformazione digitale è imprescindibile. Oggi molto più che nel passato siamo immersi nella tecnologia, che non è più un ‘accessorio’, ma è diventata parte integrante del nostro mondo. Per questo motivo, anche dopo il momento disruptive che abbiamo vissuto con la pandemia, è fondamentale indirizzare questa trasformazione verso una trasformazione sostenibile: occorre, cioè, utilizzare la tecnologia come un fattore abilitante per la sostenibilità. Perché oggi come mai la tecnologia ci consente di trovare delle risposte che in passato non avevamo, e utilizzarla al meglio può accompagnarci verso il raggiungimento di un futuro migliore”.

Quale ruolo per gli analytics?

In questa prospettiva, per una realtà come SAS utilizzare al meglio la tecnologia in funzione di tale obiettivo significa, in primis, lavorare per sfruttare il potenziale dell’enorme quantità di dati che oggi abbiamo a disposizione. “Teniamo particolarmente alla sostenibilità, e l’utilizzo del dato ha un ruolo fondamentale in questo ambito”, ha spiegato Mirella Cerutti, “per questo motivo, oramai qualche anno fa abbiamo creato a livello Global una divisione chiamata Data for Good, tramite la quale mettiamo a disposizione la nostra tecnologia e le nostre competenze nell’utilizzo dei dati per la realizzazione di progetti di impatto sociale”.

Ma non solo. Come spiegato ancora da Mirella Cerutti, fondamentale per l’azienda è anche aiutare i propri clienti a cogliere le opportunità offerte dai dati: aiutarli a trasformare i dati in conoscenza, come da obiettivo dell’azienda, significa infatti anche sostenerli nell’utilizzare al meglio questi “strumenti” cruciali per intercettare le sempre più importanti sfide della sostenibilità. “L’analisi dei dati può contribuire fortemente alla sostenibilità, perché in questo modo si è in grado di creare dei modelli, dai più semplici fino ai più complessi di artificial intelligence e machine learning, tramite i quali possiamo aiutare i nostri clienti ad essere più sostenibili.

Gli analytics danno infatti un grosso vantaggio: consentono di vedere la realtà utilizzando degli indicatori e dei modelli, e aiutano in primo luogo a capire che cosa si sta facendo, come ci si sta muovendo e nel cercare di prevenire certi tipi di cambiamenti o avvenimenti. Un esempio è quello della manutenzione predittiva degli impianti: disponendo di dati e di analisi ben fatte è possibile prevenire dei problemi che possono incorrere e arrivare addirittura a dei disastri.

Inoltre, con alcuni nostri clienti stiamo lavorando nell’ottica di ridurre lo spreco nella produzione, con l’obiettivo di evitare gli scarti. In questo senso, avere modelli di machine learning e deep learning molto efficienti consente di individuare delle anomalie nella produzione e di avere la possibilità di intervenire il prima possibile per ridurre gli sprechi. In questo modo è possibile avere un impatto positivo sul pianeta, in termini di sostenibilità ambientale, ma anche abilitare un risparmio dal punto di vista economico per le aziende. Ovviamente, però, è importante utilizzare la tecnologia in maniera intelligente, per poter raggiungere questo tipo di risultati”.

Insomma, secondo Mirella Cerutti, utilizzando i dati è possibile per le aziende approcciarsi positivamente alla sostenibilità, nelle diverse accezioni di questo concetto. Per farlo, tuttavia, è fondamentale usarli nel modo giusto: in altre parole non è sufficiente disporre di dati, ma è indispensabile analizzarli in maniera corretta. “Oggi possiamo contare su un’enorme quantità di dati ma questi, di per sé, dicono ben poco. Se però vengono analizzati, e analizzati nel modo migliore, possono fornire un grande contributo.

In questo senso, quello che oggi stiamo facendo è aiutare i nostri clienti a mettere queste analisi in produzione, e a farle diventare parte integrante delle loro attività. Nel momento in cui si realizza un modello questo non deve essere considerato un esperimento e rimanere in laboratorio, ma deve entrare nell’operatività all’interno delle aziende, e diventare una parte fondamentale ad esempio del processo produttivo, piuttosto che del processo di supply chain e via dicendo. Oggi si parla tanto di analisi dei dati, artificial intelligence, machine learning e deep learning, ma quanti hanno realmente messo in produzione questi modelli e queste analisi? Ecco, oggi in molti sono ancora in questa fase e stiamo cercando di aiutare i nostri clienti a utilizzare il dato in una maniera più strutturata e produttiva, e siamo felici di fornire la nostra tecnologia e le nostre competenze per aiutarli a muoversi in questa direzione”.

Diffondere la Sostenibilità Digitale

La trasformazione digitale e gli strumenti che offre possono dunque dare una spinta decisiva verso il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, e occorre lavorare con sempre maggiore convinzione in questa direzione soprattutto oggi che, come sottolineato da Mirella Cerutti, la consapevolezza dell’importanza di queste tematiche sembra essere in crescita. “Devo dire che oggi più che in passato avverto una maggiore sensibilità rispetto a questi temi, in particolare su quelli relativi alla sostenibilità ambientale: comincia ad esserci una coscienza collettiva, anche se c’è ancora molta strada da fare.

Come SAS, uno dei nostri mantra è essere presenti nel Paese e avere un impatto positivo, e per farlo ci appoggiamo anche agli ecosistemi locali: una grossa area in cui stiamo lavorando, infatti, è quella della collaborazione con tutto l’ecosistema, dalle istituzioni alle aziende, dalle scuole alle università. Per questo motivo, quando ci è stato proposto di partecipare alla Fondazione per la Sostenibilità Digitale abbiamo aderito immediatamente, perché è una realtà che realizza delle iniziative interessanti per il Paese e in linea con le nostre convinzioni, i nostri valori: l’obiettivo, anche attraverso la Fondazione, è quello di creare un eco positivo intorno a questi temi che riguardano tutti, e in modo particolare le future generazioni”.

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