I social network fanno perdere soldi agli operatori mobili?

L’utilizzo crescente dei social network e dei sistemi di messaggistica IP-based da dispositivi mobili starebbe causando perdite economiche agli operatori di telefonia mobile. La società di analisi Ovum, che fa parte di Informa Group, ha effettuato una stima delle perdite finanziarie degli operatori. Il fatturato derivante dagli SMS è stato, a causa dei social media, inferiore di $13.9 miliardi, pari al 9% del fatturato complessivo di questa tipologia di servizi ed in crescita rispetto all’anno precedente (6%, $8.7 miliardi).

Un’altra società di analisi Bytemobile ha sottolineato come il crescente utilizzo di social media non porti guadagni aggiuntivi nelle tasche degli operatori. L’utente medio di dispositivi mobili spende circa 9 minuti al giorno su Facebook e Youtube. Il servizio video causa, perdipiù, un forte incremento del traffico dati su network wireless e nessuno dei due genera fatturato per le aziende di telefonia mobile.

L’unico vantaggio che gli operatori mobili traggono dal forte interesse per l’utilizzo dei social media in mobilità risiede nel fatturato crescente che gli deriva dai piani e dale tariffe di connessione dati. Il problema per le aziende è se l’incremento del fatturato generato dalle tariffe di connessione sarà sufficiente a compensare le perdite nel lucrativo settore degli SMS.

Ovum stima che sul lungo periodo le entrate da connessione dati saranno sufficienti a compensare i minori ricavi in altri servizi. Nel 2016 gli operatori ricaveranno dal mobile data 419 miliardi di dollari, una parte consistente dei $1047 miliardi di fatturato complessivo stimato.

La società di analisi al momento consiglia alle aziende, per arginare le perdite e ricavare profitti dal trend in crescita dei social media, di integrare i propri servizi SMS con i social network più diffusi. Orange ha ad esempio lanciato un servizio tramite cui aggiornare il proprio profilo Facebook tramite SMS, questo permette alla compagnia di ricavare denaro dall’utilizzo del social network. L’idea di limitarne l’uso sembra di più difficile realizzazione e potrebbe tramutarsi in un boomerang per gli operatori.

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