Diritto all’oblio: ricevute 90mila richieste di rimozione, Google ne approva la metà

Sono oltre 90mila le richieste di rimozione di 
link considerati “inadeguati o non più pertinenti” arrivate a Google
 dagli utenti ma il gigante di Mountain View, però, ne ha approvate solo la
 metà. Per la precisione sono arrivate 91.000 richieste, per un totale di 320 mila Url da rimuovere. Sarebbero queste le cifre emerse nel corso di un incontro promosso dai Garanti Privacy europei che ieri, confermando una indiscrezione della scorsa settimana, hanno incontrato a Bruxelles  i principali rappresentanti dei motori di ricerca: oltre a Google anche Microsoft, per il search Bing, e Yahoo.

I Garanti – 
secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters – avrebbero chiesto a Google 
spiegazioni sui motivi della rimozione dei link solo dalla versione 
europea del motore di ricerca ma sarebbero stati richiesti chiarimenti anche sulle 
notifiche che la società invia una volta eliminati i link.

I dati, provenienti da una fonte interna citata dal Wall Street Journal, sarebbero stati resi noti da Google per ammorbidire le autorità europee fino a questo momento attestate su una linea molto rigida riguardo all’applicazione della norma. La procedura, infatti, prevede un disclaimer sui siti web oggetto dell’intervento e la segnalazione, in alcuni casi, ha reso possibile identificare la persona che ha inoltrato la richiesta, facendo venire meno, di fatto, il diritto all’anonimato e permettendo la costruzione di siti che raccolgono questo tipo di informazioni.

Sempre il WSJ riporta che Google avrebbe ricevuto 17.500 richieste di rimozione dalla Francia, 16.500 richieste dalla Germania, 12.000 dal Regno Unito, 8000 dalla Spagna e 7.500 dall’Italia.

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