Video advertising: solo il 54% è viewable, i dati Google

l tema è spinoso e sta sollevando un forte dibattito online: gli investitori pubblicitari, che puntano sulla rete per le loro inserzioni, insistono per pagare solo gli annunci che appaiono realmente sugli schermi degli utenti, rifiutandosi, invece, di pagare se la pubblicità è posizionata in zone delle pagine scarsamente visibili. E’ noto che non tutto l’advertising ha la medesima “viewability” sulle pagine online: spesso alcune posizioni sulla pagina pagano di più in termini di visualizzazioni rispetto a quelle in altre zone dove l’utente, spesso, non arriva neppure. Eppure,  lato server advertising, insieme alla richiesta della pagina web, arriva anche la richiesta di tutti i banner che sono su quella pagina, il che vuol dire che il sistema segnalerà di aver distribuito una impression anche ai banner che, in realtà, non sono stati effettivamente visti. E i marketer pagano, quindi, anche se non hanno la certezza che quella impression sia effettivamente legata a una visualizzazione.

Una situazione delicata ancor più se pensiamo al video advertising: che i video siano formati amati dagli utenti, è un dato ormai certo. E gli inserzionisti pagano cifre significative per pubblicità video a fronte di una viewability decisamente incerta.

Ed è Google, in queste ore, a evidenziare un dato rilevante per gli investitori: solo circa la metà degli annunci video, ovvero il 54%, è davvero viewable. Un dato elaborato sulla base delle evidenze emerse dalle piattaforme Google appunto, DoubleClick e YouTube, e tenendo conto dello standard fissato dal Media Rating Council e IAB, secondo cui una  pubblicità online è viewable quando almeno il 50% dei suoi pixel è visibile sullo schermo per almeno due secondi consecutivi.

Ecco le principali evidenze emerse dalla ricerca:

  1. sul web il 54% delle pubblicità video sono visualizzabili, eccezion fatta per Youtube nel qual caso la percentuale sale al 91%
  2. la pubblicità video ha maggiore viewability su mobile e tablet rispetto al desktop il che conferma il trend percui il mobile è oggi la chiave di accesso alla rete; lo stesso accade su YouTube su cui i livelli di viewability sono molto alti da mobile, pari al il 94%.
  3. della pubblicità non-viewable il 76% era posizionato in posizioni di fondo mentre il restante 24% viene abbandonato in meno di due secondi
  4. Le posizioni sulla pagina contano: spazi orizzontali e verticali sono direttamente correlati alla viewability.
E’ chiaro che, essendo Youtube proprietà di Google, i presenti dati possono essere letti a diversi livelli. Ma la domanda è comunque lecita: che ne penseranno inserzionisti e pubblicitari?

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