India blocca Free Basics di Internet.org: viola la net neutrality

L’India ha bloccato il sevizio Free Basics di Facebook come parte di un provvedimento che mira a tutelare la Net neutrality: il regolatore delle telecomunicazioni del paese ha stabilito che una tipologia di offerta servizi di questo tipo viola la neutralità della rete. C’è da specificare che il divieto non parla espressamente di Facebook  tanto più che in India esistono altri servizi basati su una logica di offerta simile a quella prevista all’interno di Internet.org, ma è chiaro che per i grandi investimenti del colosso sul suolo indiano e per le aspettative di Zuckerberg, la notizia potrebbe avere effetti significativi.

La decisione arriva dopo una lunga battaglia che ha visto opporsi Facebook, che aveva annunciato il lancio di Free Basics in India esattamente un anno fa, e la Telecom Regulatory Authority of India (TRAI). Già a dicembre 2015 il servizio era stato bloccato in attesa di pronunciamenti, stop a cui era seguita una campagna agguerrita per conquistare l’opinione pubblica che sarebbe costata circa 45 milioni tra cartellonistica e inserzioni pubblicitarie. Lo stesso Zuckerberg aveva difeso pubblicamente il programma, che si diceva sorpreso del dibattito in corso. “Invece che desiderare di dare accesso libero alle persone ad alcuni servizi basilari di internet, i critici del programma continuano a diffondere falsità anche se ciò vuol dire lasciare indietro miliardi di persone” scriveva  allora.

Le critiche riguardano il creare un mercato sleale: privilegiando certe app che non consumano traffico dati Facebook era, ed è, accusata di creare un sistema non competitivo che esclude i player più piccoli. A nulla vale la specifica per cui le app selezionate da Free Basics sono prevalentemente di natura umanitaria, tarate sulle esigenze della popolazione locale e che rappresenta una risorsa utile per quel 19% della popolazione che non ha possibilità di accedere a internet.

Per il momento la partita assegna un goal alla TRAI: il nuovo “Prohibition of Discriminatory Tariffs for Data Services Regulations” prevede che non sia possibile erogare “offerte o tariffe discriminatorie per i servizi che prevedono un consumo di dati sulla base della tipologia di contenuti cui il consumatore accede.

Sarà la mossa con cui il colosso Usa mette definitivamente la parola fine sul mercato indiano per Internet.org?

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