Rinnovabili, efficienza, mobilità elettrica: serve informare sui benefici del digitale

Quella della decarbonizzazione è un'esigenza sempre più centrale, con la trasformazione digitale a rappresentare una leva fondamentale per abilitarla: ne parliamo con Ivan Maineri, Power Products - Home & Distribution VP presso Schneider Electric

La connessione tra elettrificazione e decarbonizzazione è chiara, così come l’importanza rivestita dal sempre più diffuso utilizzo delle fonti rinnovabili e da una maggiore efficienza energetica che, abbinata al contenimento degli sprechi, aiuti a fronteggiare la costante crescita della domanda di energia globale. Un po’ meno lo è l’importanza della trasformazione digitale come leva necessaria per conciliare questi aspetti. Ne parliamo con Ivan Maineri, Power Products – Home & Distribution VP presso Schneider Electric, a cui chiediamo: come si articola questo collegamento? E in che modo la digitalizzazione fa da leva per una ormai pressante esigenza di decarbonizzazione?

La decarbonizzazione è possibile su livelli diversi. Il primo passo è quello dell’efficienza energetica, che porta a consumare meno ottenendo gli stessi benefici. In questo senso digitalizzazione, connettività e comunicazione sono d’aiuto. Questo è il punto di partenza dell’evoluzione della nostra piattaforma EcoStruxure, che partendo da un primo livello di prodotti connettibili può interagire con sistemi di controllo locali o software ed analytics più avanzati, in grado di controllare consumi e stato degli apparecchi. Efficienza energetica, quindi, ma anche operativa e produttiva di macchine e di processi.

In pratica sono molto importanti le informazioni che si fanno circolare?

Quando si parla di efficienza è molto importante il monitoraggio, quindi la possibilità di comunicazione e anche di sintesi; perché una volta che si raccolgono le informazioni la domanda è: quanti interlocutori sanno usarle? Possono queste informazioni essere comprese anche da chi non competenze specialistiche? Se faccio dei software validi, ma complicati nell’integrazione e nell’utilizzo, è chiaro che non sto trasferendo il valore dello strumento. Per questo motivo abbiamo lavorato per offrire soluzioni intuitive, che possano fornire ai diversi utilizzatori – dal facility manager all’energy manager, ma anche a un CEO o a un CFO – livelli differenti di profondità di informazione. In più, supportiamo il cliente anche da remoto.

Un altro legame tra digitale e decarbonizzazione è strettamente connesso all’utilizzo delle energie rinnovabili, il cui limite è sempre stato quello di una certa discontinuità nella produzione di elettricità. È chiaro che anche la gestione delle fonti rinnovabili passi dalla digitalizzazione, indispensabile per sapere quanto si sta producendo, quanta energia serve, di quanta capacità di accumulo si dispone ecc.

Efficienza, rinnovabili, digitalizzazione… precondizioni necessarie anche per uno sviluppo reale della mobilità elettrica?

Proprio così. L’e-mobility, e la conseguente maggiore esigenza di energia elettrica, senza un’attività di controllo, di misura e di gestione ha dei grossi limiti. Con le informazioni che abbiamo oggi, invece, grazie anche a tutti i sistemi software che riusciamo a gestire nel mercato dell’energia, l’elettrificazione dei trasporti è un traguardo molto più avvicinabile.

La mobilità elettrica è strettamente collegata al passaggio verso la decarbonizzazione ed ai temi di cui sopra, ma quando ci siamo avventurati la prima volta su questo campo il mercato non era ancora pronto. Siamo stati fra i primi in Italia ad occuparcene, circa otto anni fa, attraverso una partnership con alcune case automobilistiche pioniere. In quel momento storico la situazione del mercato automotive e la mancanza di investimenti non hanno favorito un reale sviluppo della mobilità elettrica. Oggi la situazione è cambiata in modo importante, in quanto tutte le case automobilistiche si sono orientate nello sviluppo di tecnologie elettriche o ibride. Un’importante spinta è legata anche alle agevolazioni fiscali e alla maggiore sensibilità dei consumatori.

Dal suo punto di vista, quanto è viva l’attenzione su questi temi?

