Dati e nuove tecnologie contro lo spreco alimentare

L’obiettivo 12.3 dell’agenda 2030 è fondamentale per rendere il pianeta sostenibile. Le innovazioni tecnologiche possono essere la novità principale per la raccolta dati sul cibo e per rivoluzionare il nostro approccio alla sostenibilità

Migliorare la filiera alimentare e la relativa gestione dei rifiuti è tra gli obiettivi principali dell’agenda 2030. Per realizzarlo, bisogna “sporcarsi le mani” rovistando nei nostri stili di vita e nell’organizzazione delle filiere alimentari. È questa una chiave di volta importante ed urgente, che se ben gestita e organizzata può apportare benefici e innescare una potente rivoluzione culturale. Non solo dal punto di vista ambientale e di qualità della vita, ma anche dal punto di vista economico. Ancora una volta, nuove soluzioni tecnologiche possono contribuire a raggiungere gli obiettivi prefissati.

La situazione dei rifiuti nel mondo

Qual è la situazione della gestione dei rifiuti nel mondo? A questa domanda, risponde in modo approfondito il report Waste 2021 delle Nazioni Unite. Il primo dato che estrapoliamo è che, nei 54 Paesi analizzati, nel 2019 è stato di 930 milioni di tonnellate il cibo sprecato. Per farci un’idea, sono 120 chilogrammi a testa.

Uno spreco molto alto, che vede – contrariamente a quanto si possa pensare – le famiglie come attori principali: il 61% dello spreco avviene in questo ambito. Mentre, dati alla mano, le industrie e i venditori al dettaglio registrano uno spreco rispettivamente del 26% e del 13%.

Come nascono questi dati e come vengono monitorati

I dati sono stati raccolti nel report seguendo diversi criteri. Anche la loro affidabilità è varia, tanto che le stesse Nazioni Unite ne hanno dato tre classificazioni: molto affidabile, affidabile e poco affidabile. Il motivo è legato alle fonti dei dati raccolti.

Alcuni Paesi avevano già effettuato delle misurazioni sulla propria gestione dei rifiuti e quindi hanno solo dovuto aggiornare tali dati. Altri erano alla loro prima esperienza di misurazione ufficiale. Altri invece erano senza dati. In ogni caso, i dati saranno aggiornati periodicamente ogni due anni, fino al 2030.

Le modalità di raccolta dati

Il lavoro delle Nazioni Unite è stato davvero poderoso e come metodologia hanno usato prima i dati esistenti nei Paesi dove erano stati effettuati. Questi dati sono stati ulteriormente filtrati e adattati per renderli più affidabili. Le fonti per queste ulteriori scremature sono stati i dati in possesso delle industrie interessate, quali ad esempio registri ufficiali di stock di magazzino, scorte ecc. Oppure i registri governativi delle aziende, che possono contenere dati sul numero, la dimensione e il tipo di azienda (per esempio, ristorante o venditore ambulante) con cui incrociare altri dati (ad esempio, i rifiuti alimentari per azienda). Altri dati importanti raccolti sono stati i registri di fabbrica per la gestione delle scorte della quantità di cibo lavorato, registri di acquisto e vendita.

Lo stesso per il settore di vendita a dettaglio, quali ristoranti, hotel, bar: sono stati presi in considerazione dati relativi agli acquisti alle vendite, alla tipologia di clientela e di settore servito. Tasse sui rifiuti e studi accademici specifici su questi settori.

Per quanto riguarda le famiglie, non sono stati presi in considerazione i sondaggi (troppo poco attendibili), ma il reddito e la spesa. Con indagine accreditate sugli acquisti, incrociando con i dati del censimento della popolazione i dati della raccolta dei rifiuti delle aziende locali preposte.

Per i Paesi dove non esistevano dati, si è usato il criterio dei Paesi vicini o del reddito pro capite simile ad altri Paesi, per fare una stima quanto più affidabile possibile. Ove non vi erano proprio dati, si è dovuta fare una stima globale.

Il ruolo della tecnologia

L’obiettivo per tutti gli attori della filiera alimentare è quello di avere una visione ampia, precisa e immediata della loro specifica situazione. Qui le tecnologie sono imprescindibili e rendono possibile un controllo ampio.

Il punto principale per avere una corretta gestione dei rifiuti passa attraverso l’affidabilità della raccolta dati. Più questi sono puliti, più sarà possibile misurare la qualità della vita delle persone e dell’ambiente, incrociandoli. I punti da monitorare sono essenzialmente tre: la produzione, la distribuzione e il consumo. Tutti e tre i settori interessati possono usufruire delle tecnologie adatte per fornire dati sicuri, tramite particolari software di gestione interna e di comunicazione con le autorità preposte.

Restando in ambito produzione, possono essere di grande aiuto tecnologie come gli RFID, cioè i tag con identificazione a radiofrequenza. Già utilizzati nell’abbigliamento, possono contribuire alla gestione della filiera alimentare. La loro peculiarità è poter contenere maggiori informazioni rispetto ad un semplice codice a barre; di poter essere letti e comunicati anche a distanza e ad una velocità migliore. Questo aiuterebbe moltissimo la riduzione degli sprechi alimentari in una parte cruciale della filiera, quella del rifornimento del retail.

Un progetto molto interessante in tal senso è quello sviluppato dal Centro Enea di Portici.

Mentre anche la ristorazione, si avvia ad una gestione sempre più tecnologica e volta alla sostenibilità.

A beneficiare di tecnologie per una riduzione degli sprechi a monte è anche il settore zootecnico, ad esempio nella gestione delle stalle. I dati che si possono ottenere sono una risorsa preziosissima per ridurre gli sprechi.

Le famiglie e l’ambito domestico

L’ambito domestico è quello in cui si annidano gli sprechi maggiori, come segnala il rapporto ONU. Anche qui le soluzioni tecnologiche non mancano. Un metodo efficace per ottimizzare i consumi sono le App. Queste possono essere molto utili sia per trovare migliori offerte in termini economici ma anche per trovare prodotti ottimi anche se vicini alla data di scadenza. Inoltre, queste piccole ma preziose tecnologie sono un ulteriore aiuto anche per supermercati, ristoranti, negozi alimentari ed hotel per ottimizzare le loro scorte e le loro vendite in ottica di riduzione degli sprechi.

Esempi concreti possono essere:

La sostenibilità

La sostenibilità è raggiungibile utilizzando tecnologie adeguate e coordinando i dati che esse producono. I pochi esempi di cui sopra ne dimostrano l’efficacia e la percorribilità. Una cattiva filiera alimentare e la conseguente gestione dei rifiuti, comporta costi di smaltimento molto elevati, oltre che essere preda di interessi di molte mafie. Se per le aziende produttrici e distributrici può essere decisivo il fattore economico, per le persone la motivazione principale deve essere di tipo culturale.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here