Oggi è la Giornata Mondiale dell’Ambiente, l’appuntamento annuale istituito nel 1972 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nato per sensibilizzare le persone sui problemi ambientali e spingerle ad adottare misure concrete per affrontarli.
Mai come ora, questa giornata può rappresentare un importante spazio di riflessione. Quelle attuali, come il cambiamento climatico, l’inquinamento, la deforestazione e la perdita di biodiversità, sono infatti solo alcune delle grandi sfide che ci troviamo oggi ad affrontare. Ecco perché è importante soffermarsi su questi temi, e considerare, attentamente, tutte quelle soluzioni potenzialmente in grado di aiutarci a risolverli: tra queste, le nuove tecnologie giocano senz’altro un ruolo chiave.
Dall’uso di sensori che monitorano la qualità dell’aria fino all’intelligenza artificiale per ottimizzare l’uso delle risorse, l’innovazione tecnologica sta infatti trasformando il nostro modo – e le nostre possibilità – di approcciare i problemi ambientali. Tutto, però, passa dalla consapevolezza e dalla capacità delle persone di riconoscere il potenziale di questi strumenti, e di adottarli per contribuire alla creazione di un futuro più sostenibile.
Ed è proprio su questo che si concentra la nuova ricerca “La sfida della Sostenibilità Digitale: Environment” realizzata dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale e basata sul DiSI – l’indice creato dalla Fondazione –, mostrando non solo come i cittadini italiani percepiscano le nuove tecnologie per l’ambiente e quanto siano orientati ad utilizzarle, ma anche quanto queste percezioni e orientamenti possano variare in base ai diversi contesti: in particolare, tra i cittadini residenti nei Grandi o nei Piccoli Centri del nostro territorio.
Il digitale alla prova dell’ambiente
Se è vero che il digitale è un importante alleato per la salvaguardia ambientale, lo è altrettanto il fatto che il suo impatto energetico non può essere trascurato. In questa direzione, dalla ricerca emerge come la grande maggioranza degli intervistati (64%) ritenga che l’impatto dei servizi digitali sui consumi energetici sia abbastanza forte, con percentuali pressoché analoghe sia nei piccoli che nei grandi centri. Tuttavia, emergono alcune lievi differenze nelle risposte relative alle estremità dello spettro: in particolare, sembra esserci una maggiore consapevolezza degli effetti più forti nei grandi centri, e una maggiore tendenza a minimizzare l’impatto nei piccoli centri.
Tra gli ambiti in cui la tecnologia può offrire il suo migliore contributo, con un impatto positivo sull’ambiente, c’è senz’altro quello della raccolta dei rifiuti. Osservando il dato complessivo, si rileva come il 73% degli intervistati sia abbastanza d’accordo sul fatto che la tecnologia garantisca una migliore gestione della raccolta, con il 18% dei quali che si dichiara molto d’accordo. Il dato resta elevato tanto nei piccoli (71%) quanto nei grandi centri (74%) – dove, per ampiezza, la gestione dei rifiuti può essere più complessa – suggerendo una crescente consapevolezza dell’importanza delle tecnologie digitali nel migliorare l’efficienza e l’efficacia in questo campo.
Tanto nei grandi (74%) quanto nei piccoli centri (72%), i dati della ricerca mostrano poi un ampio consenso rispetto all’efficacia delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale applicate all’automazione domestica (smart home) per il miglioramento dei consumi energetici: nonostante ciò, occorre sottolineare come ancora oltre un italiano su quattro – in entrambe le tipologie di contesto – si dichiari scettico, o poco convinto, riguardo questo potenziale. In questa direzione, risultano sostanzialmente analoghi i dati relativi alla percezione dei cittadini rispetto ai benefici ambientali di sistemi più specifici come gli Smart Meter – che consentono di controllare e gestire i consumi energetici domestici, avvertendo quando si sta superando la soglia impostata.
Nel campo della domotica, inoltre, per quasi tre italiani su quattro – sia nei piccoli che nei grandi centri – la possibilità di controllare elettrodomestici e illuminazione tramite un’applicazione ha un impatto positivo sui consumi energetici. Interessante osservare come, in entrambi i contesti, siano le persone con una maggiore sensibilità verso la sostenibilità ad essere più inclini a riconoscere l’utilità delle tecnologie digitali per la riduzione dei consumi, mentre coloro che mostrano una maggiore resistenza verso la sostenibilità risultano meno propensi ad accettarle.
