La trasformazione digitale dell’UE, “A Europe fit for the digital age”, è una delle grandi priorità trasversali della Commissione, accanto al Green Deal. Qualche settimana fa l’Esecutivo europeo ha presentato i propri piani relativi a due dei temi più sensibili legati a tale processo: l’intelligenza artificiale (IA) e l’economia dei dati. Si tratta di temi di importanza cruciale anche in un’ottica geopolitica e su di essi si gioca molta parte della scommessa europea di rilancio economico nel prossimo quinquennio.
Essenzialmente, i principi ispiratori delle proposte della Commissione sono due, strettamente interconnessi: l’individuazione di una “via europea” per uno sviluppo delle tecnologie digitali armonico e rispettoso dei valori dell’Unione, che dovrà consentire l’efficace trasformazione digitale del Continente salvaguardando al contempo i principi di apertura, rispetto delle differenze, equità, democrazia e sicurezza; l’affermazione di una “sovranità tecnologica europea” tramite la tutela dell’integrità e della resilienza di infrastrutture, reti e comunicazioni digitali in Europea e lo sviluppo di capacità che consentano di ridurre la dipendenza europea dal resto del mondo in alcune tecnologie cruciali.
La prospettiva verso cui la Commissione si muove è quella di un’economia europea vivace e sostenibile, alimentata da soluzioni digitali sicure e affidabili che aprano nuove opportunità per le imprese e rispondano in maniera adeguata e moderna alle esigenze dei cittadini. Lo sviluppo del digitale viene interpretato anche come fattore chiave per combattere i cambiamenti climatici e realizzare la transizione verde.
Quali sfide aspettano la UE?
Il pacchetto presentato dalla Commissione si articola in una Comunicazione “Shaping Europe’s digital future” che traccia un quadro complessivo delle sfide e indica le iniziative per farvi fronte e in due documenti tematici: il Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale e la Comunicazione sulla Strategia dei dati.
La Comunicazione muove dall’assunto secondo cui le tecnologie digitali, se utilizzate in maniera appropriata, potranno portare enormi vantaggi a cittadini ed imprese europei. Nei prossimi cinque anni, dunque, la Commissione intende concentrarsi su tre obiettivi chiave:
- una tecnologia al servizio delle persone, tramite lo sviluppo e diffusione di tecnologie che facciano realmente la differenza nella vita quotidiana degli individui e un’economia forte e competitiva che plasmi la tecnologia in modo da rispettare i valori europei;
- un’economia equa e competitiva da realizzarsi in un mercato unico senza frizioni, in cui le aziende di tutte le dimensioni e di qualsiasi settore possano competere a parità di condizioni e possano sviluppare, commercializzare e utilizzare tecnologie, prodotti e servizi digitali in modo da aumentare la loro produttività e competitività globale e dove i consumatori possano essere certi che i loro diritti saranno rispettati;
- una società aperta, democratica e sostenibile, attraverso il consolidamento di un ecosistema affidabile e sicuro in cui i cittadini abbiano il controllo dei dati che forniscono sia online che offline. Una via europea di trasformazione digitale che rafforzi i valori democratici, rispettosa dei diritti fondamentali e che contribuisca ad una economia sostenibile, neutrale dal punto di vista climatico ed efficiente sotto il profilo delle risorse.
Quali i benefici dell’Intelligenza Artificiale?
Nella premessa del Libro bianco, lanciato in consultazione per tre mesi alla società civile, all’industria e al mondo accademico degli Stati Membri, al fine di raccogliere proposte concrete che potranno ispirare future iniziative della Commissione, l’AI viene considerata come un insieme di tecnologie che combinano dati, algoritmi e potenza di calcolo.
In questo contesto, la sfida è di trasferire i benefici della tecnologia all’intero sistema socio-economico europeo. In particolare, i cittadini potranno godere, ad esempio di assistenza sanitaria mirata e migliorata, di sistemi di trasporto più sicuri e rispettosi dell’ambiente e di migliori servizi pubblici. Le imprese potranno sfruttare le potenzialità dell’IA per lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi specialmente nei settori in cui l’Europa eccelle (macchinari, trasporti, sicurezza informatica, agricoltura, economia verde e circolare, sanità e settori ad alto valore aggiunto come la moda e il turismo). I servizi di pubblica utilità potranno ridurre i costi della prestazione dei servizi (trasporti, istruzione, energia, gestione dei rifiuti, ecc.) migliorando la sostenibilità dei prodotti e garantendo una maggiore sicurezza dei cittadini nel rispetto dei diritti e delle libertà.
In considerazione del potenziale impatto che l’AI potrà avere sulla società e la contestuale necessità di creare il giusto clima si fiducia, sarà fondamentale che l’intelligenza artificiale europea si fondi su valori e diritti fondamentali quali la dignità umana e la protezione della riservatezza.
Il libro bianco sottolinea il binomio eccellenza e fiducia quale presupposto necessario per il successo dell’’IA. A tal fine, la collaborazione dei settori pubblico e privato con l’obiettivo di mobilitare risorse lungo l’intera catena del valore e di creare i giusti incentivi per accelerare la diffusione dell’IA sarà un fattore prioritario così come la collaborazione tra Commissione, Stati membri e mondo della ricerca.
Poiché i sistemi di intelligenza artificiale possono comportare rischi significativi in determinati contesti, sarà essenziale la creazione di un ambiente sicuro che goda della fiducia di cittadini e imprese.
Come accompagnare l’economia dei dati?
La Comunicazione sulla strategia dei dati ha l’obiettivo di promuovere l’Europa quale leader nell’economia dei dati, tramite la creazione di un vero spazio europeo dei dati ed un mercato unico degli stessi. Nonostante l’Europa possieda la base industriale più forte a livello globale, nonché le tecnologie e le competenze necessarie, e sebbene la quantità di dati generati da aziende e enti pubblici europei sia in costante aumento, il potenziale in termini di produzione di valore rimane largamente al di sotto delle potenzialità. Questa debolezza rappresenta il presupposto per l’elaborazione di una strategia complessiva per lo sfruttamento adeguato di tale potenziale declinata in una serie di azioni, articolate su quattro pilastri:
- la creazione di un quadro unitario di governance intersettoriale per l’accesso e l’utilizzo dei dati, per evitare la frammentazione derivante da eventuali azioni incoerenti tra settori e tra Stati membri;
- la necessità di investimenti relativi al rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture europee per lo stoccaggio, l’elaborazione, l’utilizzo dei dati e la loro interoperabilità;
- la definizione delle competenze digitali dei cittadini e delle PMI e la consapevolezza degli individui nella gestione dei propri dati;
- la promozione dello sviluppo di spazi comuni di dati europei in settori strategici di interesse pubblico, quali: industriale, salute, dati finanziari, energia, agricoltura, pubblica amministrazione e competenze.
Il pacchetto elaborato dalla Commissione fornisce un quadro esaustivo delle sfide della trasformazione digitale nell’UE, sia nella dimensione interna che nelle relazioni con i concorrenti extra-UE e traccia alcune piste di lavoro che nei prossimi mesi porteranno alla definizione di specifiche proposte legislative.
Pronti a vincere le tante sfide ambiziose?
Il dubbio che persiste riguarda l’adeguatezza degli investimenti sia pubblici, a partire da quelli stanziati nell’ambito del futuro bilancio UE tuttora in discussione, che privati. Laddove gli investimenti non risultassero all’altezza delle sfide proposte, l’elevato livello di ambizione delle intenzioni comunitarie rischierebbe di rimanere solo sulla carta.
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