Cresce l’interesse da parte di società, federazioni e organizzazioni sportive per tecnologie innovative come Internet of Things, realtà virtuale e aumentata, intelligenza artificiale e mobile App, e si affacciano sul mercato nuove imprese capaci di facilitare l’accesso all’innovazione tecnologica grazie a modelli di business più snelli: il digitale investe il settore dello sport rivoluzionando la gestione di società sportive sempre più complesse, ma in Italia non sempre l’attenzione verso questi temi si traduce in azioni concrete, soprattutto a mano a mano che si scende dai gradini della massima serie nei diversi sport.
Sono 1.012 le Startup Digital Sport censite a livello internazionale che offrono soluzioni digitali per monitorare le performance atletiche, ottimizzare la gestione degli eventi, analizzare e migliorare il coinvolgimento e l’esperienza dei fan, rendere più smart stadi e palazzetti sportivi e innovare i processi aziendali dei club. Di queste, 686 risultano finanziate, per un investimento complessivo di 4 miliardi di dollari e un finanziamento medio di quasi 6 milioni di dollari. In Italia, tuttavia, le nuove imprese innovative nel settore sono solo 50, e ancora meno (24) quelle finanziate, con appena 17 milioni di euro raccolti e un investimento medio di circa 700mila euro, a conferma di un contesto che fatica ad accogliere la sfida tecnologica. Le tecnologie più diffuse sono piattaforme online, mobile App e Internet of Things, e trovano applicazione prevalentemente nel calcio e nel basket.
Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nell’Industria dello Sport della School of Management del Politecnico di Milano.
“Il mercato delle soluzioni digitali nello sport ha un grande potenziale e offre grandi opportunità alle società sportive, dalla prevenzione degli infortuni alla possibilità di conoscere meglio e fidelizzare i tifosi, passando per il monitoraggio delle prestazioni atletiche – afferma Claudio Rorato, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nell’Industria dello Sport -. Opportunità che in Italia sono ancora in gran parte da cogliere perché per anni le società sportive hanno sofferto di una generale carenza di competenze digitali, manageriali e di visione strategica integrata con quella digitale. Dotarsi delle tecnologie, infatti, non basta: bisogna prima di tutto puntare sulla formazione, affiancare alle competenze tecnico-sportive figure manageriali trasversali ed elaborare una strategia che sia anche digitale, che consenta di individuare priorità di intervento e di investimento”.
Le startup
Dall’analisi condotta dall’Osservatorio su 1.012 startup a livello internazionale nate fra il 2011 e il 2016, emerge che oltre la metà (395) delle 686 startup finanziate, opera nel Nord America (USA e Canada). La seconda area col maggior numero di nuove imprese innovative è l’Europa, con 200 startup, seguita dall’Asia (53) e da Africa, Oceania e Sud America, che si dividono le startup rimanenti. La classifica, però, si rovescia se si considera l’entità dei finanziamenti ricevuti: in questo caso è in testa l’Asia con 2 miliardi di dollari raccolti (un dato pesantemente influenzato dalla startup “Le Sport”, che, da sola, ha ottenuto 1.7 miliardi di fondi), seguita da Nord America, con 1,7 miliardi, ed Europa, con 300 milioni, mentre le altre aree del pianeta rivestono un ruolo marginale.
Quasi una startup digital sport su due (49%) opera nell’ambito Performance Atletiche, offrendo soluzioni per misurare le prestazioni sportive, prevenire gli infortuni e monitorare l’allenamento e la riabilitazione dell’atleta. Il secondo ambito più rappresentato, in cui opera il 33% delle startup analizzate, è la Fan Experience, che comprende soluzioni per tracciare e ottimizzare l’esperienza del pubblico attraverso sistemi virtuali e dispositivi mobile e strumenti per il merchandising e la vendita di biglietti online. Seguono a distanza (16%) le startup attive nell’ambito Gestione Eventi, che forniscono soluzioni per migliorare l’organizzazione degli eventi, la gestione degli stadi e degl impianti sportivi e la promozione culturale. Marginale, invece, con appena l’1% delle soluzioni mappate, l’ambito Sport Club, in cui operano startup attive nella gestione dello staff e della squadra e dei rapporti con fornitori e sponsor, nella sicurezza delle infrastrutture e nella ricerca.
Fra le tecnologie più utilizzate, spiccano le piattaforme online, indicate dal 47% del campione analizzato, seguite da app (33%) e Internet of Things (15%) mentre hanno ancora un ruolo marginale tecnologie come videocamere, reatà aumentata e realtà virtuale, che tutte insieme arrivano appena al 5%. Le app, in particolare, sono sempre più utilizzate anche come tecnologia complementare, con una crescita del 36% tra il 2011 e il 2016.
Le startup si dividono quasi a metà fra operatori che offrono soluzioni multisport (48%) e attori che invece si concentrano su una singola disciplina sportiva (52%). Fra queste ultime, le startup attive esclusivamente nel calcio sono le più numerose (97) e offrono soluzioni dedicate prevalentemente alla fan experience (49%) e alle performance atletiche (35%), mentre sono minoritarie le soluzioni per la gestione eventi (14%) e l’ambito sport club (1%). Al secondo posto il basket, con 24 startup attive soprattutto negli ambiti fan experience (42%) e performance atletiche (38%) e in misura minore nella gestione eventi (17%) e nelle soluzioni di sport club (4%).
In Italia, la maggior parte delle startup (58%) offre soluzioni incentrate sulle performance atletiche, circa una sua cinque propone soluzioni per la fan experience (20%) e per la gestione di eventi (18%), mentre sono ancora poche quelle dedicate all’ambito sport club (4%). Per quanto riguarda le tecnologie più utilizzate all’interno delle soluzioni proposte, anche le startup italiane fanno ricorso prevalentemente a piattaforme online (54%) e solo in misura marginale a telecamere (6%) e realtà virtuale (2%), ma, a differenza delle loro omologhe internazionali, utilizzano molto di più la tecnologia Internet of Things (24%) e molto meno le App (14%). Il 44% degli operatori offre soluzioni multisport, mentre il 56% fornisce un servizio dedicato a sport specifici, fra cui emergono il calcio (22%), il fitness (10%) e il basket (4%).
“Se consideriamo la parte tecnica e atletica, le startup italiane non hanno nulla da invidiare a quelle internazionali, anche dal punto di vista tecnologico – commenta Federico Iannella, Ricercatore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nell’Industria dello Sport -. Persiste ancora, tuttavia, un divario negli aspetti manageriali e industriali del settore sportivo: la gestione dell’esperienza degli utenti, della vendita dei biglietti e dei processi aziendali, ad esempio, avviene ancora in larga parte con modalità tradizionali. Ci sono dunque grandi opportunità per le startup in questi ambiti, ma prima le società sportive devono sviluppare la mentalità manageriale necessaria a comprendere e sfruttare la spinta innovativa del digitale”.
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