Welcome to the social Olympics

1890: Con la nascita delle olimpiadi moderne, il pubblico può seguire i risultati e le vicende dei giochi grazie alla stampa. 1936: Le Olimpiadi di Berlino sono le prime ad essere raccontate dalla radio. 1964: A Tokyo è finalmente l’ora del video; oltre 40 paesi possono vedere i giochi in diretta satellitare. 1996: Viene creato per la prima volta un sito dedicato ai giochi di Atlanta. 2012: Londra lancia la prima piattaforma dedicata all’interazione coi Social Media. Si chiama “The Olympic Athletes’ Hub” ed è raggiungibile all’indirizzo hub.olympic.org.

E’ una trovata dell’International Olympic Committe (IOC) che da quest’anno ha anche un direttore dei Social Media, Alex Huot, ed ha lo scopo di mettere in collegamento atleti e Fan. “Il cuore delle olimpiadi sono gli atleti” dice Huot ma gli atleti sono anche il cuore dell’hub. Vogliamo che la piattaforma diventi un mezzo che possa ispirare la condivisione dei valori positivi delle olimpiadi come l’amicizia, il rispetto e l’eccellenza, attraverso le storie di ogni giorno”.

E’ infatti possibile radunare in unico feed tutti gli account Social, rigorosamente verificati, degli atleti che partecipano alle gare, chattarvi assieme, partecipare a giochi, vincere premi. Più si è attivi, più si guadagnano punti. Sfruttando il potenziale della gamefication si intende quindi rendere i giochi più interattivi e aprire un ulteriore nuova frontiera della comunicazione.

E sono piu di mille gli atleti che hanno già aderito al progetto, numero curiosamente raggiunto a 100 giorni esatti dall’inizio dei giochi. E con loro arrivano anche le loro schiere di followers e fan su Facebook; alcune delle Social athlete stars piu seguite nel web presenti alle olimpiadi, sono, ad esempio, Pau Gasol, stella dei L.A. Lakers, Usain Bolt, pluri-medagliato centometrista e Michael Phelps, nuotatore americano, giusto per citarne alcuni.

Di certo non sono le prime olimpiadi da quando esistono i Social Media, ma sono sicuramente le prime da quando Facebook e’ un fenomeno di massa. Basti penare che nel 2008 si contavano 100 milioni di profili sul Social Network di Zuckerberg e 6 milioni su Twitter; oggi siamo in più di 850 milioni su Facebook e oltre 140 milioni su Twitter, senza contare l’esplosione degli Smartphone e dei Social Network stranieri.

Social si, va bene, ma non troppo. E’ stato infatti messo a punto un regolamento al quale devono attenersi tutti i possessori di un biglietto per i giochi, che vieta la condivisione di materiale registrato o fotografato durante le gare, sui Social e su Internet in generale. In pratica, come fa notare TechCrunch, non si può dire a nessuno di essere stati alle olimpiadi.

Regolamenti a parte, la “socializzazione” delle olimpiadi apre veramente scenari nuovi per quanto riguarda il consumo e l’interazione del pubblico con questo tipo di eventi di massa rispetto alla consueta fruizione passiva, caratteristica del mezzo televisivo. Da qui in poi cercherò di monitorare con attenzione la socializzazione delle olimpiadi e di valutarne il successo e le implicazioni.

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2 COMMENTS

  1. Un solo piccolissimo appunto al suo pezzo da un impenitente pignolo. La prima edizione delle Olimpiadi moderne si è svolta ad Atene nel 1896 e non nel 1890.

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