Il mondo della progettazione sta mostrando interesse, oltre che per la sostenibilità, anche per le evoluzioni che permettono di avere degli impianti efficienti sia a livello energetico che operativo. Questo perché l’efficienza, a partire da quella operativa, riguarda tutti. La sfida è far capire che la digitalizzazione agevola la vita lavorativa. Il nostro compito è quello di far percepire che il digitale ha senso quando facilita le operazioni quotidiane, risolve un problema, offre un servizio che diversamente non si avrebbe.

Ribadisco, oggi è veramente importante rendere tutto il più “nativo” e semplice possibile, rendendo ben chiari i benefici che non si potrebbero avere senza determinati prodotti, software e servizi. Il che va ben al di là della semplice promozione del digitale.

E quale importanza ha la digitalizzazione per le PMI?

È importante coinvolgere le PMI nel processo di digitalizzazione, perché possono avere un impatto veramente importante nel tessuto economico italiano, fatto appunto soprattutto da piccole e medie imprese. Anche qui entra in gioco la corretta comunicazione: è fondamentale spiegare loro che attraverso le tecnologie digitali, magari utilizzate in chiave sostenibile, gli investimenti effettuati garantiscono un vantaggio competitivo ed un ritorno nel breve/medio periodo.

La digitalizzazione delle grandi imprese va da sé. È chiaro che, se parliamo delle multinazionali, quella è una necessità che nasce ancora prima per una loro efficiente gestione interna. Ma se si riesce a far arrivare questo tipo di informazioni alla PMI italiana, si fa un gran bene a tutto il Paese. La digitalizzazione delle PMI potrebbe aiutarle a rimanere come sono e ad andare incontro a quelli che saranno i nuovi bisogni di mercato. Insomma ad innovarsi, senza per questo perdere le loro caratteristiche di artigianalità ed alta qualità, aumentando invece la capacità di rispondere alle esigenze dei loro clienti.

E le nostre reti, quanto sono pronte a scenari di trasformazione digitale ed elettrificazione?

Le infrastrutture attuali, vista le nuove esigenze dovranno necessariamente cambiare. Dal punto di vista del mondo utility, il nostro Paese in realtà è avanti rispetto ad altri, anche grazie alla presenza di attori in grado di implementare diversi tipi di tecnologie utili in questo senso.

Lo stesso vale nelle comunicazioni. Non dimentichiamo infatti che, per uno sviluppo ottimale delle reti 4G e 5G, connettività e digitalizzazione sono fattori imprescindibili. E questo vale per la copertura di ogni area, dai centri abitati alle zone industriali. Da un punto di vista tecnologico, ci sono tutte le capacità e le possibilità di ottenere importanti risultati.

Come risponde Schneider Electric a tutte queste sfide, anche a livello di formazione, supporto o partnership?

Ci siamo focalizzati molto su formazione, informazione e supporto, con l’obiettivo di contribuire a formare e offrire assistenza lungo tutta la filiera: webinar, corsi, eventi e seminari, spesso dedicati in modo specifico a quadristi, impiantisti e studi tecnici. Forniamo una adeguata assistenza a tutti coloro che operano sul campo e che devono integrare le nostre tecnologie, in modo appunto formativo-informativo. Per farlo, già diversi anni fa abbiamo investito molto sullo sviluppo di tool dedicati alle diverse figure professionali.

Questi corsi sono a pagamento?

Come filosofia generale, mettiamo a disposizione il maggior numero possibile di contenuti e strumenti formativi in modo libero, affiancandoli al supporto puntuale che diamo ai nostri clienti. Ciò che stiamo cercando di fare è di “evangelizzare” in questo senso tutte le piccole e medie imprese, spiegando quali sono i vantaggi della digitalizzazione ed i benefici che grazie a questa si possono avere già nel breve periodo. E preparare tutta la filiera per la gestione delle tecnologie digitali.

La ricettività di questi temi è molto cambiata, infatti oggi c’è molta più sensibilità. Ovviamente dipende molto dall’interlocutore, ma rispetto anche solo a pochi anni fa l’attenzione per tutto quel che concerne la sostenibilità e il digitale è molto più alta. E questo fa molto ben sperare, sotto ogni punto di vista.

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