Amazon contro FAA: sui droni regolamentazioni troppo lente

Gli Stati Uniti stanno rimanendo drammaticamente indietro rispetto ad altri paesi sulle opportunità offerte dalla tecnologia aeronautica senza pilota. È quanto ha affermato Amazon criticando aspramente la lentezza con cui l’agenzia governativa degli Stati Uniti ha concesso i permessi per i test dei droni all’aperto nei cieli Usa. Poco meno di una settimana dopo che la Federal Aviation Administration ha dato il via libera ad Amazon per testare i suoi droni, la società di Jeff Bezos ha dichiarato ai funzionari dell’agenzia che, mentre la società ha aspettato più di sei mesi l’autorizzazione dell’agenzia, il prototipo era già diventato obsoleto.
Non testeremo più quel modello. Siamo già passati a modelli più avanzati che già stiamo testando all’estero“, ha dichiarato Paul Misener, vice president for global public policy di Amazon. “Da nessuna parte al di fuori degli Stati Uniti ci è stato chiesto di aspettare più di uno o due mesi di tempo per iniziare i test“, ha rincarato Misener davanti alla commissione del Senato per le Operazioni di Aviazione, la Sicurezza e la Protezione.

Misener ha inoltre dichiarato che le autorità europee e internazionali hanno approcci più “ragionevoli” e che valorizzano i potenziali benefici economici nell’adozione dei droni per scopi commerciali. Questo scarso livello di attenzione  e la lentezza del governo sono inadeguati, soprattutto rispetto agli sforzi legislativi di altri paesi“, ha incalzato ancora Misener, invitando le autorità ad iniziare a considerare una regolamentazione più adeguata ora che i droni commerciali sono in grado di viaggiare autonomia.

Un attacco respinto dall’autorità: Margaret Gilligan, amministratore associato della FAA per la sicurezza aerea, ha invece difeso il ritmo delle regolamentazioni dei droni puntando sul tema della sicurezza e affermando che lo spazio aereo americano è più complesso e decisamente più trafficato di quello di altri paesi.

Il caso di Amazon in realtà è solo un esempio che ben illustra le frustrazioni di molte aziende del settore, le quali sostengono che il processo di regolamentazione degli Stati Uniti non è al passo con il rapido sviluppo della tecnologia dei droni che potrebbe generare nuove entrate e forti risparmi sui costi.

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