Eni Award: chi ha vinto il nobel per l’energia?

Promuovere un migliore utilizzo delle fonti energetiche e stimolare le nuove generazioni di ricercatori nel loro lavoro: questo l’obiettivo con cui dodici anni fa è nato Eni Award, conosciuto anche come “nobel per l’energia” che, nel corso della sua storia, ha visto crescere le candidature in modo esponenziale dalle 167 del 2008 alle 389 di quest’anno e i Giovani Ricercatori partecipanti da 59 a 211.

Quanti i ricercatori coinvolti nel premio?

Ad aver proposto lavori di ricerca dal 2008 ad oggi, sono stati 10205 persone: 1981 nel settore degli idrocarburi; 3196 nelle rinnovabili, 3035 nella protezione dell’ambiente; 1595 per la sezione giovane ricercatore dell’anno, provenienti da tutti gli Atenei italiani; 231 per i premi dedicati ai laureati africani. 28 sono stati i premi Nobel coinvolti a vario titolo nel premio, tra Commissione Scientifica, Candidati e Garanti.

Chi sono i vincitori di Eni Awards 2019?

Transizione energetica: innovazioni nel settore degli idrocarburi per la decarbonizzazione del sistema energetico

Il premio è stato assegnato a James A. Dumesic dell’Università del Wisconsin, Madison, che ha sviluppato processi catalitici innovativi per la conversione di biomasse a carburanti e prodotti chimici, incrementando la resa mediante l’ottimizzazione delle condizioni di reazione. Tra i nuovi processi sviluppati, la conversione del fruttosio in un composto da cui è possibile ottenere biomateriali che possono essere utilizzati in alternativa a comuni materiali plastici di origine fossile. Questo lavoro costituisce la base per lo sviluppo di bio-raffinerie, in cui la biomassa lignocellulosica prodotta in modo sostenibile viene frazionata nei suoi componenti costitutivi (cellulosa, emicellulosa e lignina).

Frontiere dell’energia: ricerche sulle fonti di energia rinnovabile e sullo stoccaggio di energia

Il premio è andato a Michael Aziz e Roy Gordon dell’Università di Harvard, che hanno sviluppato un nuovo tipo di batteria adatta per lo stoccaggio sicuro e conveniente di energia rinnovabile intermittente come la solare ed eolica e la successiva erogazione per lunghi periodi di tempo. La nuova chimica delle batterie utilizza molecole organiche disciolte in acqua costituite da elementi abbondanti ed economici in grado di accumulare energia.

Soluzioni Ambientali Avanzate: ricerche sulla tutela di aria, acqua e terra e sulla bonifica di siti industriali

A ricevere il premio Paul Chirik della Princeton University, la cui ricerca riguarda il campo della catalisi e metalli quali ferro e cobalto, che possono sostituire i metalli nobili (platino, rodio, palladio, ecc.) utilizzati nelle reazioni catalitiche nell’industria farmaceutica e nei prodotti di consumo, con ricadute positive economiche ed ambientali. La ricerca si concentra sull’applicazione alla catalisi di metalli abbondanti della Terra quali ferro, cobalto e nichel che hanno un’impronta ambientale più favorevole di quella dei più preziosi e potrebbero, pertanto, andarli a sostituire in molti prodotti, dai telefoni cellulari ai farmaci. Recentemente Chirik ha anche scoperto che i catalizzatori al ferro da lui sviluppati sono in grado di riciclare il butadiene aprendo la strada a futuri sviluppi nel campo delle mitigazioni dell’impatto ambientale delle plastiche tradizionali.

Chi sono i premiati come Giovani Talenti?

Giovani Talenti dall’Africa

Il premio è stato assegnato a Emmanuel Kweinor Tetteh della Durban University of Technology, per una ricerca sulla valutazione di un processo delle acque di produzione che integra l’impiego di foto-catalizzatori innovativi con sistemi di trattamento biologico delle acque reflue per convertire la CO2 in combustibili, e Madina Mahmoud della American University del Cairo, per una ricerca focalizzata sulla preparazione di membrane innovative per il trattamento delle acque di produzione.

Giovane Ricercatore dell’Anno

Il riconoscimento a ricercatori under 30 che hanno conseguito il dottorato di ricerca in università italiane è andato a Alberto Pizzolato e Matteo Monai. Il primo, proveniente dal Politecnico di Torino, ha ideato e sviluppato metodi computazionali innovativi per la generazione di dispositivi energetici ad alte performance, basso costo ed elevata durabilità. Tali dispositivi sono ottenuti grazie a speciali algoritmi di ottimizzazione che li rendono capaci di auto-evolvere in architetture complesse ed efficienti. Il secondo, proveniente dall’Università degli Studi di Trieste, ha presentato una ricerca che consiste nello sviluppo di catalizzatori nanostrutturati a base di leghe metalliche di elementi non nobili, quindi a basso costo, per applicazioni in campo energetico, in particolare nella conversione delle biomasse a combustibili e prodotti chimici.

In collaborazione con Eni

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