Una proposta del Ministero delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione indiano è volta a restringere le importazioni di prodotti hi-tech provenienti da altri paesi. L’obiettivo è quella di permettere una crescita sostanziale dell’industria nazionale.
Nella proposta di legge è chiarito che una percentuale maggioritaria di sistemi tecnologici acquistati dallo stesso governo e dalle principali aziende del paese debba essere di provenienza indiana. La mossa ovviamente non poteva fare altro che accrescere i timori della aziende straniere che vedono chiudersi le porte di un mercato florido ed in via di sviluppo. Nella proposta, però, compare una clausola che, a proposito delle compagnie straniere, prevede che queste, nel caso volessero continuare i rapporti commerciali con l’India, debbano portare le loro strutture aziendali sul territorio indiano.
In un comunicato del Ministero ICT indiano, recensito dal Wall Street Journal, una nota afferma che “anche se inizialmente il cambiamento potrà sembrare doloroso, ci si aspetta che il processo darà benefici nel lungo periodo”. Ci si riferisce, qui, alla motivazione principale che ha spinto l’India ad una mossa del genere, ovvero accrescere l’industria del proprio paese.
Gli Stati Uniti, insieme ad aziende di altri paesi sono molto scettici riguardo la proposta indiana e obiettano il fatto che il provvedimento non verrà applicato solo agli appalti delle agenzie governative, ma acnche alle aziende private di telecomunicazioni e operatori di Internet Server Providers. A questo, i funzionari indiani hanno risposto che tali decisioni provengono da problemi di sicurezza nazionale e in una nota viene precisato che “è difficile verificare e regolare i componenti elettrici prodotti, ancor più se questi sono prodotti all’estero, dove le procedure non sono del tutto chiare […] parti elettroniche contraffatte potrebbero essere montate in altri apparecchi portando gravi conseguenze”.
La proposta è oggetto di molte critiche dai tanti paesi esteri che accusano l’India di utilizzare il pretesto della sicurezza per coprire una vasta gamma di prodotti dalle caratteristiche poco trasparenti, affermando, inoltre, che spesso la sicurezza non aumenta quando i prodotti sono fabbricati nel proprio paese.
Prontamente arriva la risposta del Ministro indiano delle Comunicazioni il quale afferma che stanno preparando le linee guida generali in grado di fornire garanzie volte a garantire solo prodotti con reali certificati di originalità coperti dalla nuova politica.
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