La Nuova Analisi Trimestrale del Sistema Energetico Italiano: L’intervista a Francesco Gracceva di ENEA

La digitalizzazione è in grado di accelerare la transizione energetica, e anzi, è considerata una condizione necessaria per la sua realizzabilità: quali vantaggi offrono le tecnologie, e qual è il loro stato di adozione nel sistema energetico italiano in questa intervista a Francesco Gracceva

Come ogni trimestre, l’ENEA ha pubblicato la Analisi Trimestrale del Sistema Energetico Italiano che mette in evidenza i principali dati riguardo i temi della decarbonizzazione, della sicurezza e del costo dell’energia. L’ultima analisi si riferisce al consuntivo del 2020 e mette in luce alcuni dati interessanti, sebbene facilmente prevedibili per via delle restrizioni iniziate a marzo dello scorso anno.

Sul piano dei consumi dell’energia primaria risulta un calo del 10% rispetto al 2019, un dato che riflette il fatto che, insieme ad una riduzione significativa dei trasporti, molti degli stabilimenti produttivi, delle attività commerciali e degli uffici sono stati più chiusi che aperti durante il corso dell’anno. Infatti il secondo trimestre, quello che coincideva con il cosiddetto primo lockdown, è stato il periodo in cui si è registrato il calo maggiore, con un consumo che ha poi ripreso a risalire nel terzo trimestre, quando con la stagione estiva le restrizioni erano pressoché nulle.

Francesco Gracceva, Responsabile dell’Osservatorio del sistema energetico Enea e curatore dell’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano

Questo scenario – come abbiamo già avuto modo di raccontare sulle pagine di TechEconomy2030 – ha portato ad una riduzione delle emissioni di CO2 del 17% su scala globale, mentre il sistema energetico italiano ha registrato un calo del 12%; un dato positivo in vista degli obiettivi di decarbonizzazione, ma che tuttavia non è sufficiente, proprio data la particolarità dello scenario stesso. Un futuro nel quale gli stabilimenti produttivi e i trasporti non riprenderanno più ad un ritmo sostenuto è un futuro abbastanza inverosimile (o almeno è quello che ognuno di noi si augura), pertanto è difficile ipotizzare un improvviso trend in linea con i goal di Agenda2030. Su questo punto abbiamo chiesto il parere di Francesco Gracceva, responsabile della redazione dell’Analisi Trimestrale, che ci ha detto che “la grande sfida, affatto banale, è quella di conciliare la transizione del sistema energetico con gli altri due criteri fondamentali della politica energetica, la minimizzazione dell’impatto del costo dell’energia sulla competitività del sistema economico e la sicurezza del sistema energetico. Da entrambi i punti di vista, il secondo in particolare, la digitalizzazione può certamente avere un ruolo importante.

La Sicurezza del Sistema Energetico

Quando si parla di energia, la tematica della sicurezza assume una rilevanza triplice nell’ottica della sostenibilità: quella ambientale, più immediata, quella sociale e – non ultima – quella economica. Abbiamo più volte avuto occasione di mostrare come questi tre aspetti siano strettamente correlati tra loro ed è proprio per questa sua rilevanza che all’interno dell’Analisi vi è una sezione dedicata alla sicurezza.

Si nota, a dire il vero, un peggioramento degli indicatori che riguardano la raffinazione: ciò perché gli impianti che svolgono queste attività, essendo stati chiusi, non sono stati utilizzati quanto avrebbero dovuto. Ma le chiusure hanno avuto degli effetti anche sulla sicurezza del sistema elettrico poiché, venendo meno la domanda di fonti fossili e di gas naturali, si è trovato a dover gestire un’inaspettata produzione di energia da fonti rinnovabili non programmabile e che soltanto nel mese di maggio è arrivata a superare il 20% della richiesta su base mensile e il 70% su base oraria. È successo, quindi, che il sistema energetico si è ritrovato in una situazione simile a quella che dovrebbe verificarsi entro la fine del decennio, però con la preparazione di 10 anni in meno e facendo emergere tutte le sue vulnerabilità.

