Facebook continua ad essere il leader di mercato per il segmento display, con il 27.9% di quota di mercato e 1300 miliardi di impressioni. AT&T è il brand che investe di più in questa tipologia di pubblicità per il secondo anno consecutivo. La classifica dei maggiori advertiser resta abbastanza stabile rispetto all’anno precedente, ma con una novità. Google è tra i primi 10 display advertiser del 2011 con 40.4 miliardi di annunci per prodotti come Chrome, Chromebook e Google+.
comScore individua, però, delle criticità che oggi rendono ancora problematica la diffusione piena di tale tipologia di advertising: l’effettiva visualizzazione degli annunci, il targeting geografico e socio-demografico e la possibile mancanza di connessione tra contenuto e brand. La ricerca, ad esempio, ha riscontrato che il 31% degli annunci analizzati venivano, si, proposti ai consumatori ma non effettivamente visti, o perché “saltati” prima che fossero completamente caricati o, semplicemente, perchè inseriti in posizioni della pagina facilmente evitabili. Altra grande minaccia per gli inserzionisti è la possibile visualizzazione del proprio brand all’interno di contenuti non correlati in nessun modo al marchio stesso.
Il dato certo è che il display advertising cresce e interessa sempre più spesso brand molto noti, ma per affermarsi definitivamente sarà necessario un ulteriore sforzo verso l’ottimizzazione dei processi di targeting e di posizionamento degli annunci in contesti visibili e “connessi” al brand pubblicizzato.
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