Nokia: riduzione della forza lavoro, interim job e delocalizzazione

La globalizzazione dei mercati e il difficile contesto economiche spingono le multinazionali a profondi processi di riorganizzazione e ripensamento delle modalità di produzione. La ristrutturazione diventa impellente per compagnie come Nokia che attraversano fasi non proprio positive, a causa delle trasformazioni tecnologiche e di mercato e di scelte gestionali  rivelatesi non vincenti.

La multinazionale finlandese ha deciso una profonda riorganizzazione e un massiccio taglio della forza lavoro. 17000 dipendenti, quasi un quarto della forza lavoro complessiva della società, verranno licenziati nei prossimi due anni, al fine di risparmiare circa 1 miliardo di dollari.

I dipendenti tedeschi del Nokia Siemens Networks, joint venture tra Nokia e Siemens, sembra siano riusciti però a salvare il proprio posto di lavoro accettando profonde trasformazioni. La società ha deciso di mantenere le proprie operazioni a Monaco dopo che la maggioranza dei 2000 dipendenti ha accettato di unirsi a un’ “interim employment company”.

I dettagli contrattuali e le eventuali conseguenze economiche in termini di taglio delle remunerazioni non sono stati chiariti.

Herbert Merz, presidente del Supervisory Board del Nokia Siemens Networks, ha dichiarato che l’intesa “offre una soluzione buona e socialmente accettabile ai lavoratori” e permette alla compagnia “di raggiungere i propri obiettivi di ristrutturazione”.

Nokia ristruttura quindi la sua forza lavoro in Europa, mentre contemporaneamente espande la propria produzione nei mercati emergenti, che offrono significativi vantaggi di costo.

La multinazionale sta infatti aspettando i permessi finali dal governo del Vietnam per aprire il suo primo impianto di produzione nel paese. La società prevede di rivelare ufficialmente il sito della nuova fabbrica il 23 Aprile e di renderla operativa nei prossimi mesi, in modo da poter immettere sul mercato i device di fascia bassa prodotti nell’impianto entro la fine dell’anno.

L’impianto dovrebbe valere circa 300 milioni di dollari e sarà localizzato a Bac Ninh, una provincia del nord del paese, nella Vietnam-Singapore Industrial Park (VSIP); dove è già attiva una fabbrica di produzione della rivale Samsung.

10000 dipendenti dovrebbero essere assunti entro la fine del 2014, quando l’impianto dovrebbe produrre 45 milioni di device per trimestre.

Nokia aveva già annunciato, verso la fine dello scorso anno, lo spostamento di una grossa parte della produzione dalla Romania alla Cina.

Nokia sembra decisa a sfruttare maggiormente le possibilità di delocalizzazione offerte dai mercati internazionali per tagliare i costi. La società deve necessariamente varare una strategia tecnologica e di prodotto più efficace se vuole recuperare il terreno perso rispetto ai concorrenti e la leadership di mercato. Il taglio dei costi, molto probabilmente, da solo non basterà a rilanciare la multinazionale finlandese.

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