A tal proposito Gracceva sottolinea che “la digitalizzazione è generalmente vista come una delle opzioni centrali per rendere possibile tassi di penetrazione sempre maggiori delle fonti rinnovabili nel sistema elettrico. E più in generale, visto il ruolo centrale dell’elettricità nel futuro sistema energetico decarbonizzato, la digitalizzazione viene vista come condizione necessaria per la fattibilità della stessa transizione energetica. La digitalizzazione può infatti aiutare l’integrazione delle rinnovabili intermittenti, permettendo una migliore capacità delle reti elettriche di bilanciare domanda e offerta in ogni istante.” Gracceva continua dicendo che le “secondo le stime della IEA (International Energy Agency) in Europa la combinazione di stoccaggi e “digitally-enabled demand response” può ridurre il taglio della produzione da solare ed eolico dal 7% all’1.6% nel 2040, evitando 30 Mt di CO2eq.

Il ruolo ricoperto dalla digitalizzazione in materia di sicurezza del sistema energetico sta sì nel facilitare i processi di decarbonizzazione, ma anche nell’accelerare la decentralizzazione della produzione stessa ridefinendo il funzionamento dell’intera catena del valore: “il beneficio più importante che può venire dalla digitalizzazione viene dalla possibilità che risorse connesse alle reti di distribuzione possano fornire servizi di flessibilità, dunque la possibilità di modificare domanda e offerta al livello della distribuzione in risposta a segnali esterni, di prezzo in primis. Questo è essenziale per facilitare l’integrazione delle rinnovabili mitigando i costi legati alla gestione delle congestioni e all’incremento delle reti e della capacità installata.

L’Adozione del Digitale nel Sistema Energetico Italiano

Se, dunque, la digitalizzazione è in grado di accelerare la transizione ecologica, il sistema energetico nazionale a che punto è con l’adozione delle tecnologie digitali? E qual è il gap con gli altri stati membri dell’Unione Europea?

Francesco Gracceva ci fa notare come l’Italia, da alcuni punti di vista, sia quasi un riferimento per tutta Europa. Infatti, uno studio di fine 2020 mette in luce come l’Italia sia stato il primo paese dell’UE a lanciare gli smart meter intelligenti già nel 2017, la seconda è la Svezia che ha iniziato due anni dopo. La penetrazione degli smart meter intelligenti per l’energia elettrica è al 98% in Italia, mentre la media europea si attesta attorno al 34%. Sempre Gracceva ci fa notare che il discorso è valido anche se si guarda agli smart meter gas, poiché anche in questo caso l’Italia detiene il primato europeo.

La vista cambia un po’ se si guarda alla diffusione delle piattaforme digitali nell’industria energetica: il Regno Unito detiene il primato con poco più del 25% mentre l’Italia è circa al 5% restando, comunque, il sesto paese per diffusione.

Sebbene non ci siano ancora degli indicatori in grado di delineare lo stato d’avanzamento del digitale all’interno del sistema energetico, questi dati mettono comunque in risalto il fatto che l’Italia sia in qualche modo l’avanguardia e un’eccellenza europea. Non si può dire lo stesso se, invece, si guarda all’Indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società (DESI) che vede l’Italia posizionarsi al terz’ultimo posto nella classifica europea.

Quali sono le applicazioni più efficaci delle tecnologie digitali all’interno del sistema energetico per far sì che questo possa essere sostenibile sia sul piano ambientale che su quello economico? Facendo riferimento ad una valutazione dell’IEA (International Energy Agency), emerge come “il maggiore potenziale di trasformazione per la digitalizzazione è la sua capacità di abbattere i confini tra i settori energetici, aumentando la flessibilità e consentendo l’integrazione tra le parti del sistema energetico. Il settore elettrico è al centro di questa trasformazione, e qui il ruolo della digitalizzazione è di attenuare la distinzione tra generazione e consumo, consentendo in particolare:

  • la Smart Demand Response, che può fornire al sistema le risorse di flessibilità sempre più essenziali;
  • l’integrazione delle fonti rinnovabili variabili;
  • la diffusione delle tecnologie di smart charging per i veicoli elettrici, essenziali per spostare la ricarica nei momenti in cui la domanda è bassa e l’offerta abbondante e fornire ulteriore flessibilità alla rete;
  • lo sviluppo delle risorse energetiche distribuite, ad es. piccoli impianti fotovoltaici, che possono scambiare elettricità con la rete o con altre risorse distribuite.

 Come si evince chiaramente dalle parole di Francesco Gracceva, la digitalizzazione rappresenta la chiave di volta sostenibile del sistema energetico con impatti a livello ambientale, sociale ed economico. Il digitale da una parte abilita e accelera la transizione ecologica, dall’altra contribuisce a ridisegnare l’intero sistema energetico intervenendo sulla produzione, sulla sicurezza e sulla gestione dei flussi di domanda e offerta di energia.

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