L’uccellino ha cantato: Twitter invia dati alla polizia di Boston

E’ arrivata la conferma dai vertici di Twitter: gli amministratori del social network avrebbero consegnato numerose informazione relative all’account  di un utente legato alla protesta “Occupy Boston”.

Il sito principale della polizia e quello della Boston Police Patrolmen’s Association furono presi di mira e bloccati per ore da pirati informatici, alcuni dei quali sosteneva di aver agito per conto dei manifestanti.

La polizia della cittadina americana in cui hanno avuto luogo le proteste, a Dicembre aveva presentato una richiesta per ottenere informazioni sui seguenti account e hashtag: Guido Fawkes, @pOisAnON, @OccupyBoston, #BostonPD and #dOxcak3, motivando l’ingiunzione alla presentazione dei dati in seguito all’apertura di un procedimento di “official criminal investigation”.

La situazione è stata  duramente criticata dalla American Civil Liberties Union, dichiarando che la richiesta è contraria ai diritti del primo emendamento degli Stati Uniti, che vieta le restrizioni sulla libertà di espressione.

Ma il giudice della Corte Superiore Frances McIntyre, la scorsa settimana si è pronunciata a sfavore dell’appello della ACLU, che continua a combattere per  “il diritto costituzionale di parlare, e parlare in forma anonima”, ordinando a Twitter di consegnare le informazioni. E l’uccellino ha rispettato prontamente le istruzioni del giudice.

Pronta è arrivata la risposta di Twitter sulla questione, che ha preoccupato numerosi utenti per la loro privacy, dalla voce del CEO Dick Costolo:

“In accordo con la nostra Privacy Policy e i Termini di servizio, le informazioni personali degli utenti di Twitter non vengono rilasciate, ad eccezione di quando legittimamente richieste per procedimenti giuridici dagli organi statali competenti, come nel caso di citazioni, ordini del tribunale, o altri procedimenti legali.

Non è la prima volta che la mano dei governi agisce sul noto social network: Twitter è stato recentemente criticato per l’introduzione di una piattaforma che permettere la censura di tweets sconvenienti in alcuni paesi.

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