Open Innovation: la nuova frontiera della ricerca aziendale

L'accelerazione dei cicli tecnologici e la crescente complessità delle sfide da affrontare mostrano i hanno portato molte aziende ad abbracciare sempre più l’open innovation

In passato, le imprese tendevano a mantenere strettamente all’interno le attività di ricerca e sviluppo, contando principalmente sulle proprie competenze – secondo un paradigma di “closed innovation” – per ideare e sviluppare nuovi prodotti o migliorare quelli esistenti.

Oggi, però, l’accelerazione dei cicli tecnologici e la crescente complessità delle sfide da affrontare mostrano i limiti di questo approccio e, per questo motivo, molte aziende stanno abbracciando sempre più l’open innovation: un concetto in grado di rivoluzionare l’approccio alla R&S, che descrive un modello di innovazione che si estende oltre i tradizionali confini aziendali, promuovendo la collaborazione con partner esterni, università, startup e istituti di ricerca. Creando, dunque, un’apertura che consente alle aziende di attingere a un ben più vasto bacino di conoscenze e risorse, oggi sempre più necessaria per accelerare il processo di innovazione, contribuendo, al contempo, ad un arricchimento dell’ecosistema con il quale le aziende interagiscono, stimolando una multidirezionalità nello scambio di conoscenze ed esperienze.

Open Innovation: quale ruolo per le Startup?

In particolare, sono sempre di più le aziende che guardano con attenzione all’innovazione proveniente dalle startup: realtà che grazie alla loro agilità e flessibilità sono spesso in grado di sviluppare soluzioni innovative più rapidamente rispetto alle strutture aziendali tradizionali.

Infatti, secondo un recente studio condotto da Sopra Steria in collaborazione con Ipsos, da “fenomeno di nicchia” l’Open Innovation è ben presto diventata la norma: sono quasi tre aziende europee su quattro (72%) a condurre oggi progetti di collaborazione con startup, e due terzi (67%) delle stesse considerano queste collaborazioni importanti o essenziali per la strategia della propria organizzazione.

Dati, questi, che evidenziano l’attuale centralità di un paradigma che non consente soltanto di accelerare il processo di innovazione, ma anche di migliorare la capacità delle stesse aziende di anticipare le tendenze di mercato e rispondere più rapidamente alle esigenze dei clienti. Scegliere o meno di adottarlo, oggi, non è quindi soltanto una questione di efficienza, ma di reattività e adattabilità ad un mercato in continua evoluzione.

I vantaggi dell’Open Innovation

Un modello come quello dell’Open Innovation, e in particolare la collaborazione con realtà per loro stessa natura innovative come le startup, può quindi produrre diversi importanti vantaggi per le aziende, come, ad esempio, una significativa riduzione del time to market dei nuovi prodotti o servizi. Di alcune fasi, infatti, come lo sviluppo dell’idea o il test, possono occuparsi proprio le startup – spesso con maggiore velocità – e questo consente alle imprese di introdurre innovazioni sul mercato in tempi ridotti, riuscendo a mantenere un vantaggio competitivo.

Inoltre, in un momento storico in cui le conoscenze e i talenti corrono sempre più velocemente, collaborare con le startup consente spesso di accedere a competenze specializzate in diversi settori, anche di nicchia, che possono essere difficili da trovare – o trattenere – all’interno delle aziende. Ciò significa che mentre una chiusura all’esterno può portare ad essere non al passo con i tempi, l’adozione di una strategia di open innovation consente invece di beneficiare di un know-how tecnico avanzato, integrando il patrimonio di conoscenze interno, e fornendo alle proprie persone un’occasione preziosa per allargare la propria prospettiva, interagendo con realtà fortemente dinamiche. Basti pensare, in questo senso, a quanto questo approccio possa essere particolarmente proficuo in un ambito altamente tecnico – e oggi di importanza cruciale – come quello dell’Intelligenza artificiale, dove sono nate e continuano a svilupparsi diverse startup innovative le cui applicazioni spaziano tra i più diversi settori.

L’approccio di Eni

In Italia, tra quanti hanno fatto dell’open innovation una leva di valore c’è senz’altro Eni. Eni ha sviluppato un approccio integrato che coinvolge quattro entità legate agli ecosistemi esterni dell’innovazione.

Joule, la scuola di Eni per l’impresa, dal 2020 supporta la crescita di imprese sostenibili con percorsi di formazione e programmi di accelerazione. Il focus è sullo sviluppo di competenze e strumenti chiave per l’accelerazione di una startup, l’accesso a challenge e opportunità concrete e un network di formatori e docenti d’eccellenza. Joule è anche una grande Community, formata da startup, esperti, accademici, studenti e aspiranti imprenditori.

Eni Next è il corporate venture capital di Eni, con l’obiettivo di intercettare, valutare ed investire su startup ad alto potenziale con una prospettiva di lungo periodo. In particolare, Eni Next valuta e investe in start up che sviluppano tecnologie con una minore impronta di carbonio per la produzione di energia, applicazioni per aumentare l’efficienza per le nostre operazioni industriali e soluzioni digitali.

Eniverse, il corporate venture builder di Eni, ha un focus sulle tecnologie interne ed esterne che vengono validate, incubate, sviluppate e infine scalate, con l’obiettivo di creare valore attraverso nuove imprese. Queste venture potranno poi essere oggetto di spin-off oppure costituire nuove opportunità di business ed essere poi reintegrate in Eni.

Infinte, l’unità centrale di open innovation di Eni si occupa si collezionare i bisogni specifici di ogni unità di business per poi orchestrare la ricerca tramite partner negli ecosistemi di innovazione che presidia. L’obiettivo è quello di essere sempre aggiornati sui trend e sulle nuove tecnologie, dialogando e consolidando il network di partners internazionale, oltre a – selezionando le startups più mature – implementare queste tecnologie in un’ottica di Venture-Client, uno dei modelli maggiormente utilizzati in ambito corporate open innovation.

Per questo suo approccio integrato all’Open Innovation Eni è stata confermata nel 2023 tra le 100 TOP Corporate Startup Stars – il premio Corporate Startup Stars Awards nasce come riconoscimento alle società più attive nell’ambito dell’Open Innovation e della collaborazione con startup innovative – rientrando fra le 50 società al mondo a cui è stato riconosciuto il premio “Open Innovation Challengers”.

Insomma, l’open innovation rivoluziona totalmente il modo in cui le aziende approcciano la ricerca e sviluppo; dalla collaborazione con realtà dinamiche e innovative le imprese possono ottenere diversi vantaggi, dall’accelerazione dei processi di innovazione fino a una maggiore adattabilità alle condizioni di mercato. Ma non solo: guardando alle startup come realtà generatrici di nuove idee per affrontare complesse sfide globali come il cambiamento climatico – e non solo – le aziende che sapranno sfruttare appieno il potenziale di questo modello potranno ritagliarsi anche un ruolo importante nella costruzione di un futuro più sostenibile.

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