Profonda crisi in Cina per ZTE, profitti attesi in forte calo

Le azioni di ZTE, secondo maggior produttore cinese di apparecchiature per le telecomunicazioni, hanno registrato un calo del 17% dopo che la compagnia ha dichiarato ai suoi investitori che i profitti attesi per il prossimo semestre potrebbero ridursi fino all’80% rispetto allo scorso anno.

Alcune delle cause di questo crollo repentino nell’utile netto previsto, secondo quanto dichiarato dalla società cinese, sarebbero rappresentate da una forte riduzione dei proventi derivati dagli investimenti, il cambio sfavorevole ed un calo del fatturato nazionale  e della domanda globale di apparati di rete, fattori che hanno portato le quote della società al loro livello più basso negli ultimi tre anni, con il titolo che si è fermato a 10,32 dollari presso la borsa di Hong Kong.

Un contesto economico sfavorevole, che risulta aggravato da ulteriori problemi per la società in ambito internazionale: l’Unione europea sta esaminando i fascicoli sulle presunte sovvenzioni che il governo di Pechino avrebbe concesso a ZTE per garantire un vantaggio competitivo sui concorrenti occidentali del settore, mentre l’FBI starebbe indagando sulla presunta vendita di suoi prodotti in Iran, Paese in cui vige l’embargo di tutti i prodotti non umanitari voluto dagli Stati Uniti.

ZTE dovrà far fronte a questa critica situazione nei prossimi mesi, mentre il suo principale competitor locale, il colosso del settore TLC in Cina Huawei, è in forte espansione e sta cercando di ampliare i suoi orizzonti di business verso l’estero, intenzionato ad entrare nel mercato statunitense con nuovi prodotti e servizi altamente competitivi.

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