Elezioni europee, Kroes: il prossimo “Presidente digitale” dovrà passare dalle parole ai fatti

Duro monito della Vice Presidente della commissione europea e commissario per l’Agenda digitale Neelie Kroes, a tutti i candidati alla presidenza del Parlamento europeo. Nel pieno della campagna elettorale, che il  22-25 maggio porterà al rinnovo dei 751 deputati del Parlamento europeo, la Kroes “bacchetta” i politici che in queste settimane stanno sostenendo da più parti l’importanza del digitale quale priorità dell’Europa del futuro.

Se è vero che “vi è un crescente riconoscimento di tale importanza” spiega la Kroes “i leader europei non hanno ancora fatto il salto che dalle parole porta ai fatti o comunque non hanno fatto abbastanza. Un Presidente davvero digitale darebbe a questo tema la priorità. Non solo con le parole, né con battute su come usare l’iPad o Twitter. Le parole non bastano” aggiunge. Se così non sarà “avremo solo un altro politico che protesta (per esempio) perche i dati on-line non sono sicuri,  ma senza che abbia il coraggio di mettere le persone nella condizione di lavorare insieme per un web più sicuro. Avremo una persona che tesse le lodi della banda larga e del digitale ma che non è in grado di abilitare gli ingenti investimenti ancora necessari sulle reti veloci, sulle competenze in materia di TIC e sulla ricerca digitale. rincara la Kroes.

Nel discorso della Kroes c’è spazio anche per l’annoso tema del mercato unico delle telecomunicazioni, provvedimento al quale recentemente è stato dato il via dal Parlamento Europeo. “L’Europa è un mercato unico in molti settori ma non in quello delle telecomunicazioni” e si tratta di una follia, a detta della Kroes: “In un’epoca di comunicazione, in cui le reti sono alla base tutto ciò che facciamo, siamo ancora fermi, in termini di reti, al 1980, vincolati all’interno di piccoli confini“. Secondo la commissaria, quand’anche i cittadini saranno liberi dalle tariffe di roaming, per effetto di provvedimenti in atto, “comunque ad oggi le imprese transfrontaliere non possono ottenere un unico contratto in diversi paesi e centinaia di milioni di europei non hanno banda larga veloce”. Presto, se ogni paese continuerà ad andare per la sua strada, “potremmo avere i dispositivi mobili che funzionano solo nel paese di acquisto.”

In questa ottica, rincara la Kroes, è facile per qualsiasi uomo politico parlare di leadership innovativa europea. Ma la politica non si rassegna alla necessità di adattarsi. “Basti pensare alle norme sul diritto d’autore dell’Unione europea: un quadro che spesso ostacola chi vuole accedere legalmente alla musica, che ferma i ricavi per gli artisti, impedisce la ricerca scientifica e inibisce il decollo di nuove idee innovative.” E ancora: “C’è una vivace economia delle app in Europa. Non si tratta solo dei milioni di persone che impiega: ma i milioni che possono e potranno trarre beneficio dalla loro innovazione.” Ma è tutto inutile “se non abbiamo le città intelligenti o sistemi scolastici pronti ad abbracciare l’innovazione. Nel campo dell’istruzione, ad esempio, non si tratta solo di dare ogni scuola un computer e una connessione a banda larga ma di garantire che gli insegnanti sappiano abbracciare e utilizzare gli strumenti tecnologici”.

Per tutti questi motivi: “essere un Presidente digitale non vuol dire utilizzare gli ultimi nuovi gadget o digitare quello che si potrebbe altrimenti scrivere a mano. Questo svaluta l’importanza del digitale. Piuttosto si tratta di abbracciare il cambiamento, di essere disposti a fare le cose diversamente”.

La Kroes fissa poi quella che dovrebbe essere la vera agenda per il prossimo Presidente digitale: realizzare il mercato unico in termini di connettività e di servizi digitali, garantire un regime di copyright “amichevole” verso internet, dovrà armonizzare le regole per il cloud computing e per la gestione dei dati, sostenere start-up innovative per svilupparsi e crescere e aumentare la capacità di sostenere il lavoro digitale”. 

Qualunque cosa il nuovo Presidente potrebbe voler raggiungere – apertura, innovazione, competitività, ponendo fine alla peggiore crisi occupazionale degli ultimi tempi, “gli strumenti digitali sono il percorso per farlo e una presidenza digitale è l’unico modo per garantirlo”. E chiude citando Winston Churchill: “date ad ogni cittadino e innovatore gli strumenti digitali e loro finiranno il lavoro. Quindi spero che ogni candidato presidente farà corrispondere parole ad azione.”

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