Smart Home: tra comodità e privacy
L’utilizzo di sistemi di automazione domestica – con la condivisione di informazioni come l’accensione delle luci in una stanza o di altri elettrodomestici – solleva, però, altrettanto importanti questioni di sostenibilità sociale, che la ricerca pone all’attenzione dei cittadini italiani.
In questa direzione, i risultati evidenziano come nei piccoli centri circa il 69% degli intervistati ritenga la privacy più importante rispetto all’uso di questi servizi, con la percentuale che scende leggermente – al 63% – tra i residenti dei grandi centri. Dall’altra parte, però, un’analoga percentuale di cittadini residenti nei piccoli centri (69%) – contro il 61% rilevato nei grandi centri – ritiene la privacy meno importante rispetto alla comodità di questi sistemi. Dati contrastanti, dunque, che aprono però un significativo spunto di riflessione: per gli italiani la privacy rappresenta un concetto prioritario – soprattutto nei contesti più piccoli – ma, se messa in confronto con l’utilità dei servizi, perde spesso di importanza.
Gli strumenti dello “Smart Environment”
Sebbene gli italiani riconoscano il potenziale della tecnologia per la raccolta dei rifiuti, gli strumenti già disponibili in questo campo non risultano ancora particolarmente diffusi sul territorio: ad esempio, ad usare le app per l’assistenza nella raccolta differenziata è ancora poco meno di un italiano su cinque (18%). I risultati, tuttavia, evidenziano differenze significative nei livelli di utilizzo tra i residenti dei diversi contesti. Infatti, mentre a utilizzarle nei grandi centri è circa un cittadino su quattro (24%), questo rapporto scende a uno su dieci (11%) nei piccoli centri. Uno scarto, questo, che come evidenziato nella ricerca può essere influenzato da diversi fattori: dalla disponibilità delle tecnologie digitali all’accessibilità dei servizi online, passando per le politiche locali fino alle iniziative per la promozione della raccolta differenziata.
Tra gli strumenti più diffusi fra quelli esaminati ci sono gli elettrodomestici intelligenti e gli impianti di riscaldamento e climatizzazione controllabili e programmabili da remoto, usati – raramente o con regolarità – rispettivamente dal 20% e dal 19% della popolazione italiana. Il dato, invece, si abbassa notevolmente nel caso degli Smart Meter, utilizzati soltanto dal 13% dei cittadini intervistati, dei quali solamente una quota residuale (4%) dichiara di usarli con regolarità. Anche in ognuno di questi casi, le percentuali di adozione aumentano nelle aree più grandi, per diminuire sensibilmente in quelle di minori dimensioni.
Sostanzialmente analoghi, infine, i comportamenti di utilizzo relativi a strumenti come le app che controllano la qualità dell’acqua e dell’aria, usate rispettivamente dal 12% e dal 14% degli intervistati. Soluzioni rispetto alle quali la ricerca rileva un’elevata percentuale di rispondenti – pari a poco più di un terzo della popolazione italiana – che, pur conoscendole, decidono di non farne uso.
Interessante osservare come, per ognuno degli strumenti esaminati, le maggiori percentuali di utilizzo si riscontrino non tra gli utenti più attenti ai temi della sostenibilità, ma tra quelli maggiormente digitalizzati. In altre parole, la familiarità con le nuove tecnologie abilita l’adozione di comportamenti più sostenibili, più di quanto non faccia lo stesso orientamento verso la sostenibilità.
Insomma, la Giornata Mondiale dell’Ambiente è un’occasione importante per riflettere su quanto sia importante agire ora e, nello specifico, su quanto con una maggiore consapevolezza e con il supporto delle tecnologie ognuno di noi possa fare la differenza. I risultati della ricerca mostrano come, in questo campo, ci sia ancora molto da fare, ma che con lo sviluppo di adeguate competenze digitali, e con la capacità di indirizzarle nel modo più giusto, potremo contare su degli strumenti cruciali per indirizzarci verso un futuro più sostenibile.
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