Spotify lancia Artists e svela che il 70% degli introiti va a etichette discografiche

Spotify, il noto servizio che permette di ascoltare musica online in streaming e in modo legale, ha recentemente lanciato il portale spotifyartists.com espressamente dedicato agli artisti. Se è vero che il modello di business di Spotify piace tanto agli utenti ascoltatori, non sempre i cantanti dimostrano eguale entusiasmo, andando a negare le proprie tracce a causa di bassi ritorni economici. Con il nuovo portale, Spotify cerca di “tamponare” questo malcontento offrendo maggiore trasparenza ai musicisti, insieme a strumenti di monitoraggio e analisi dell’ascolto dei brani da parte degli utenti.

Ed è anche l’occasione per conoscere qualcosa in più sui numeri di Spotify. Il portale, ad esempio, dichiara che ben  il 70% degli introiti generati da abbonamenti e pubblicità va alle etichette discografiche, lasciando intendere che l’obiettivo di offrire agli utenti un ascolto superiore a quello assicurato dalla pirateria, sia il motivo per cui val bene pagare tale cifra. Un giro di parole ammirevole, che mira ovviamente a sottolineare lo sforzo fatto da Spotify verso gli autori che forse, senza di essa, perderebbero utenti a favore dell’illegalità. Un 70% a cui si vanno a sommare anche, secondo il portale, gli introiti dei singoli stream di cui, sul nuovo sito, figura anche il range: ogni singola traccia può valere per l’artista dagli 0.006 agli 0.0084 dollari.

Spotify ha anche dichiarato di aver versato complessivamente 1 miliardo di dollari in royalties dall’inizio dell’attività, nel 2009. L’anno scorso, in questo stesso periodo l’anno scorso, il suo ammontare era fermo a 500 milioni, il che lascia intendere che, nel solo 2013, Spotify ha sborsato 500 milioni in royalties.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here