Un nuovo strumento con cui rispondere alla domanda più frequente che le imprese e organizzazioni di ogni tipo si pongono da tempo: come sapere cosa si dice sui social, nello specifico su Twitter, sul proprio brand? Il social del cinguettio prova a rispondere con Brand Hub un nuovo tool “centralizzato” che offre alle aziende un luogo nel quale entrare per tenere sotto controllo trend di discussione e per sapere di cosa parlano gli utenti in relazione alla propria azienda. “Ogni Tweet può potenzialmente fornire agli inserzionisti nuove prospettive per capire meglio ciò che clienti, potenziali clienti, e influencer hanno da dire, pensare, e sentire sul loro marchio” spiega Andrew Bragdon di Twitter. “Ad oggi i marketer non sono in grado di raccogliere queste preziose informazioni in un unico posto.”
Non si tratta comunque di una novità assoluta: da tempo i brand usano strumenti di analisi di terze parti per catturare opinioni e “sentiment” sul social. Brand Hub di Twitter è una estensione di suoi tool esistenti per gli inserzionisti e basato su una matrica di misurazione chiamata TrueVoice.
TrueVoice mostra agli inserzionisti l’andamento delle condivisioni delle conversazioni sul social e misura quindi le impression dai tweet organici per mostrare come le campagne pubblicitarie sul social o su altri canali possano aiutare ad influenzare le mention organiche su Twitter. Il tutto in relazione a quello che accade ai competitor. “Possiamo determinare la TrueVoice del brand analizzando i Tweet sul vostro brand e quelli sui vostri competitor. A quel punto, identifichiamo qualche percentuale di impression appartiene al vostro brand. Così quando i consumatori vedono pubblicità del brand in questione o dei competitor in tv, sul web o sui canali social, quando twittano tali tweet che sono conteggiati in real time da TrueVoice.“
Altra feature è uno strumento che dà insight su quello di cui le persone stanno parlando su Twitter a proposito di un dato brand. Di tali utenti i marketer possono quindi conoscere genere, localizzazione, livelli di reddito, tipo di occupazione e molte altre informazioni demografiche. Sarà anche possibile sapere quali sono i top influencer per permettere ai brand di interagirvi al meglio.
Gli inserzionisti potranno infine verificare se il loro marchio è quello di cui si parla di più (o meno), chi ne parla e potranno conoscere anche il modo in cui si parla delle loro aziende. Brand Hub, infatti, come già detto analizza le impression,e anche il numero di tweet che citano determinati marchi o prodotti, e in quale contesto. E per i grandi marchi con società controllate (pensare a Procter & Gamble e Tide), i dati potranno essere segmentati ulteriormente.
Brand Hub è per ora disponibile per un numero ristretto di advertiser in Paesi di lingua inglese e non sono noti, al momento, tempi di ampliamento del servizio.
Twitter è evidentemente alla ricerca di strumenti per attirare pubblico, possibilmente pagante, e per convincere gli investitori della bontà del social. Brand Hub potrebbe essere lo strumento che darà la svolta a un percoso di business ultimamente molto accidentato e che è costato molti posti di lavoro?
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